Distribuito da Eagle Pictures, Squali segna l’esordio alla regia di Daniele Barbiero, con una sceneggiatura firmata da Mauro Graiani. Il film è liberamente tratto dal romanzo Gli squali di Giacomo Mazzariol (Einaudi), e porta sul grande schermo un racconto intenso e profondamente attuale sul passaggio all’età adulta, sull’identità e sul disorientamento delle nuove generazioni.
Il film è stato presentato ad Alice nella città in concorso per il Premio del Pubblico nella sezione Panorama Italia.
Al cinema dal 16 ottobre.

La trama
Max (Lorenzo Zurzolo) ha diciannove anni. Ha appena terminato il liceo e si trova a un bivio: scegliere subito il futuro o prendersi il tempo per capire chi vuole davvero diventare. A differenza dei suoi amici, che sembrano già avere un piano per il “dopo”, Max è ancora incerto. Però ha un’idea concreta: ha inventato un’app pensata per aiutare i giovani a orientarsi nelle scelte post-diploma. Quando Robert Price (James Franco), fondatore di una startup, gli offre l’opportunità di trasferirsi a Roma per lavorare allo sviluppo dell’app, Max accetta, rinunciando al tradizionale viaggio dopo la maturità con gli amici. La decisione, tutt’altro che semplice, crea una frattura nel rapporto con Filippo (Francesco Centorame), suo migliore amico, che non comprende la decisione e reagisce con freddezza. Al contrario, Anna (Ginevra Francesconi) – la ragazza di cui Max è innamorato – lo sostiene, spronandolo a non lasciarsi sfuggire l’occasione.
L’arrivo in città lo mette di fronte a un ambiente competitivo e spietato, dove la pressione per emergere è costante. Max prende il posto di Jona (Francesco Gheghi), un giovane allontanato bruscamente, entrando così ancora più a fondo nelle dure dinamiche della realtà aziendale.
Intanto, il rapporto con Filippo che riflette due modi opposti di reagire alle pressioni del futuro, si incrina. Tra idealismo e realtà, Max dovrà trovare il proprio equilibrio in un mondo che sembra premiare solo i più forti e spietati.

Lorenzo Zurzolo in una scena del film
Due modi opposti di affrontare il futuro per raccontare il disagio generazionale
Uno degli elementi più riusciti del film è il rapporto tra Max e Filippo; quest’ultimo, amico d’infanzia e simbolo di chi non riesce – o non vuole – adattarsi.
Filippo, incapace di scendere a compromessi, si chiude in casa, depresso, cercando di dare forma alla propria identità attraverso la musica, mentre intorno a lui tutto sembra chiedere velocità, concretezza, risultati. Le loro conversazioni mettono in luce una delle contraddizioni più stridenti del nostro tempo: la scelta tra restare fedeli a sé stessi o sopravvivere adattandosi. Una dinamica che il film affronta con molta attenzione e accuratezza.
A rendere tutto questo credibile e coinvolgente sono le interpretazioni di Lorenzo Zurzolo (Max) e Francesco Centorame (Filippo).
Entrambi misurati e intensi, riescono a delineare il peso dell’incertezza giovanile senza mai cedere alla retorica. È proprio nella loro sincerità emotiva che il film trova uno dei suoi momenti più toccanti.

James Franco in una scena del film
Una critica sociale affilata
Squali è un film che sa parlare con intelligenza e sensibilità alla generazione dei ventenni, ma anche a chi – genitori, educatori, adulti – spesso dimentica cosa significhi avere paura del futuro. Il film offre una lettura lucida e tagliente del mondo del lavoro, delle startup, del culto della performance, dell’ossessione per il fatturato. La figura di Rob, simbolo di un capitalismo feroce e impersonale, incarna un sistema in cui il valore delle persone è subordinato solo alla loro produttività.
In netto contrasto, Max rappresenta una prospettiva diversa: quella di chi crede ancora nella possibilità di creare qualcosa che abbia un senso, che sia utile, che parli davvero ai bisogni delle persone.
Anche Jona, il personaggio che Max sostituisce, offre un momento di riflessione importante: aveva un’idea, ma suo padre – interessato solo ai ritorni economici – l’ha stravolta. Non tutti, come Max, hanno alle spalle genitori che incoraggiano i sogni anziché spegnerli. E il film si sofferma anche su questo, sulla responsabilità emotiva degli adulti nei confronti dei giovani.
Un legame sano e necessario da raccontare
Centrale nella narrazione è anche la storia d’amore tra Max e Anna, raccontata con autenticità, delicatezza e senza mai risultare invadente. È proprio Anna a incoraggiare Max a partire, a guardare avanti e a pensare al proprio futuro.
É rilevante la rappresentazione di un amore sano, privo di tossicità, fondato sul sostegno reciproco, sull’ascolto attento e su una comprensione profonda. Un sentimento raccontato come forza gentile e pura, che diventa anche una preziosa lezione di vita.
L’importanza di scegliere sé stessi
Il film invita a una riflessione concreta: le scelte richiedono tempo. Nessuna app, nessun consiglio immediato può sostituire quel percorso interiore necessario per capire davvero chi si è e cosa si desidera diventare.
Ma Squali non è soltanto il racconto di un momento delicato nella vita di un ragazzo. È, soprattutto, una riflessione sul tempo e sulla libertà di non avere fretta. Fin da piccoli ai ragazzi viene chiesto di decidere in fretta cosa fare da grandi, come se la scelta fosse un dovere immediato. Il film ribalta questa idea: la maturità non sta nel sapere tutto subito, ma nel concedersi la possibilità di sbagliare, di aspettare, di scegliere sé stessi con consapevolezza.