Per accendere al Mondo è aperto, in programma nella nuova sezione di cinema espanso dell’Unarchive Found Footage Fest si oltrepassa una piccola porta del vicolo Moroni a pochi passi dal cinema Intrastevere. La prima di tante porte che Virginia Eleuteri Serpieri ha deciso di raccontare. Oltrepassato l’ingresso si accede a quella che sembra una proiezione da salotto con un grande schermo bianco centrale e due piccoli schermi laterali, con immagini fisse di antiche mappature della città eterna.
Portali magici e cinema aperti
Tutto ha inizio dal “mundus” una voragine, un pozzo dell’antica Roma che secondo la leggenda si apriva tre volte l’anno per collegare il mondo dei vivi a quello dei morti. La cornice del racconto di Amor si restringe, fino a coincidere con lo spioncino di un portone nelle sequenze d’archivio sul funerale di Pier Paolo Pasolini. I volti sovrapposti di uomini, donne e ragazzi sbigottiti, alcuni sorridenti per la sorpresa di essere inquadrati dalla macchina da presa. Mundus patet, il mondo è di nuovo aperto, la morte si riaffaccia alla vita. Il passato, quello del 5 novembre 2025 si apre al nostro presente.
Le porte mondo sono voragini e io le continuo a oltrepassare. Virginia Eleuteri Serpieri

Roma è una città di porte e di buchi. Le porte di Roma sono un labirinto di scatole cinesi, sono buffe, paurose e magiche come l’entrata della Serra Moresca che appare nella lunga carrellata di immagini raccolte dalla regista. Ci sono poi le porte degli artisti romani, Elsa Morante, Amelia Rosselli, Federico Fellini, Michelangelo Buonarroti e la porta di Sandro Pertini. Il cortometraggio-documentario sembra proseguire il discorso di Amor, mantenendo il forte carattere personale come motivazione primaria. Dove nel primo film il tema della morte era legato a un episodio familiare qui diventa universale, ciò che rimane invariato è l’interesse per Roma e per i suoi tanti segreti, alcuni scovati dietro una porta chiusa.