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‘Faccia d’angelo’ – la parabola criminale di Felice Maniero

Come una società ineguale può generare efferati criminali e come le opere audiovisive possono spingere gli spettatori a un cambiamento.

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Faccia d’angelo è una miniserie televisiva italiana diretta da Andrea Porporati, all’esordio con le serie tv, e interpretata tra gli altri da Elio Germano, Katia Ricciarelli, Carmine Recano e Diego Pagotto.

La serie adatta, romanzandola un po’, la biografia di Felice Maniero, Una storia criminale, scritta da Andrea Pasqualetto coadiuvato dallo stesso Maniero. È composta da due puntate andate in onda per la prima volta su Sky nel 2012.

Faccia d’angelo

La storia è quella di Toso – uno dei tanti soprannomi di Felice -, un figlio di contadini della campagna veneta, interpretato magistralmente da Elio Germano, che è iniziato al mondo criminale da suo zio. Con una crescita esponenziale, Toso arriva a essere a capo di un’organizzazione insieme ai suoi amici di gioventù e a comandare la zona di Venezia; ma sulle sue tracce c’è un ispettore caparbio, Bruno Ricci, interpretato da Carmine Recano, che si prodigherà per scovarlo e incarcerarlo.

Questa miniserie deve molto al cinema, in particolare al gangster movie statunitense e al poliziesco nostrano. Le affinità con il primo sono evidenti sia nelle riprese al casinò di Venezia e nelle bische illegali, che con un montaggio serrato mostrano le attività ludiche e l’ambiente criminale legato a esse, e che ricordano per molti aspetti Casinò di Scorsese e Scarface di Brian De Palma. Nel secondo episodio, nelle sequenze dedicate all’ispettore e alle sue indagini, c’è un chiaro rimando alle opere di Fernando Di Leo, con un alternarsi di lavagne su cui tracciare piste verosimili e la ricerca di informazioni sul campo anche entrando in contatto con i criminali stessi.

Protagonista e contesto sociale

Il primo episodio si apre con due sequenze emblematiche connesse tematicamente da un montaggio parallelo. La prima vede un giovanissimo Maniero che applica il suo ingegno al rendimento scolastico e quindi allo sforzo di conseguire una borsa di studio, senza però riuscire a ottenerla a causa del nepotismo interno al sistema; la seconda mostra invece Maniero adulto esperire una complessa rapina all’aeroporto Marco Polo di Venezia servendosi dello stesso ingegno che a scuola non l’aveva ripagato. Questo principio di episodio, e di serie, basta a delineare il contesto socioculturale nel quale ci si trova e a individuare nell’attitudine di Maniero una reazione a questo contesto; siccome a scuola, simbolo di tutte le istituzioni, il merito e la competenza non possono nulla dinanzi ai favoreggiamenti, Maniero preferisce il mondo criminale che, per quanto efferato, è fondato su un sistema “meritocratico”.

Felice Maniero è interpretato da Elio Germano nella serie tv Sky sulla sua vita diretta da Andrea Porporati: trama e recensione della serie.

I temi

Sempre nel primo episodio della serie è messa in scena la rivalsa sociale di Maniero, perché egli cresce in un periodo storico florido, dettato da una favorevole congiuntura economica e da un elevato sviluppo finanziario della sua regione, che fa sì che la ricchezza di tutti i piccoli e medio borghesi accresca e che progressivamente passino dai casolari alle ville. Maniero però, in quanto contadino non è compreso in questo processo di crescita come non sono compresi né il proletariato né le classi più indigenti. Proprio per questa esclusione, sin dai primi guadagni, comincia a comprare automobili da corsa, vestiti di lusso ed enormi ville, per sfoggiare la sua rivalsa contro la società che lo aveva trascurato.

Questa bramosia di rivincita sociale di Toso è enfatizzata dall’uso della macchina da presa che, nonostante i vasti spazi esterni della campagna veneta e gli ampi spazi interni delle ville, lo inquadra sempre da vicino non offrendo quasi mai campi lunghi o totali, come se malgrado tutto lo spazio di cui disponesse, sia quello che ha per natura che quello che si sta gradualmente comprando, il mondo gli stesse sempre stretto e desiderasse continuamente ottenere di più.

Nel secondo episodio è mostrata invece la discesa di Maniero, che comincia nel momento in cui le ripercussioni della sua condotta criminale impattano su di lui e sulla sua famiglia; difatti la polizia sorveglia i suoi cari mentre le molte bande rivali iniziano a lottare contro di lui per possedere il controllo dei suoi territori.

Un giudizio sospeso

Questa serie rifugge dal mettere in scena i fatti tramite una visione manichea e giudicante, bensì rappresenta la vita di Felice Maniero e il mondo criminale che lo attornia in maniera acritica per lasciare agli spettatori la sentenza finale.

Questa volontà di non giudicare è esaltata dalla presenza di una duplice natura in molti elementi della serie, a partire da Venezia, che è sia terraferma e stabilità che acqua e sgretolamento, e da Maniero, che è sia capo di una cruenta banda criminale che pacifista impegnato a evitare tutti gli spargimenti di sangue possibili. Non a caso la prima scena della serie mostra Maniero da ragazzo leggere e ripetere il 33°canto del Paradiso della Divina Commedia, che inizia proprio con un’enorme ambivalenza, quella di Maria che è “Vergine Madre”.

Tramite queste continue ambiguità e la volontà di essere neutra, la serie riesce con successo a mettere in scena un criminale, Maniero, non additandolo come la causa di un male atroce ma come il prodotto di una società fondata sull’ingiustizia sociale. Pone dunque al pubblico una domanda essenziale: l’unica maniera per fermare la presenza di criminali è la prigione o il rifacimento di una società ormai ineguale? Conviene focalizzarsi sull’effetto o sulla causa del crimine?

 

Faccia d'angelo

  • Anno: 2012
  • Durata: 2 episodi, 190'
  • Distribuzione: Sky
  • Genere: gangster, poliziesco, biografico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Andrea Porporati
  • Data di uscita: 12-March-2012