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Settimana internazionale della Critica

‘Ish’ di Imran Perretta: la paura di crescere in un’Inghilterra sotto sorveglianza

Un potente film di formazione sospeso tra innocenza e subdolo controllo, dove l’amicizia di due ragazzi londinesi di seconda generazione diventa metafora di un’Inghilterra segnata da diffidenza e discriminazione.

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Ish Imran Perretta SIC 2025 Venezia

Presentato in concorso alla Settimana Internazionale della Critica nel contesto dell’82esima Mostra del Cinema di Venezia, Ish è l’esordio nel lungometraggio di Imran Perretta, regista e artista britannico già noto per le sue opere visive e sonore incentrate su sorveglianza, identità e marginalizzazione.

La SIC di quest’anno, alla sua 40esima edizione, offre particolare spazio al nuovo cinema britannico che si conferma come una new wave potente ed ispirata, capace di produrre titoli attuali e dal valore artistico notevole. Frutto di una coproduzione tra Primal Pictures, Home Team e Good Chaos, con il sostegno di BBC Film e BFI, Ish ha trovato fin da subito una collocazione internazionale di prestigio. È stato selezionato nella vetrina “Great 8” al Marché di Cannes 2025, confermandosi tra le opere britanniche emergenti più interessanti e attese dell’anno.

Quello che L’Odio non ci ha insegnato

Nei sobborghi londinesi tinti di un bianco e nero pallido che ricordano la Parigi de La Haine, Due dodicenni, Ish e Maram, vedono incrinarsi la propria amicizia dopo una traumatica esperienza di “stop and search” da parte della polizia. L’infanzia, sino ad allora fatta di giochi e complicità, si trasforma in una zona d’ombra attraversata da paure, sospetto e consapevolezze premature. L’opera si muove tra dimensione intima e politica, diventando racconto di formazione e, insieme, atto d’accusa implicito contro le discriminazioni sistemiche.

Perretta traduce la sua poetica installativa in cinema narrativo con un linguaggio che rifiuta la spettacolarizzazione. Immagini sospese, suoni urbani frantumati, silenzi improvvisi: tutto contribuisce a un’esperienza sensoriale che mette lo spettatore in uno stato di allerta, come i protagonisti stessi. È un cinema che non cerca scorciatoie consolatorie, ma costringe a confrontarsi con la brutalità delle strutture di potere che governano i corpi. Un’ esperienza che, se vissuta in sala, sa colpire anche fisicamente.

C’è l’inquietudine di quello che si sente fortissimo, ma non si vede. In diversi momenti del film questo concetto di pericolo incombente ritorna, insinuandosi anche nelle scene apparentemente più innocue: un pomeriggio a giocare a nascondino, il passaggio sotto una telecamera di sorveglianza. “Pensi che mi preoccupi delle persone che ci guardano?”, chiede uno dei ragazzi. Fin dai primi minuti emerge un concetto chiave: puoi provare a nasconderti, ma “loro” saranno sempre lì a guardarti. E “loro” non scherzano mai.

Ish, Imran Perretta @40. SIC Settimana Internazionale della Critica

Ish, Imran Perretta @40. SIC Settimana Internazionale della Critica (Property of Ish film Ltd)

L’occhio che vede tutto (ma non indiscriminatamente)

Il cuore del film è la perdita dell’innocenza. La violenza invisibile e burocratica della sorveglianza penetra nel quotidiano, imponendo ai bambini un’identità marcata e stigmatizzata. Qui Ish entra nel merito di quei titoli che sanno raccontare la complessità della crescita in contesti multiculturali. Ma rispetto ad altri film, Perretta spinge ancora più in là la riflessione: non c’è solo il dramma sociale, c’è un sistema che struttura e normalizza la discriminazione, costringendo le vittime ad una vita tormentata per necessità e ostile per sopravvivenza.

L’intervista a Beatrice Fiorentino, direttrice della SIC Settimana Internazionale della Critica

Ish mette in bocca ai suoi protagonisti sentenze secche e rivelatrici: “la polizia targettizza i musulmani”, “ci ricordano che siamo osservati”. Non sono slogan, frasi ad effetto, ma confessioni spontanee che rivelano un contesto sociale aggressivo, fatto di sospetti e stigmatizzazioni. La genuina amicizia tra Ish e Maram si muove su questo sfondo avvelenato, tra la crescente insofferenza del Regno Unito verso le comunità arabe e la necessità di adattarsi. Maram arriva persino a camminare in un modo particolarmente intimidatorio ma simpaticamente grottesco quando si trova in mezzo alla gente: “sei quello che mostri agli altri”, dice, e in quella frase c’è la consapevolezza di un’identità continuamente sotto osservazione, giudicata.

Il film non si limita a raccontare un episodio traumatico, ma svela il meccanismo più ampio di un’Inghilterra post-Brexit segnata da un linguaggio politico sempre più polarizzato, dove la retorica securitaria e i controlli razziali hanno trovato nuovo terreno fertile. Lo “stop and search” diventa qui una lente che mostra come l’apparato statale non solo controlli i corpi, ma li definisca, li incaselli, li riduca a minaccia potenziale. La fragilità dell’adolescenza viene così violentata da un sistema che, più che proteggere, isola e punisce.

Ish Imran Perretta SIC 2025 Venezia

Ish, Imran Perretta @40. SIC Settimana Internazionale della Critica (Property of Ish film Ltd)

Rabbia e senso di colpa: sono solo ragazzi, no?

Con il sostegno istituzionale e la circolazione nei principali festival, come appunto la Settimana Internazionale della Critica a Venezia 82, Ish ha tutte le carte in regola per raggiungere il pubblico internazionale. Ma al di là delle fredde prospettive industriali, ciò che colpisce è la sua radicalità: un cinema capace di parlare ai festival e allo stesso tempo di lasciare un segno politico chiaro. È un’opera che interroga non solo le vite dei suoi personaggi, ma anche lo sguardo dello spettatore, mettendo in crisi il nostro modo di percepire l’innocenza e la colpa, il senso di umanità e i pregiudizi.

Quelli di Ishmail e Maram, raccontati nel film, sono gli infiniti e nostalgici pomeriggi che tutti i ragazzini meritano di vivere. Ma il destino sembra non concederlo. Per motivi lontani alla loro comprensione non se li meritano, e Perretta ce lo ricorda più volte. Alla fine, Ish non distrugge né smaschera, ma, muovendosi nel bianco e nero di una Luton periferica e tristemente inglese, mostra il grigio che si stende tra due strade opposte: la vita di strada, sporca, illegale, e il rifugio della famiglia, unico lume di speranza di fronte a un futuro che appare già segnato.

Ish segna un esordio che unisce impegno civile e delicatezza narrativa, fa emergere la rabbia del suo autore collocandolo nel solco dei migliori debutti britannici degli ultimi anni. Con la sua fusione di intimità e denuncia sociale, Perretta si afferma come voce necessaria: non solo un autore promettente, ma un artista che ricorda come il cinema debba ancora essere, prima di tutto, uno strumento di resistenza.

Taxidrivers alla Biennale di Venezia 2025

Ish

  • Anno: 2025
  • Durata: 89'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Regno Unito
  • Regia: Imran Perretta