Tra i giurati del Figari International Short Film Fest anche l’attore Andrea Dodero, tra i protagonisti della serie Blocco 181, nel cast di The Good Mothers, ma impegnato anche su set internazionali.
Nella cornice del festival abbiamo fatto alcune domande ad Andrea Dodero chiedendogli dell’esperienza di giurato, ma parlando anche della sua carriera.
– Per l’immagine di copertina si ringrazia l’ufficio stampa del festival –
Andrea Dodero come giurato
Sei nella giuria del Figari International Short Film Fest. Cosa significa per te? Cosa significa per un giovane attore avere questa responsabilità?
Parli giustamente di responsabilità, ma tengo a ribadire una cosa che dico sempre, cioè che io faccio un mestiere che è intrattenimento. Essere giurato al Figari è stato bello, una responsabilità, ma anche un piacere ovviamente. Non salvo vite facendo l’attore e quindi non mi sento mai addosso una responsabilità troppo grande. Mi limito a fare semplicemente intrattenimento, ed è meraviglioso.
È stato bellissimo vedere dei cortometraggi da spettatore, ancora prima che da giovane professionista, ed è stato emozionante, visto che ho trovato tutti i film belli e interessanti. Sono tutti riusciti a trasmettermi qualcosa e a colpirmi.
Quindi nel complesso un’esperienza positiva?
Super positiva! Poi non ho sempre la possibilità di vedere cortometraggi. Abbiamo tutti le piattaforme e poi c’è la sala, ma lì si vanno a vedere i lungometraggi. Di cortometraggi ne vedo veramente pochi, magari di miei amici, collaboratori, persone che conosco.
Al momento ho avuto modo di prendere parte solamente a un cortometraggio e mi dispiace perché il metodo e i tempi di lavoro per un corto sono diversi e interessanti. Di solito si hanno a disposizione cinque giorni, però paradossalmente si ha un tempo più dilatato con la storia concentrata, gli obiettivi da raccontare, da definire, quindi c’è una cura maggiore.
Poi in questo festival, come penso anche negli altri, ci sono delle vere e proprie magie. Ho trovato, per esempio, un cortometraggio prodotto da Spike Lee, sul rapporto tra un padre e un figlio, che immagino abbia avuto un budget importante, e accanto a questo alcuni corti autoprodotti o con budget limitati che hanno comunque qualcosa da raccontare.

Foto gentilmente concessa dall’ufficio stampa del festival
C’è (stata) quindi una grande varietà sotto tutti i punti di vista.
Sì, esatto. Poi la cosa bella è che ti ritrovi a parlare con altri giurati di tutta questa varietà e soprattutto di cosa è arrivato a ognuno di noi. E nessuno racconta in modo assoluto anche perché prima di tutto io sono uno spettatore che a questo mestiere si è avvicinato proprio guardando le opere e poi perché in queste non sono parte integrante del cast.
Cosa osserva un attore
Hai anticipato la mia prossima domanda, perché è vero che sei spettatore, ma sei comunque anche attore. Quindi come lavora un attore in quanto giurato? Cosa osservi? C’è, per esempio, un aspetto al quale presti più attenzione, anche per deformazione professionale?
Questa è una bella domanda perché è difficile. Spesso mi capita, soprattutto con i progetti italiani, di conoscere magari qualcuno, o l’interprete o la persona all’interno del progetto, o il progetto stesso e divento, per forza, un po’ tecnico. In queste sere del Figari non è successa questa cosa, quindi è interessante questo aspetto, perché mi sono lasciato andare. Poi devo specificare che ho giudicato i corti internazionali e di animazione e quindi un linguaggio diverso, proprio a livello di narrativa, ed è stato interessante perché trovo sia un buon modo anche per viaggiare, un arricchimento.
Insomma esperienza più che positiva dalla quale esci soddisfatto.
Sì, molto. Poi è in un posto meraviglioso, la Sardegna, questa macchia del Mediterraneo, che si presta a unire immagini, corpo e anima. Poi hai modo anche di conoscere registi, attori internazionali…
Andrea Dodero come Mahdi
Non posso non chiederti della tua carriera. Sei uno dei protagonisti di Blocco 181, una serie tutt’altro che banale e lineare. Già nella prima stagione si notava un’impronta diversa rispetto a tante altre serie più tradizionali, nella seconda è ancora più evidente. Come hai lavorato per dar vita al tuo personaggio?
