La proiezione dell’ultimo film del regista romeno Andrei Ujica, TWST-Things we said today, dopo il passaggio a Venezia 81 fuori concorso ha aperto la terza edizione dell’Unarchive Found Footage Fest, in programma dal 27 al 1 giugno nel cuore di Trastevere. Il regista ama mescolare alle sue opere la letteratura e anche in questo caso l’incipit del film riprende un suo racconto giovanile, La ragazza che amava le farfalle.
La ricostruzione di un fine settimana
Come anticipato dal regista presente in sala, è la ricostruzione di un fine settimana, quello del 15 agosto 1965. In realtà è qualcosa di più. Quello che inizialmente sembra un rimontaggio didascalico della cronaca visiva dell’arrivo dei Beatles a New York nel 1965, arrivati nella metropoli per il loro grande concerto allo Shea Stadium, il primo concerto in uno stadio, diventa il viaggio voyeuristico di un giovane misterioso che diventa la voce narrante della storia, incarnazione del movimento giovanile dei primi anni ’70. I Beatles scendono dal loro aereo e vengono accolti dalle folle urlanti di giovani adoratrici, inizia una conferenza stampa caotica dove le voci dei giornalisti si accavallano disordinate, mentre i quattro musicisti rispondono beffardi.

Due giovani narratori animati
La presenza di un narratore extradiegetico è suggerita dalla prima sequenza, dove da una ripresa in una stazione radiofonica l’attenzione si ferma su una macchina da scrivere e sul foglio vuoto in cui appaiono i titoli di testa. Il suo nome è Geoffry, figlio di uno dei due radiofonici che a inizio film ascoltano sorridenti un pezzo dei Beatles, il suo corpo disegnato, abbozzato e bidimensionale tracciato a matita compare per la prima volta in quell’affollata sala conferenze e da lì esce fuori, si lascia i Beatles alle spalle, e inizia a raccontare la città secondo il suo personale punto di vista. “L’estate è la stagione più bella perché non ti senti obbligato a fare qualcosa, è la stagione della libertà”. Il parlare di Geoffry è frammentario e poetico, sintomatico della necessità di quell’evasione che tutti i giovani in quegli anni ricercavano.
È un corpo alieno dal materiale d’archivio usato da Ujica, si imprime sulle pellicole in bianco e nero, si avvicina ai corpi reali filmati, incuranti della sua presenza, come la coppia seduta dietro di lui in un bar. Geoffry non è l’unico giovane girovago newyorkese a scontrarsi con un momento decisivo della storia della musica che ha coinciso con il fervore della rivoluzione giovanile.
Dopo i Beatles non siamo più tornati al mondo pre-pop (Andrei Ujica)
Il riuso d’archivio e l’animazione
A condividere questo momento culturale decisivo con Geoffry c’è anche Judith, una ragazza pronta ad assistere al concerto con due sue amiche. I disegni di Geoffry e Judith sono opera dell’artista Yann Kebbi. Con TWST Andrei Ujica ha dato nuova linfa a un momento culturale decisivo che innumerevoli espressioni filmiche avevano già documentato, basti pensare al documentario The Beatles at She Stadium (1966). Tra i materiali rimaneggiati dal regista ci sono film in pellicola, notiziari televisivi, filmati amatoriali e di famiglia.
Ad Andreji Ujica l’Unarchive dedica una masterclass e il suo film è un ottimo punto di partenza per riflettere sul rapporto tra il riuso d’archivio e il cinema di animazione, un tema che è al centro del panel Archivi animati. Storie, teorie e pratiche in programma il 30 maggio all’orto botanico.