I The Jackal sono tornati e hanno portato con sé il loro umorismo, la loro passione e la loro meta-narrazione distintivi nella seconda stagione di Pesci Piccoli, ora in streaming su Prime Video.
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Pesci Piccoli 2 riprende esattamente da dove si era interrotta la prima: all’interno della caotica, comicamente poco performante, ma stranamente adorabile agenzia di comunicazione “The Tree of Us”. Nonostante le risate siano abbondanti, ciò che rende speciale questa stagione è la sua capacità di fondere premesse bizzarre con commenti taglienti e una sorprendente dose di sentimento.
Umorismo con uno Scopo
Ogni episodio di Pesci Piccoli 2 è una mini-odissea, che presenta ai personaggi sfide assurde che rispecchiano abilmente le tensioni del mondo reale nell’era digitale. Che si tratti di convincere un influencer disinteressato a realizzare un reel, di ricorrere a misure estreme per cancellare l’ossessiva conoscenza di Ciro di Titanic, o di immergere Fru in un mondo animato psichedelico dove deve confrontarsi con i suoi demoni interiori – che poi prende una svolta surreale nel Fantabosco – le storie rimangono deliziosamente imprevedibili.
Ma sotto la superficialità di base si cela una corrente di riflessione. The Jackal non mira solo a far ridere, ma a dare un significato. Ogni episodio si conclude con una morale, espressa direttamente o nascosta sottilmente nel caos, a ricordarci che la migliore commedia spesso ci mette davanti a uno specchio.

Volti noti, situazioni nuove
I fan del canale YouTube di The Jackal saranno lieti di vedere alcuni dei loro ospiti fissi preferiti fare la loro apparizione. Dall’affascinante Maestro Beppe Vessicchio, alle menti pop-science di Geopop, fino a Matto Varini, i cameo sono al tempo stesso nostalgici e sapientemente integrati nelle trame, senza mai apparire forzati o gratuiti.
È una dimostrazione del talento di The Jackal nel costruire mondi in cui queste apparizioni sembrano estensioni organiche dell’universo di Pesci Piccoli.
L’effetto TikTok (in senso positivo)
Un’aggiunta degna di nota di questa stagione è il coinvolgimento di diversi influencer di TikTok che introducono una nuova dinamica nella serie. In un’epoca in cui i media tradizionali e i social media sembrano spesso in contrasto, Pesci Piccoli 2 riesce a colmare il divario in modo intelligente e coinvolgente. Gli influencer non diluiscono la narrazione o l’integrità della serie; al contrario, contribuiscono a un commento più ampio sulla comunicazione e la visibilità moderne.
Piuttosto che assecondare la Generazione Z, la serie accoglie la presenza di queste star digitali come riflesso di come il panorama della creazione di contenuti stia cambiando. In questo modo, Pesci Piccoli mantiene la sua attualità, senza sacrificare la sofisticatezza comica che i fan si aspettano da The Jackal.

L’agenzia resiste ancora
La piccola agenzia di comunicazione rimane il cuore della serie, sia letteralmente che metaforicamente. I personaggi – esagerati ma dolorosamente riconoscibili – affrontano le assurdità del lavoro in un’agenzia a basso budget che cerca (e spesso fallisce) di stare al passo con un mondo dominato da tendenze, statistiche e dalla fugace promessa di viralità. I loro fallimenti sono esilaranti, ma le loro intenzioni sono sempre umane.
Che si tratti dei disperati tentativi di Aurora di rimanere professionale quando l’amore bussa alla porta, dello stile manageriale impacciato di Fabio o delle avventure sempre più surreali di Fru e Ciro, il cast continua a offrire alchimia, tempismo e la giusta profondità emotiva per tenervi incollati.
Coesione nel Caos
Nonostante la natura episodica della serie, Pesci Piccoli 2 sembra strettamente intrecciata. C’è un ritmo nella narrazione che lega ogni avventura apparentemente casuale a un tema centrale: affrontare l’assurdità della vita nell’era digitale cercando di rimanere autentici. Il montaggio è impeccabile, il ritmo serrato e la scrittura, anche quando sconfina nell’assurdo, è intelligente e articolata.
È raro che una serie comica riesca a bilanciare una creatività così eccentrica con una narrazione coerente, ma Pesci Piccoli 2 ci riesce con apparente facilità. Il caos ha sempre uno scopo.

Un acquario più grande, stessi pesci fantastici
Pesci Piccoli 2 è una chiara evoluzione di ciò che The Jackal ha costruito per anni: un linguaggio condiviso fatto di umorismo, ironia e introspezione che si rivolge direttamente al mondo dei creatori di contenuti, delle agenzie media e degli spettatori che vivono con un piede nella realtà e l’altro nell’algoritmo.
La serie è leggera senza essere superficiale, consapevole senza essere presuntuosa e sciocca senza mai diventare insignificante. È raro trovare una commedia che rispetti l’intelligenza del suo pubblico pur rimanendo profondamente accessibile, ma The Jackal ce la fa ancora una volta.
Se la prima stagione è stata un promettente tuffo in piscina, Pesci Piccoli 2 è un tuffo sicuro, a dimostrazione che la vita può anche essere un acquario, ma questi piccoli pesci sanno come creare grandi onde.