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Settimana internazionale della Critica

‘La moto’: l’erotismo giovane, estivo e selvaggio

Recensione de ‘La moto’, cortometraggio di Matteo Giampetruzzi in concorso nella Settimana internazionale della critica.

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La moto

La moto (2025) è un cortometraggio da 20 minuti in concorso nella Settimana Internazionale della Critica scritto e diretto da Matteo Giampetruzzi. A interpretare i protagonisti Luca e Valerio sono Lorenzo Cutillo e Francesco Filpa. I due, su un collinare sfondo campagnolo e rurale, a tratti quasi ameno, intessono una relazione erotica, rude, fatta di desiderio ossessivo da una parte e sfogo violento dall’altra.

Carnalità, violenza e devozione

Luca è un giovane ragazzo dall’apparenza timida e introversa, Valerio dal canto suo è più grande, virile e un appassionato di moto. I due, lontani da occhi indiscreti, si incontrano a più riprese per diversi rapporti sessuali. Ma se in Valerio non sembra esserci nient’altro che il temporaneo – violento – impulso carnale, Luca inizia a sviluppare una vera e propria ossessione per il ragazzo.

La moto è un corto che, proprio come a rappresentare i suoi protagonisti, si muove su due binari di attività e passività, di attesa e azione. Una caratteristica che viene messa in risalto dalla totale assenza di dialoghi – scelta molto suggestiva -, perché, a questo punto, Giampetruzzi riesce a focalizzare l’attenzione dello spettatore sul tempo filmico. A parlare non è Luca, ma la sua immagine desiderosa, impaziente, che, in attesa di un incontro con Valerio, riempie lo schermo costruendo una dimensione di stasi che aspetta impazientemente di essere disinnescata dalla sessualità.

Una storia di fisicità

La moto

E quando questa stasi estiva è interrotta è sempre perché irrompe sullo schermo l’elemento di virilità tanto agognato da Luca. Valerio è il suo idolo sessuale e, nella sua assenza, ne è il rimpiazzo la sua moto, con cui Luca – in un mash-up tra le fantasie adolescenziali di Chiamami con il tuo nome e quelle erotico/meccaniche di Crash – si masturba.

Il regista mette in scena un rapporto puramente istintuale, carnale fino alle viscere, tanto da raggiungere, letteralmente, la dimensione animalesca in più punti. Questa particolarità riesce a far vivere perfettamente l’azione – e non azione – del corto nella dimensione rurale in cui La moto si svolge. La sensazione è che anche la campagna, luogo idealmente più “selvaggio”, si possa muovere solamente su due binari di stasi ed esplosione e che, di conseguenza, sia lo sfondo naturale di un rapporto del genere.

La moto di Giampetruzzi è un progetto coerente, che a livello registico si muove su un tono volutamente asettico, quasi impersonale, ma che si sposa bene con la crudezza di alcuni momenti o con con quel calore immobile che contraddistingue i mesi estivi. Gli attori che interpretano Luca e Valerio riescono in un’interpretazione di livello, soprattutto nelle scene in cui non è necessario dire nemmeno una battuta, affidandosi solo alle loro espressioni, alla loro fisicità. Per questo si potrebbe definire La moto, più di ogni altra cosa, proprio come un film “fisico”, nelle tematiche, nella percezione del tempo e nella sua immagine così corporea.

Il minimalismo è una lama a doppio taglio

Detto questo, si sente la mancanza di una contestualizzazione più chiara dell’ecosistema sociale e relazionale su cui si basa il corto. Giampetruzzi tiene le cose sul semplice: due ragazzi, molto diversi tra loro, hanno una relazione sessuale tossica e clandestina. Però, il profilo psicologico di Luca e Valerio, non viene approfondito più di tanto, come il ruolo che ognuno dei due ricopre all’interno del paese.

Molte cose, in realtà, sono intuibili, soprattutto perché è facile sovrapporre La moto a uno storico mediale che ha già ampiamente rappresentato storie queer di questo tipo. Si poteva, però, dedicare del tempo a mostrare con più chiarezza l’ambiente in cui vivono i due, senza togliere nulla allo spirito silente e visivo del film. Si è optata per un’esposizione molto minimale – una scelta comprensibile dato che, in fin dei conti, si sta pur sempre parlando di un cortometraggio – che, se effettivamente contribuisce ad alimentare una certa suggestività, toglie spessore a due protagonisti che forse potevano essere maggiormente approfonditi.

 

La moto

  • Anno: 2025
  • Durata: 20'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia, Danimarca, Spagna
  • Regia: Matteo Giampetruzzi