Sempre più serie TV e film amati vengono riproposti sotto forma di revival, reboot o rivisitazioni  e risulta difficile capire quali resteranno davvero impressi nella memoria collettiva. Sicuramente non And just like that…
Ma, nonostante un rifiuto personale, si può davvero dimenticare ciò che si è già visto? Mandare indietro la pellicola in una sorta di magico Rewind e cancellare tutto ciò che è stato prodotto ?
Forse, anzi sicuramente, oggi tutto dipende dal gusto personale: difficile esprimere un consenso collettivo. In questo scenario, And Just Like That rappresenta un caso particolarmente interessante. Il revival di Sex and the City firmato da Michael Patrick King, non ha mai raggiunto pienamente un largo gradimento rispetto alla serie originale, ma ha comunque attirato l’attenzione per tre stagioni consecutive, generando dibattiti e conversazioni continue.
Personaggi storici come Carrie (Sarah Jessica Parker) e Miranda (Cynthia Nixon) hanno visto le loro storie cambiare profondamente rispetto al modo in cui avevano concluso il loro precedente percorso, e nuovi volti e trame hanno ampliato ulteriormente l’universo di SATC.
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Ora che il finale di stagione ha lasciato aperti molti fili narrativi, alquanto discutibilmente, è lecito chiedersi cosa resterà di questo serial aldilà del pastiche  intravisto soprattutto nell’ultimo episodio.
Quali elementi resisteranno nella memoria (sicuramente non il water intasato di Miranda) e quali sono già stati dimenticati?  Il rapporto con i personaggi iconici è stato compromesso in modo irreversibile, o si può semplicemente mettere da parte tutto come un esperimento poco riuscito?
Singletudine (spoiler alert)
L’amore è stato sicuramente grande protagonista anche di questa ultima stagione di AJLD, innegabile sentimento motore di tutte le storyline proposte dalla serie. L’eredità di Sex da questo punto di vista non è stata tradita. Tutte e tre le amiche si sono interfacciate sul modo in cui l’amore possa evolversi e superare varie difficoltà. Carrie, dopo la morte dell’amato Big e la seconda chance con Aidan, archiviata anche la storia con lo scrittore Duncan, riflette sulla sua condizione di single; Miranda alle prese con una gravidanza inaspettata e il suo futuro nuovo ruolo di nonna; Charlotte, identificata completamente  come moglie e madre.
Anche i nuovi personaggi acquisiti da And just like  hanno concluso il loro racconto con una trionfale dichiarazione d’amore verso il valore del matrimonio ma il frame finale è la consapevolezza acquisita dalla protagonista per eccellenza, Carrie: si può vivere bene anche da soli. Il tema della singletudine, da sempre al centro del serial d’origine, ha dominato anche l’ultimo episodio di And just like , con Carrie alle prese con i vari luoghi comuni legati all’essere single. Dal partner fantoccio  al ristorante, alla consegna delle torte personali ai vari amici, vediamo Carrie ripiombare nella sua situazione storica di single come se tutti gli ultimi eventi della sua vita non fossero accaduti. Un po troppo forzato.
And Just Like That: luci e ombre
And Just Like That ha sicuramente  il merito di aver riportato sullo schermo alcuni dei personaggi più amati della TV, risvegliando un’ondata di nostalgia tra i fan storici. Rivedere Carrie, Charlotte e Miranda nella New York contemporanea ha avuto un forte impatto emotivo su tutti noi, mostrandoci  donne over 50 alle prese con relazioni, lutti, nuovi inizi e crisi identitarie. Inoltre, l’introduzione di personaggi come Seema ha arricchito il racconto con nuove prospettive, mentre l’estetica glamour, abiti, locali, atmosfere, ha mantenuto viva l’identità visiva della serie originale.
Non sono mancate però le criticità. Uno dei problemi principali riguarda l’evoluzione (spesso incoerente) dei personaggi storici. Miranda, in particolare, è stata stravolta in modo poco credibile, suscitando frustrazione in molti spettatori. Il ritorno di Aidan, poi, è stato visto da gran parte del pubblico come una scelta narrativa debole e ripetitiva, culminata in un modo forzato che ha dominato negativamente la terza stagione.

Samantha spirito di Sex
Ma l’assenza più sentita, da subito, è stata quella di Samantha Jones, interpretata da Kim Cattrall. La sua energia, il suo spirito provocatorio e la sua ironia tagliente erano parte essenziale del DNA della serie originale. La sua mancanza ha lasciato un vuoto evidente, che neanche un cameo fugace (peraltro fuori contesto) è riuscito a colmare. Senza di lei, la dinamica tra le protagoniste risulta sbilanciata e meno incisiva, perdendo parte di quella spontaneità e di quel carisma che aveva reso il gruppo così iconico.
Anche la gestione del personaggio di Che Diaz ha sollevato polemiche: nato con l’intento di portare inclusività e novità, è finito per diventare una figura caricaturale, con una scrittura che ha penalizzato tanto loro quanto Miranda. Molte storyline secondarie sono state abbandonate o lasciate senza una vera conclusione, e il finale di serie ha lasciato un senso di incompiutezza. Il tono generale oscilla spesso in modo confuso tra commedia e dramma, senza mai ritrovare quella brillantezza nei dialoghi e nell’umorismo che aveva reso l’originale così incisiva.

And Just Like That …. E fu così che…
Ma quello che davvero non può essere perdonato a questo sequel poco riuscito è l’aver tradito quella che era l’idea dell’amore stesso in SEX: Mr Big. Non solo l’amato personaggio è stato ‘fatto fuori’ nei primi episodi del revival, ma addirittura Carrie, dopo aver ritrovato Aidan,  ha più volte rinnegato la grandezza del  sentimento provato per lui, ridimensionandolo in più occasioni.
Tra momenti riusciti e numerosi passi falsi il serial ha provato a reinventarsi, ma non sempre con coerenza. Per alcuni resterà un’  imperfetta,  ma curiosa dimensione alternativa ad un serial iconico e perfetto ma, per molti solo un triste esperimento da dimenticare.
And just like that  4 non ci sarà. Carrie conclude il suo viaggio