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‘Remixing Industrial Pasts’ – Tra progresso e declino industriale

In concorso all'Unarchive Found Footage Festival, il cortometraggio esplora l'identità della regione del Minett, cuore pulsante dell'industria siderurgica lussemburghese.

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Remixing Industrial Pasts

Remixing Industrial Pasts è un cortometraggio sperimentale diretto da Chiara Ligi e Mauro Macella, in concorso all’Unarchive Found Footage Fest. In soli 22 minuti, l’opera esplora l’identità della regione del Minett, cuore pulsante dell’industria siderurgica lussemburghese. Attraverso un montaggio di immagini d’archivio e una colonna sonora immersiva, il film racconta la trasformazione di un paesaggio e di una comunità plasmati dal progresso industriale e dal suo successivo declino.

Remixing Industrial Pasts

Remixing Industrial Pasts – Una narrazione visiva

Il linguaggio visivo è costruito con grande attenzione. Lo schermo è spesso diviso in tre, con flussi di immagini che scorrono in parallelo: fabbriche, treni, binari, operai, ingranaggi, miniere. Il passaggio dal bianco e nero ai colori (visibilmente ritoccati) crea l’effetto di una realtà manipolata, come se anche il progresso fosse un’illusione estetica. 

Non c’è narrazione verbale e a guidare lo spettatore è l’alternanza di suoni: rumori metallici, ritmi di catene di montaggio, suoni meccanici che si sovrappongono a scene di vita quotidiana, bambini che dormono e che vanno a scuola. È come se la fabbrica avesse invaso ogni angolo della vita, anche quello più intimo. In certi momenti il suono diventa quasi un carillon, ma sempre con sottofondo industriale, alienante.

Remixing Industrial Pasts – Progresso e declino

Il cortometraggio mostra anche i lati “positivi” del progresso industriale: la vita urbana, lo sport, la piscina, lo sviluppo sociale. Ma non nasconde gli effetti dell’alienazione sul lavoro, riprendendo in modo evocativo la ripetitività dei gesti sulla catena di montaggio. Il ritmo si intensifica, poi rallenta, sempre in sintonia con l’evoluzione del paesaggio e della società. Dopo il boom, arriva il declino. Le immagini si fanno più cupe: incendi, fabbriche abbandonate e silenzio. I fotogrammi scorrono come pellicole consumate, poi lasciano spazio a riprese moderne a schermo pieno. I luoghi sono gli stessi, ma trasformati: la natura torna, i capannoni vuoti diventano simboli di una memoria ferita.

Remixing Industrial Pasts

Una memoria collettiva da decifrare

Remixing Industrial Pasts si ispira al concetto di palinsesto visivo: le immagini si sovrappongono, si cancellano, si riscrivono, come se ogni inquadratura fosse un testo da decifrare. È un modo per interrogarsi su come si costruisce l’identità di una comunità: non solo attraverso i grandi eventi, ma anche attraverso le tracce, i suoni, gli spazi.
Realizzato all’interno del progetto Remixing Industrial Pasts: Constructing the Identity of the Minett, promosso dal C²DH in occasione di Esch2022 – Capitale Europea della Cultura, il cortometraggio evita la didattica e punta sull’esperienza. Non spiega, ma mostra. Non giudica, ma lascia che siano le immagini e i suoni a parlare.

Conclusioni

Remixing Industrial Pasts è un esempio riuscito di cinema d’archivio sperimentale. Riesce a evocare un’intera epoca e, al tempo stesso, a stimolare una riflessione più ampia sul rapporto tra progresso e identità. È un’opera che va oltre il Lussemburgo, e parla anche a tutte quelle aree europee che hanno vissuto (e ancora vivono) le trasformazioni dell’industria.

Remixing Industrial Pasts

  • Anno: 2022
  • Durata: 22 minuti
  • Genere: Cortometraggio
  • Nazionalita: Italia, Lussemburgo
  • Regia: Chiara Ligi, Mauro Macella