In concorso nel festival Archivio Aperto per la sezione cortometraggi, Self-portrait at 13 è un film sperimentale di Oscar X. Illingworth che, attraverso l’ausilio di diverse immagini di repertorio, crea un breve collage di ciò che è stato l’Ecuador negli anni 90. Il film vive quindi all’interno di quell’estetica retrò segnata dai VHS e le digicam di bassa qualità, proponendo un’immagine grezza ma anche, in un certo senso, fantasmatica, essendo questi filmati del passato. Il rimaneggiamento di Oscar apre una finestra che permette di scorgere un lampo di ciò che è stata l’identità ecuadoriana.
Il video-diario di un tredicenne
Accanto a questa ricostruzione sociologica c’è anche un lato più personale che rimanda proprio al titolo, ovvero all’autoritratto di un ragazzino che, filmandosi, improvvisa delle smorfie, gioca o semplicemente parla davanti alla telecamera. Il regista utilizza questi suoi filmati contrapponendoli all’altro asse portante del film, ovvero le varie registrazioni dei reportage della madre, una giornalista televisiva.
Queste registrazioni rappresentano sicuramente il contributo più abbondante e, quindi, quello principale di Self-portrait at 13. Ciò rende di facile appiglio pensare al film come prettamente sociologico però, prima ancora della sociologia, sembra che il regista voglia mettere in risalto un dialogo tra madre e figlio, un dialogo che non è diretto ma indiretto, che scorre per giustapposizioni visive: da una parte ci sono i video di Oscar, dall’altra il lavoro televisivo della madre.
Per questo, sembra esserci un filo nostalgico e memoriale che non diventa mai qualcosa di esplicito, ma rimane lì, sottinteso soprattutto nel volto dell’Oscar bambino, che diventa un po’ un improbabile punto di riferimento per lo sguardo dello spettatore.
Il reportage di una nazione
Ciò detto, c’è da trattare anche la dimensione più pubblica del film. Self-portrait at 13 riesce, tramite il suo montaggio, a restituire con pochi elementi uno scorcio preciso sull’Ecuador degli anni 90. In 18 minuti si ha un’infarinatura sulla politica, sulla religione, sulla cronaca e perfino sugli spot pubblicitari del paese. Ed è interessante constatare come gli echi di quel mondo persistono – sfortunatamente – ancora oggi, basti pensare a quando viene citata la questione di Gaza di quegli anni.
Per questo Self-portrait at 13 si dimostra anche come qualcosa che, partendo da un dialogo madre-figlio, riesce a instaurare un discorso più grande: un dialogo tra il passato e il presente. Il lavoro di Oscar X. Illingworth riesce a lavorare bene su queste due dimensioni portando alla luce un contributo che, ultimamente, risulta sentito a livello personale e universale.