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Short Film italiani

‘Mamma’: l’inganno della memoria che dura in eterno

Tratto da una storia vera, 'Mamma' di Matteo Martinez, racconta la realtà filtrata dagli occhi delle persone più fragili: gli anziani

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Mamma

Cosa succede quando la memoria si sgretola ma il cuore persiste? Con Mamma, il regista oristanese Matteo Martinez firma un cortometraggio personalissimo, essenziale e struggente, capace di restituire allo spettatore uno sguardo intimo sulla malattia di Alzheimer, senza cadere nella trappola del pietismo o dell’eccesso melodrammatico.

Dal concorso al Figari International Short Film Fest (qui il programma), Mamma è prodotto da Anemone Film, con protagonista l’attrice e autrice Tess Masazza.

Mamma: dentro la mente, oltre il tempo

Protagonista di Mamma è Anna, una neo-mamma (interpretata con dolente delicatezza da Tess Masazza, qui in un sorprendente ruolo drammatico), che vive un presente fatto di gesti rituali, semplicità e la cura verso il suo piccolo Matteo. La sua routine da casalinga e madre amorevole viene spezzata dalla scomparsa della sua fede nuziale e poi dall’arrivo di un uomo che minaccia la felicità della famiglia.

Alla fine del corto, in un crescendo che a un occhio meno attento apparirebbe confuso, Anna si rivela essere un’anziana signora affetta da Alzheimer, bloccata in un passato in cui sfamava il figlio nei suoi anni migliori. Il figlio, che in realtà non è altri che un pupazzo, ormai è cresciuto, ed è proprio l’uomo che Anna considerava un intruso con l’intenzione di fare del male a lei e al figlio.

Quando l’amore resta, anche se i ricordi si dissolvono

Il cortometraggio è prodotto da Anemone Film, con la sceneggiatura a cura dello stesso Matteo Martinez insieme alla sorella Giulia Magda e Jacopo Lo Giudice. In scena con Masazza, volto noto del web per i suoi sketch comici e pungenti, ci sono Daniele Mariani, Laura Maria Zampardi e i piccoli Alonso V. Baldini e Peiro Moreno.

In contrasto con un’interpretazione quotidiana, leggera, ma sicura, la regia di Martinez si fa discreta, quasi invisibile, e ripetitiva, alimentando il senso di questo ciclo infinito, scandito dal ticchettio delle lancette. La fotografia di Gianluca Palma gioca con luci chiare e ombre scurissime per riflettere il confine labile tra realtà e ricordo, mentre il montaggio di Martina Orsini costruisce un ritmo spezzato, frammentato, rapido, che rispecchia lo stato mentale della protagonista.

La scenografia curata da Mimì Enna e i costumi di Margherita Carletti aiutano a sospendere il tempo in un limbo domestico e familiare, dove ogni oggetto diventa simbolo di un passato che non si lascia dimenticare.

Una carezza, non una spiegazione

Quella trasmessa da Mamma è un’immagine struggente e significativa, che lacera ancora di più leggendo il dato fornitoci dal regista alla fine: nel 2050, le persone malate di Alzheimer saranno 140 milioni. Ad accompagnare questa verità, scorrono, durante i titoli di coda, alcuni video delle muse ispiratrici di questo corto, sfruttate come simbolismi per trasmettere al meglio la ferita interiore dell’autore.

Martinez non ci accompagna solo nel quotidiano smarrito della protagonista: ci costringe ad abitare il suo punto di vista, senza scorciatoie esplicative, lasciando che il disorientamento diventi anche il nostro. Ed è proprio in questa scelta registica che il corto trova la sua forza: nel rispetto profondo della fragilità mentale, vista non come fine della dignità ma come luogo dove l’amore esiste ancora, seppur isolato.

In conclusione, Mamma non cerca di spiegare l’Alzheimer. Non offre risposte, né pretende empatia. Semplicemente, ci invita a osservare, ascoltare e – se possibile – restare in silenzio davanti a ciò che rimane quando tutto il resto se ne va: un legame, un’abitudine, una parola dolce come “mamma”.

Un cortometraggio che parla piano, ma colpisce forte.

Mamma

  • Anno: 2025
  • Durata: 15′
  • Genere: Drammatico, Thriller
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Matteo Martinez