Blocco 181 è il primo progetto a cui ho preso parte, il mio esordio, ed è stato meraviglioso e complicato allo stesso modo. Praticamente è stato il mio primo approccio a questo mestiere e mi è servito anche per capire come muovermi. Con Blocco 181 mi sono innamorato ancora di più di questo mestiere che non mi ha fatto rimanere solo uno spettatore desideroso di fare questo mestiere, ma qualcosa di più.

Venivo dal teatro amatoriale prima di questa serie e poi ho avuto la fortuna di partecipare a una bellissima produzione, The Good Mothers, che mi ha fatto conoscere il regista internazionale Julian Jarrold che è stato poi affiancato da Elisa Amoruso. Successivamente è arrivato il terzo film, The Equalizer ed è stato quasi più un compimento psicologico che altro.
Ho elencato tutti i titoli anche velocemente per fare una panoramica e perché penso che se ripercorri troppo passi, poi non ti ricordi neanche più come sono andate le cose. A volte si rischia di perdere un po’ di magia.
Quello che hai detto, però, corrisponde anche al tuo percorso perché hai rotto il ghiaccio in maniera anche brutale con Blocco 181 che credo ti abbia aiutato forse anche per i ruoli che hai citato e che sono stati successivi.
Il tutto parlando anche poco inglese. Ora lo sto studiando anche perché sono su un set internazionale al momento, però la cosa interessante è che sono stati pochi progetti, ma molti internazionali.
Quindi questo è stato il vero viaggio.
Infatti! In The Equalizer sei con Denzel Washington…
Sì, e con Antoine Fuqua, che è il regista, e con Robert Richardson, il direttore della fotografia di Tarantino.
E poi la cosa particolare che colpisce è che secondo me ci sono dei richiami tra i vari personaggi che hai interpretato.
Sì, poi io sono dell’avviso che il personaggio agisce sulla base di come è scritto. Non credo di aver mai condiviso totalmente il discorso dell’entrare nel personaggio perché credo che le sue scelte siano dettate da chi lo scrive e da chi lo dirige. Io agisco sulla base di quelle indicazioni che mi vengono fornite.
Il metodo
A proposito dell’entrare e non entrare nel personaggio, volevo chiederti proprio come lavori, se in sottrazione o se aggiungi qualcosa di tuo. Te lo chiedo anche perché i personaggi che hai interpretato sono ben lontani da te. Torno su Blocco 181 e sul tuo personaggio che, a differenza degli altri due, è come un diesel perché comincia a carburare soltanto in un secondo momento, ma poi quando parte e vuole raggiungere un qualsiasi suo obiettivo, non lo ferma nessuno. Forse proprio per questo è più umano e vicino al pubblico. Lo si impara ad apprezzare in un secondo momento.
Grazie, ti ringrazio per questa analisi su Mahdi. È interessante come cosa.
E credo che anche gli altri tuoi personaggi, al di là di quelli completamente negativi, siano collegati a questo modo di essere.
Sì. Un personaggio al quale sono particolarmente legato è Carmine Venturino di The Good Mothers. Sono molto contento e soddisfatto di quel personaggio lì che si inserisce molto bene all’interno della storia. Perché poi è un personaggio complesso, con mille sfaccettature che ho cercato di raccontare prima al provino e che poi spero di essere riuscito a raccontarlo sullo schermo.
Progetti futuri per Andrea Dodero
Prima hai detto che adesso sei su un set internazionale…
Esatto. Sono sul set di Almost Everything That Breaks Bianca. Abbiamo iniziato la prima parte e poi dovremo girare la seconda.
Poi ti posso dire di un film che è una storia autoriale ed è diretta dal registra indiano Pan Nalin che aveva realizzato The Last Film Show. Si tratta di un regista molto apprezzato e adesso, lavorandoci insieme, capisco il perché. È un regista che si emoziona, si commuove mentre racconta e questo è molto bello e lo rende ancora più vicino. Poi ci sono anche altre cose in ponte, ma ancora top secret.
Ma solo impegni come attore?
Per il momento sì, anche se non ti nascondo che sto scrivendo qualcosina, ma è troppo presto per parlarne.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli