In concorso nella sezione Progressive Cinema della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, Miss Carbón narra una storia vera di grande importanza e attualità. In cabina di regia, Agustina Macri realizza un’altra opera in cui il contesto politico ha un ruolo primario, sebbene al centro ci siano storie profondamente umane. Anche in questo caso, la protagonista è una donna transgender che rivoluziona la piccola comunità argentina in cui vive e, con essa, l’intero sistema minerario.
A prestare il volto (e la bellissima anima) alla protagonista, troviamo Lux Pascal, sorella del più celebre Pedro di The Last of Us, in un ruolo che la proietta direttamente tra le più star più promettenti della sua generazione. Classe 1992, ultima di quattro fratelli, Lux ha alle spalle una gavetta nel teatro e, tra le altre, una piccola partecipazione nella serie Netflix Narcos. Con Miss Carbón si mette decisamente alla prova e ne esce vincitrice.
Miss Carbón | La trama
Sin dall’infanzia, Carlita ha sempre sognato di lavorare in miniera, come il papà. Nella piccola cittadina in cui vive con la famiglia, l’estrazione del carbone è la fonte principale di sostentamento. Ma solo agli uomini è concesso di scendere nel bacino carbonifero: la leggenda sulla Vedova Nera e la credenza che le donne portino sfortuna, tiene lontano il gentil sesso dal sottosuolo, a eccezione del giorno della festa di Santa Barbara.

Ma Carlita non si arrende, nonostante abbia anche altri ostacoli da affrontare. Il suo essere una donna transgender la rende, infatti, oggetto di chiacchiere e di pregiudizi, da cui è difficile se non impossibile liberarsi. Quando però si presenta la possibilità di essere assunta tra i minatori, decide di fare un tentativo. Peccato che la cura di ormoni a cui è sottosposta rischi di compromettere l’esame medico richiesto a chiunque voglia scendere e lavorare in miniera.
Il sogno di Carlita
Scritto da Erika Halvorsen e Maria Pescio, Miss Carbón riesce ben a raccontare uno spaccato sociale oltre che politico. Ambientato in Patagonia – di cui sfrutta magnificamente le location e le suggestioni – il film gira tutto intorno alla sua protagonista. Carlita è come una “mariposa” che attira e affascina, di cui però poco si conosce. I pregiudizi, le maldicenze e l’incapacità di andare oltre le apparenze la isolano, costringendola spesso a vivere in un silenzio e in un’oscurità che non le appartengono. Per fortuna nessuno riesce a farla sentire inadatta: la consapevolezza di chi è e cosa vuole l’ha resa forte, il suo spirito invece le dona resilienza. Sebbene siano poche le persone su cui può contare, fa tesoro della loro compagnia e dei consigli, senza mai dimenticare la riconsocenza nei confronti di chi le ha dato una possibilità.

Miss Carbón è un’opera incredibilmente romantica e malinconica, ma al tempo stesso potente e ottimista. In fondo, la vera Carlita Rodriguez ha cambiato il suo mondo, semplicemente seguendo un sogno e superando le tante inimmaginabili difficoltà che le si sono presentate dinanzi.
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