M. Il Figlio del Secolo ha finalmente attraversato l’Atlantico, approdando su MUBI per il pubblico americano. La serie drammatica italiana ripercorre la spietata ascesa di Benito Mussolini da giornalista propagandista a dittatore fascista, e la sua uscita arriva in un momento politicamente teso negli Stati Uniti.
Gli spettatori non si limitano a guardare la storia; molti vi vedono echi scomodi del presente.
Uomini Arancioni allo Specchio
Per gli americani, i parallelismi sono immediati. Gli inizi della carriera di Mussolini furono caratterizzati dalla creazione di propaganda sensazionalistica, dall’inveire contro il socialismo e dal posizionarsi come salvatore dell’Italia che si era fatto da sé.
Sostituite i giornali con la TV via cavo e otterrete una storia familiare: una figura esperta di media che plasma la percezione, amplifica le lamentele e consolida il culto della personalità. Critici e spettatori si sono affrettati a paragonare M. Il Figlio del Secolo a personaggi politici moderni che usano lo spettacolo come strumento di potere.
Un test di Rorschach culturale
Le reazioni sui social media sono andate dall’interesse al disagio. Alcuni elogiano la serie come un capolavoro di narrazione storica; altri avvertono che rappresenta un riflesso scomodo del clima politico odierno.
L’uscita di MUBI, con il suo pubblico cinefilo attentamente selezionato, garantisce che il dibattito non verta solo sulla storia, ma anche sull’interpretazione, sui segnali d’allarme e sulla facilità con cui i media possono essere usati come armi.
Perché il tempismo è importante
Il fascismo può essere in ascesa ovunque, ma questa serie ha una risonanza decisamente americana. Tracciando la traiettoria di Mussolini con meticolosa attenzione, M. Il Figlio del Secolo illumina modelli familiari alla politica contemporanea: il carisma delle figure autoritarie, il potere seduttivo dello spettacolo e la complicità a volte passiva del pubblico.
Per gli spettatori statunitensi, la serie diventa meno un caso di studio storico e più uno specchio che riflette le nostre ansie.
La scelta distributiva sottolinea l’intento della serie: non si tratta solo di storia fine a se stessa; è un racconto ammonitore, raccontato con stile, intelligenza e una dose di disagio.
Una serie che richiede attenzione
Che si guardi come un’allegoria politica, un’epopea storica o un duro monito, M. Il Figlio del Secolo è impossibile da ignorare.
Il suo arrivo in America non potrebbe essere più tempestivo, o più provocatorio, costringendo il pubblico a confrontarsi con il modo in cui potere, media e spettacolo plasmano il passato e il presente.
Fonte: IndieWire