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‘Caffeina del Mondo’, il moto perpetuo dell’arte

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C’è stato un tempo in cui un gruppo di giovani artisti italiani, spinti dal roboante scorrere del progresso, abbia pensato che quello fosse il momento giusto per cercare di cambiare tutto. Erano quelli del Futurismo. All’inseguimento di una nuova dimensione dell’uomo. Quella in grado di determinare sempre di più la sua esistenza. Di renderla piena connotandola di slanci. È una sottolineatura della ricerca di se stessi attraverso il superamento di se stessi. L’obbligo di compenetrare la realtà disfacendo il quotidiano, la routine, e dilatando il tutto in un pensiero sempre fervido nel quale la parola fine è bandita. Giordano Bruno Guerri e Massimo Spano ne riproducono lo spirito attraverso un documentario di sintesi dotato di inserti narrativi dalla connotazione spiccatamente teatrale.     Caffeina del Mondo è prodotto da Qualityfilm in coproduzione con Luce Cincecittà e Inlusion Creative Hub.

Caffeina del Mondo, la realtà senza confini

Tommaso Marinetti, il capofila di tutto il movimento futurista, impersonato con il giusto piglio da Flavio Albanese, è un po’ la voce narrante incaricata di condurre il racconto in un susseguirsi di personaggi più simili a delle maschere che a una consistente traccia di realtà. Giordano Bruno Guerri e Massimo Spano si dimostrano abili nell’individuare una misura ideale d’esposizione dei fatti. Amalgamando il rigore del racconto storico con l’incedere dell’aneddotica. Gli autori sono sempre ben attenti a non superare la misura ideale di una disposizione d’animo improntata nella capacità di soppesare la dimensione artistica e quella politica del Movimento Futurista.

Non è mai abbastanza

La macchina da presa di Guerri e Spano non rincorre l’aspetto prettamente cinematografico della finzione, né si lascia incastonare nei movimenti classici dello stile documentaristico. Piuttosto pone il suo sguardo più attento sulla smania di cambiamento, a tutti i costi, che si sprigiona da tutto il Futurismo.  Un’insofferenza per qualsiasi cosa che disponga all’inerzia. Così i primi piani di Marinetti contrastano con i totali dalle geometrie irregolari in cui il narratore principale, lo stesso Giordano Bruno Guerri, sceglie di essere collocato. È l’esternazione di un senso delle cose dettato dalla necessità del fare senza abbandonare l’impeto, la rottura del quotidiano, la disgregazione del retorico.

Abbiate fiducia nel progresso che ha sempre ragione anche quando ha torto

Filippo Tommaso Emilio Marinetti

Forme uniche della continuità nello spazio

Il rapporto tra oggetto e spazio si trasforma in un livello di elaborazione della vita. Quello che Boccioni, uno degli artisti simbolo del Futurismo, gestisce come testimonianza in tutta la sua dimensione artistica. La sua scultura dal titolo Forme uniche della continuità nello spazio è forse la sintesi più calzante dei contenuti del documentario diretto da Guerri e Spano. Tutta la scultura di Boccioni, brillantemente interpretato da Edoardo Della Bona, è invasa dalla sensazione di un dinamismo che va oltre il singolo movimento, con l’espediente della privazione del volto e delle braccia, stilizzati in un corpo unico, e del poggiare, in sostituzione dei piedi, su di un piccolo doppio basamento.  È il trionfo della tensione come unica possibilità di contendere lo spazio, di rendere la forma creazione continua, mai doma. Ed è in fondo la cifra stilistica di Caffeina del Mondo. Un’opera nella quale in realtà nulla è lasciato al caso e il racconto è esso stesso rappresentazione futuristica.

L’attesa

Quella che il Futurismo auspica inneggiando alla guerra, solo igiene del Mondo, si rivela poi essere un terribile contraccolpo. Ci si trova davanti non solo alla tragedia del fronte, ma, soprattutto, si resta vittima dell’impossibilità di cavalcare l’imponderabile. Sospeso nell’attesa indefinita della morte o della vita. Questo è il passo abile che costituisce uno dei punti di svolta fondamentale della pellicola. L’impronta di uno storico di vaglia come Giordano Bruno Guerri è qui pienamente visibile. Il montaggio della narrazione, della finzione e delle immagini di repertorio rende quanto dovuto.

  • Anno: 2023
  • Durata: 63 minuti
  • Distribuzione: RS Productions
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giordano Bruno Guerri Massimo Spano