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‘I segreti di Grosse Pointe’: thriller borghese tra pettegolezzi, perfezione e disfunzione

Dai creatori di Desperate Housewives una serie ambiziosa ma che si perde tra cliché, montaggi spezzati e identità smarrite.

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I segreti di Grosse Pointe

In una periferia americana dove ogni aiuola è potata con maniacale precisione e ogni brunch è un campo minato emotivo, I segreti di Grosse Pointe cerca di far convivere tensione da thriller e commedia nera in salsa suburbana. Creata da Jenna Bans (Good Girls) e Bill Krebs (Desperate Housewives), la serie a stelle e strisce debutta in Italia su Sky Serie e in streaming su NOW dal 22 agosto, dopo essere stata cancellata negli Stati Uniti al termine della prima stagione. Un esperimento narrativo ambizioso, che però non sboccia mai del tutto.

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Vite inclinate sotto siepi curate

L’apparenza è tutto, e a Grosse Pointe nessuno lo dimentica. Birdie (Melissa Fumero), autrice eccentrica con una penna tagliente e una vita scombinata, guida un gruppo di amici legati da una socialità forzata quanto velenosa. C’è Brett (Ben Rappaport), ex meccanico riconvertito in spalla emotiva della ex moglie avvocata, Alice (Anna Sophia Robb), insegnante con sogni letterari repressi, e Catherine (Aja Naomi King), agente immobiliare che vende sorrisi mentre trattiene il fiato. Sotto la superficie levigata, la crepa è già evidente. Ma l’esplosione, come da manuale, arriverà.

Bans e Krebs non sono estranei al genere: tra drammi domestici e humour acido, hanno costruito carriere sul disvelamento dei segreti che serpeggiano nelle famiglie perfette. Al loro fianco Casey Kyber (Dead to Me), altra garanzia di narrazioni al vetriolo. La formula dovrebbe funzionare: ironia, mistero, e donne sul filo dell’autodistruzione. Ma la chimica stavolta si inceppa, come se ognuno avesse portato la propria serie e l’avesse lasciata incompiuta sul tavolo della writers’ room.

Quando il pubblico non si fa coinvolgere

Negli Stati Uniti, dove è andata in onda su NBC con il titolo Grosse Pointe Garden Society, la serie ha registrato ascolti modesti: 1,79 milioni al debutto, poi un rapido crollo. In poche settimane è diventata uno dei flop più silenziosi della stagione. Il pubblico ha voltato le spalle, forse confuso dalla narrazione troppo frammentata, forse annoiato da un’estetica patinata ma priva di vera urgenza. Una storia sulle apparenze che non riesce a smascherare sé stessa.

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L’eleganza come trappola

L’idea era quella di costruire un thriller femminile stratificato, ma il montaggio spezzato e i continui salti temporali finiscono per inceppare il respiro del racconto. L’effetto è più spaesante che intrigante. La regia rincorre atmosfere già viste, senza trovare una cifra propria. I personaggi si muovono tra archetipi riconoscibili e momenti di profondità che evaporano in fretta. L’ambizione c’è, la direzione meno. La sensazione è quella di guardare una replica scolorita di serie più incisive.

Difficile non pensare a Desperate Housewives, a cui Bans e Krebs hanno attinto a piene mani. Anche qui la comunità apparentemente perfetta nasconde tossicità e risentimento, ma senza il tono grottesco e la struttura precisa dell’originale. Allo stesso tempo, la serie guarda a Big Little Lies, con flashforward, salti temporali e un delitto da ricostruire. Solo che Grosse Pointe ha meno mordente, meno coesione, meno empatia. C’è anche un’eco lontana di Pretty Little Liars, ma qui il teen drama si dissolve in un ibrido che non sa a chi parlare davvero.

A chi parla Grosse Pointe? Il pubblico target

A questo punto, vale la pena chiedersi: a chi si rivolge davvero I segreti di Grosse Pointe? Principalmente a un pubblico adulto e femminile, abituato a drammi suburbani con un sottofondo di mistero e sarcasmo. Chi ha amato Desperate Housewives o Big Little Lies potrebbe riconoscersi in queste dinamiche, anche se qui il racconto è più compassato, meno soap e più riflessivo.
Questo equilibrio però rischia di alienare due categorie di pubblico: chi cerca un intrattenimento diretto e chi, invece, pretende novità e coraggio narrativo. Una serie che vuole piacere a tutti ma, inevitabilmente, finisce per piacere a pochi.

Un’estetica da cartolina senza scosse

Dal punto di vista visivo, I segreti di Grosse Pointe punta tutto su una patinatura quasi iperrealista: ville da catalogo, giardini perfetti, colori pastello e illuminazioni morbide. Un quadro che sembra rassicurante ma che invece vuole nascondere la frattura sotto la superficie.
Il problema? Questa pulizia formale finisce spesso per smorzare la tensione invece di esaltarne il contrasto. La regia tenta qualche incursione più audace, ma resta intrappolata in una monotonia visiva che fatica a comunicare inquietudine.

Colonna sonora: equilibrio tra tea time e thriller

Anche la musica si muove su due registri: atmosfere lounge e rilassate per le scene più social, e inserimenti più cupi e sospesi per i momenti di tensione. Un tentativo discreto di supportare la narrazione, ma che non lascia un’impronta memorabile. La colonna sonora, firmata da Ian Hultquist e Sofia degli Alessandri, accompagna senza mai scuotere, senza quel guizzo che avrebbe potuto dare un’identità più forte alla serie.

Un ritratto generico della borghesia americana

Infine, sotto la superficie patinata, la serie vuole essere uno specchio della borghesia contemporanea: le relazioni tossiche, i segreti sepolti, il peso delle scelte e delle apparenze. Un tema attuale, visto il dilagare di una perfezione spesso fasulla.
Peccato però che Grosse Pointe resti sul vago, senza sporcarsi davvero le mani con un’analisi più profonda o un rischio narrativo concreto. Così, ciò che poteva essere una critica tagliente si riduce a un racconto borghese dalla patina un po’ troppo levigata.

Conclusione – Più potatura che fioritura

I segreti di Grosse Pointe è una serie che coltiva buone idee ma le innaffia male. C’è la voglia di raccontare la tensione sotto la perfezione, ma lo sguardo resta troppo in superficie. È un racconto borghese ben confezionato, che però si perde nei propri giochi di prestigio narrativo. E quando la siepe si apre, quello che c’è dietro non basta a sostenere lo spettacolo.

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I segreti di Grosse Pointe

  • Anno: 2025
  • Durata: 45 min
  • Distribuzione: National Broadcasting Company
  • Genere: Drammatico - Black Commedy
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Regia: Jenna Bans, Bill Krebs
  • Data di uscita: 22-August-2025