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Figari international short film festival

‘CAUGHT IN 4K’: l’infanzia sotto sorveglianza o sorvegliata?

Un cortometraggio sulla crescita accelerata, l’assenza dei genitori e il cellulare come un surrogato affettivo

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Presentato in anteprima mondiale al Flickerfest International Short Film Festival 2025in Australia, e ora in concorso al Figari International Short Film Fest 2025 in Italia, CAUGHT IN 4K è un cortometraggio diretto da Adriana Mrnjavac e Nicole Stigler, due giovani registe austriache che dimostrano una sensibilità tagliente nel leggere la fragilità del nostro tempo.

15 minuti per raccontare la storia di Ava, undici anni, un viso ancora da bambina e uno smartphone tra le mani. Le basta una connessione Wi-Fi per diventare qualcun altro. O meglio, per diventare finalmente vista.

La performance dell’identità

“Qual è la password del Wi-Fi?”

chiede Ava mentre la connessione rallenta. Accanto a lei, l’amica gioca con i Playmobil, ancora immersa in una dimensione infantile. Ava, invece, mente per tornare a casa e ritrovare la sua privacy digitale: scorre feed, imita balletti, manda foto a un contatto che le scrive in privato. La voce dell’utente Tom_X12 risulta inizialmente dolce, ma le richieste diventano ben presto invadenti.

La protagonista, interpretata da Rada Rae, è più interessata a piacere agli sconosciuti online che a vivere il presente. La domanda

“non hai caldo con quella felpa?”

non è innocente. È l’inizio di una manipolazione: prima una foto, poi un’altra.

L’estetica del pericolo

La fotografia è brillante, satura, vivace, come lo sono le interfacce delle piattaforme social. Ma sotto quella superficie colorata pulsa una tensione costante. I colori iperstimolanti non proteggono: seducono.

Ricorda l’ossessione per l’immagine vista in Cam (Daniel Goldhaber), dove la protagonista si vede rubare l’identità online da un algoritmo che la imita alla perfezione. Ma anche il disagio psichico e il dissociarsi della realtà affrontato in Perfect Blue di Satoshi Kon: là dove lo sguardo degli altri diventa una minaccia costante, e il corpo dell’identità crolla sotto il peso del consenso.

In CAUGHT IN 4K, il pericolo non è più distante o mascherato. È qui, subito accessibile, tra un filtro bellezza e una reaction in chat. Un utente le chiede i piedi. Un altro le scrive che è bella. Il tutto mentre Ava si trucca, in diretta, sotto lo sguardo di decine di sconosciuti. Tra questi, anche Tom_X12, che le scrive di provare un rossetto rosa. Lei lo fa. Per compiacerlo.

Psicologia dell’ombra e solitudine digitale

Secondo la psicologia analitica di Carl Gustav Jung, l’ombra rappresenta ciò che viene rimosso, dimenticato, ignorato. Ava incarna l’ombra dell’infanzia moderna: una bambina sola, abbandonata, che cerca nello schermo una conferma, una carezza, un applauso.

Il vuoto educativo lasciato dagli adulti viene riempito dallo smartphone. La tecnologia non è la causa del male, bensì il suo strumento. Ava è l’unica che cresce, troppo in fretta, rispetto all’amica che può ancora permettersi di rimanere piccola. Due infanzie che non viaggiano più insieme, separate da un algoritmo.

Uno studio recente rivela che il 94% dei minori tra gli 8 e i 16 anni utilizza uno smartphone, con il 68% che ne possiede uno personale. Di questi, il 28% lo riceve prima dei 10 anni. Ma chi accompagna questi bambini mentre imparano a mostrarsi, a piacere, a vendersi?

CAUGHT IN 4K non è un corto che vuole insegnare. È un atto d’accusa silenzioso, visivo, disturbante. Una denuncia contro l’assenza. Un’assenza che sembra colmarsi solo attraverso lo smartphone.

Mrnjavac e Stigler firmano un lavoro lucidissimo, dove le immagini non accarezzano, bensì tagliano. E ci ricordano che oggi non è necessario essere adulti per essere esposti. Basta avere una connessione.

CAUGHT IN 4K

  • Anno: 2025
  • Durata: 15 minuti
  • Genere: Drama
  • Nazionalita: Austria
  • Regia: Adriana Mrnjavac e Nicole Stigler