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Archivio aperto

‘Museo de la noche’. Lasciati conquistare dal Teatro del Ridicolo

Stringiamo tra le dita le ultime testimonianze di quegli anni '70 queer, dissidenti, aggressivi e assurdi.

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Il cinema ha una passione per le grandi biografie. È interessante come un’arte così forgiata nella collettività abbia una fissazione consistente per le storie dei grandi individui.

La storia, o le storie, raccontate da Fermín Eloy Acosta in Museo de noche sono però di un’altra pasta.

In concorso nella sezione lungometraggi ad Archivio Aperto.

Cerchiamo di non perdere quegli anni splendidi e arrabbiati

Leandro Katz, artista (artigiano!) argentino arriva a New York alla fine degli anni ’60. Segue degli amici ad un teatro pornografico e fa la conoscenza del Theatre of the Ridiculous e di Charles Ludlam: quel gruppo “così romantico e rinascimentale” che inizia a seguire, fotografare e di cui diventa amico.

Museo de noche ci porta in un periodo vibrante di lotte e possibilità tra la fine degli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70.  Ci guida, attraverso un’appassionata ricerca video-filmica e fotografica in un archivio vivo la cui messa in arte diventa pratica di sopravvivenza del suo contenuto e della sua aurea. Un film esteticamente ammaliante, che coinvolge lo spettatore nello stesso entusiasmo dolceamaro della scoperta che l’autore vive nella sua realizzazione.

Un documento filmico che parla in maniera diretta di un mondo, ma soprattutto di un rapporto con il fare arte e con il vivere, che stiamo irrimediabilmente perdendo, insieme ai suoi testimoni, ma che sentiamo la necessità di afferrare e stringere tra le dita.

Forse vorremmo di quel mondo recuperare anche qualcosa di quel mondo di vivere. Un mondo di sessualità libera, di arte anti-sistemica, un desiderio anticapitalista in seno alla capitale del capitalismo. Un mondo di cultura e di uomini di cultura che non si prendevano mai troppo sul serio, perché è in questo il seme del vero genio.

La compagnia ridicola

Il Theatre of the Ridiculous è stato il cappello di riferimento di spettacoli e compagnie teatrali che dalla metà degli anni ’60 hanno attraversato una pratica teatrale come mock-genre queer del teatro dell’assurdo, attirando a se figure come John Vaccaro, Ronald Tavel e lo stesso Charles Ludlam. Giovani uomini queer della scena artistica newyorkese che si incontrano nella función religiosa del teatro. Un incontro essenziale per l’anima, per l’amicizia, per la subcultura.

Museo de noche è un tentativo di testimonianza che non vuole diventare scolastica del documentario. Vuole invece discoprire un pensiero, uno sguardo, legato però ad una città, un’esperienza, una rete di pulsioni artistiche che lasciano la traccia di un’ epoca di possibilità. Possibilità perché le riprese sono fatte da un giovane artista con ancora tutta una vita davanti. Possibilità perché racchiude nelle sue immagini la vibrante energia di un’epoca dove tutto cambiava (anche materialmente il film diventava video) e quindi ogni futuro era aperto.  Un futuro che si spezza con l’epidemia di AIDS, spegnendo le luci psichedeliche e le ombre che ne conseguivano. Il finale di un’era.

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  • Anno: 2025
  • Durata: 88'
  • Nazionalita: Argentina
  • Regia: Fermín Eloy Acosta