‘Alcooltest’, il ritorno di un acclamato cantante pop anni ’70

Dal 15 ottobre in sala Alcooltest, il nuovo film di Stefano Usardi prodotto da FiFilm Production, interpretato da Drupi, che racconta, in modo allegro e nostalgico, di un cantante pop ormai fuori dalle scene ritiratosi nella remota provincia del nord-est al quale si prospetta un inaspettato ritorno sul palco.

Sergio (Drupi), è un ex cantante di musica pop melodica, molto in voga negli anni ’70, oggi dorme in una barca a vela dismessa in mezzo a un prato. Qui si crogiola annoiato nelle nostalgiche reminiscenze di quel glorioso passato, accompagnato sempre dalla sua birra, in bilico tra la rassegnazione e l’attesa malinconica di un improbabile ritorno agli albori.

Un giorno i Las Bandas, una giovane band di liscio capitanata da Romina (Sofia Taglioni) e il suo scudiero (Giulio Cancelli), lo incontrano per avviare un nuovo progetto musicale che lo possa coinvolgere, l’obiettivo è la rincorsa al Magic music band, un ambito concorso della zona per bande e gruppi musicali. Romina è convinta che la sua presenza possa fare la differenza, chissà se Sergio saprà cedere alla corte della band e rimettere in gioco il suo talento. Nel mentre si fa vivo anche il vecchio agente che scoprendo di un suo possibile ritorno alle scene, lo tenta per un inaspettato revival.

La famiglia allargata di Sergio

Sergio non è una persona dimenticata, viene accompagnato nella sua quotidianità dalla sua famiglia acquisita, fatta di vicini e di persone che si prendono cura di lui, che lo hanno accolto, un insieme di personaggi a loro modo bizzarri quanto Sergio, che lo spronano a ritrovarsi e a ritornare sul palco, certi che possa ritrovare il suo successo. Tra questi una delle prime fan di Sergio è Sofia (Vanda Colecchia), giovane ragazza che abita li vicino che ogni giorno si assicura che Sergio stia bene passando dalla sua barca. Sofia e il fidanzato Luca (Vassilij Mangheras) fanno una sorpresa alle loro famiglie congiunte in un giorno di festa, annunciando il loro matrimonio, elemento di trambusto questo, che si rivelerà non proprio agevole per gli equilibri di entrambe le famiglie, compreso Sergio.

Nostalgia e allegro disincanto

Film indipendente ambientato a Lentiai in Valbelluna, nella provincia veneta a ridosso delle Alpi, questo Alcooltest si sviluppa nel contemporaneo, immerso nell’attualità della provincia è contaminato dalla musica cantautorale e melodica popolare anni ’70, in un territorio tanto reale quanto anacronistico. Gli scenari sono quelli di una provincia dove il tempo si è fermato. Usardi ha il pregio di raccontarla in modo efficace, imbastendo una commedia drammatica lieve e riflessiva, allegra e a tratti allucinata. Drupi per la prima volta al cinema che interpreta Sergio, è il cantautore che recita un personaggio aderentissimo a sé stesso nella vita reale. Il personaggio che ha smesso di sognare, disincantato e arreso a lasciare al passato i fasti di un tempo è credibile. Un’interpretazione concessa volutamente dal regista all’improvvisazione, senza vincoli da copione, che anche per queste modalità riesce ad essere ancora più efficace.

Le persone, la tradizione e la superstizione di un paese villaggio

Sergio è nel suo disincanto sembra non aver più nulla da imparare, si appresta a vivere la vecchiaia tra sogno e miseria; non è più quello di un tempo “quando era qualcuno”, “sto solamente imparando a bere bene” – dice – “le mie musiche non sono più di moda”. Un personaggio che però ritrova la speranza e le sue motivazioni grazie ai Las Bandas e alle persone che nonostante tutto credono in lui, per un film che ci dimostra che c’è sempre un’occasione per ripartire: “si riparte, non si è mai finiti”.

Alcooltest non è un film solo su Sergio, ma porta in scena una famiglia allargata, con tanti personaggi più o meno presenti che hanno delle caratteristiche bizzarre e una bella complessità nello scenario rurale che lo caratterizza. L’opera di Usardi parla di solitudine, quella di Sergio e non solo, e parla di amore, di superstizione e folclore. Un ruolo di rilievo nella storia l’avrà un vitello ricevuto in dono da Sofia come buon auspicio per il matrimonio dai giovani e bizzarri consuoceri (Stefano Scandaletti e Selene Gandini). La cosiddetta “dote” del matrimonio, una tradizione della famiglia molto campagnola del fidanzato. Il vitello che diventa un animale sacro al limite del divino, che si smarrisce e diventa ossessione per la giovane Sofia e Sergio stesso, che deve preservarlo e che diventerà chiave di alcune delle sequenze tanto simboliche quanto esilaranti del film. Il ragazzino Giorgio che non parla e si nasconde sempre è iconico nel film, funambolo che accompagna lo spettatore nei momenti chiave della narrazione. Il posto di blocco della polizia e l’invito a fare l’alcooltest del poliziotto a Luca, è un ulteriore momento cardine del film e della costante riflessione sulla ricerca della propria essenza che non è solo di Sergio ma di molti dei personaggio dell’opera.

Un film a tratti surreale, divertente e profondo

Alcooltest per la stratificazione dei personaggi e la sottotraccia corale ricorda un po’ un Little Miss Sunshine in salsa veneta, anche se qui non si fa nessun viaggio on the road, ma c’è una barca ferma e dismessa che diventa una casa in mezzo al prato, e il territorio viene attraversato nella sua località, nel suo piccolo, come un viaggio concentrico sugli scenari rurali, dove la massima densità è quella di una sagra, dalle sale concerti alle balere da liscio, costruendo un’opera davvero paesana che ha il pregio di raccontare in modo profondo e reale la provincia veneta pure servendosi di elementi surreali e a tratti allucinati.

Alcooltest riesce dunque nella missione di caratterizzare con leggerezza e introspezione un nuovo pezzo di cinema delle aree interne, che sa narrare bene di quei posti dove il tempo si è fermato, una caratteristica che identifica molta della provincia e delle aree più remote e locali del nostro Paese.