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Josh O’Connor ha parlato di ‘The Mastermind’, di ‘The History of Sound’ e del prossimo film di Spielberg

In una lunga intervista a Deadline l'attore britannico ha parlato di 'The Mastermind', diretto da Kelly Reichardt; di 'The History of Sound', diretto da Oliver Hermanus e di cosa gli aspetta nel futuro della sua carriera.

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the mastermind trailer

In una recente intervista con Deadline, mentre si dirigeva sul set a New York del nuovo attesissimo film di Steven Spielberg (che uscirà al cinema nell’estate del 2026), Josh O’Connor, ha parlato principalmente dei due progetti a cui ha lavorato e che sono tra i contendenti della Palma d’Oro al 78esimo Festival di CannesThe Mastermind di Kelly Reichardt The History of Sound di Oliver Hermanus, in cui è affiancato da Paul Mescal. Non è la prima volta che l’attore britannico ha avuto l’onore di prendere parte ad uno dei più prestigiosi festival di cinema della storia, infatti nel 2023 ha avuto modo di essere presente sulla Croisette grazie a La Chimera di Alice Rohrwacher, di cui era il protagonista.

L’emozione di lavorare con Steven Spielberg

L’intervista inizia proprio facendo riferimento al prossimo film, ancora senza titolo, diretto da Steven Spielberg, di cui si sa molto poco, se non che ritorna uno degli elementi che più lo ha caratterizzato ad inizio carriera: gli alieni e gli UFO. Oltre a questo sappiamo anche che nel cast, insieme all’interprete inglese, troveremo Emily BluntWyatt RussellColman DomingoEve HewsonNoah Robbins Colin Firth.

Josh O’Connor a primo impatto si è detto molto emozionato, definendo il regista pluripremiato come “il più grande di tutti”, ma che in generale sente un po’ la mancanza di casa. Nonostante la richiesta dell’intervistatore, l’attore britannico non si è sbottonato molto riguardo al film in sé, ma ha detto che molto probabilmente si avvicinerà alle atmosfere di Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) e a quelle di E.T. l’extra-terrestre (1982) e che quindi potremmo rivedere lo “Spielberg di una volta”. Inoltre ha confermato che interpreterà un americano.

Verso la fine dell’intervista si è ritornati sulla questione e l’attore ha detto che non ci ha pensato due volte a dire di si al noto regista.

“È stata una decisione piuttosto ovvia. È una persona speciale. Ha un’energia incredibile. Si avvicina, ti sussurra un’idea all’orecchio con l’entusiasmo di un bambino. È davvero stimolante.”

Poi ha aggiunto che il membro del cast con cui girerà più scene sarà Emily Blunt, ma non ha specificato se i due saranno legati in qualche modo, se saranno parenti, marito e moglie o altro e scherzando ha detto che potrebbe essere un alieno.

“Forse. [ride] In quel caso, non servirebbe nemmeno il trucco!”

The Mastermind e il cinema di Kelly Reichardt

Nel corso dell’intervista si è poi andati a virare sul primo dei due lungometraggi a cui ha lavorato e che sono presenti a Cannes quest’anno. Josh O’Connor ha iniziato a parlare nello specifico di The Mastermind, del suo ruolo come James Mooney, e di com’è stato lavorare con la regista Kelly Reichardt, di cui ha dichiarato di esser sempre stato un ammiratore.

“È ambientato negli anni ’70, durante la guerra del Vietnam. Kelly è davvero una delle mie registe preferite al mondo. Davvero. Ci sono pochi registi con cui ho sognato di lavorare, e Kelly è una di loro… Guarda il mondo attraverso le persone ai margini, non necessariamente quelle che ti aspetteresti. Spesso guarda agli artisti, ha quel tipo di atmosfera. È quasi come se osservasse la guerra del Vietnam, ma distogliendo lo sguardo.”

L’attore ha parlato di come il suo personaggio è continuamente in cerca di un modo per sostenere la propria famiglia e allo stesso tempo di farsi un nome nel mondo dell’arte fallendo miseramente. Nonostante il cinema di Kelly Reichardt molto spesso si sia concentrato su personaggi ai margini della società, in questo caso, secondo Josh O’Connor, non è questo il caso, a meno che non si guardi la sua storia da un’altra prospettiva.

“È della classe media, viene da una famiglia perfettamente normale, ma è ai margini in quanto conduce una vita semplice, insoddisfacente. Questo lo spinge a cercare notorietà. È quasi più tragico, perché si sente dimenticato. È un uomo qualunque.”

In seguito, nonostante il film sia ambientato durante la Guerra del Vietnam e nonostante ci siano molti spunti ed elementi che potrebbero ricollegarsi alla situazione politica degli Stati Uniti di oggi, l’attore ha sottolineato come, in realtà, in questo film la politica non è centrale, ma resta principalmente sullo sfondo.

“Politicamente, quel periodo degli anni ’70 e la guerra del Vietnam erano significativi. Kelly distoglie lo sguardo dalla politica, sempre, in ogni film. È presente, ma in secondo piano. Non è mai esplicita o grossolana come in tante sceneggiature che leggo. In molte produzioni si cerca di emozionare per ottenere premi.”

Successivamente l’intervistatore ha chiesto quale fosse il ruolo di John Magaro all’interno del film e se facesse parte della banda di ladri. L’interprete britannico ha detto che John Magaro è un vecchio amico del personaggio da lui interpretato e che in generale sarà presente in una parte della fuga che caratterizzerà l’intero film. Poi, suggestionato dall’intervistatore, ha voluto sottolineare come anche l’opera che vanno a rubare sia “misera” come la vita del suo stesso personaggio.

Finendo di parlare di The Mastermind l’attore ha voluto dire che non è d’accordo con chi dice che questo lungometraggio non è nello stile di Kelly Reichardt perché ci sono molti elementi come il suo umorismo tipico e i molti dei suoi messaggi nascosti. Infine Josh O’Connor ha anche parlato di come la regista riesca ad ottenere ciò che vuole dagli attori che dirige senza, però, essere completamente esplicita.

“Capisce molto più di quanto voglia far credere. Ha un’idea chiarissima dei personaggi. Come ogni grande regista, sa indirizzare un attore senza dirgli cosa fare, ma facendogli scoprire l’idea da solo. Così sentiamo di averla “trovata” noi.”

L’esperienza sul set di The History of Sound

Nella seconda parte dell’intervista si è virati sul film di Oliver HermanusThe History of Sound, che ha visto Josh O’Connor collaborare con Paul Mescal. Rispetto a The Mastermind, in questo caso, l’interprete inglese non è protagonista e ad un certo del punto del viaggio che intraprendono il suo personaggio, David, e il personaggio interpretato dall’attore irlandese, Lionel, lui sparisce e il film continua.

Nell’intervista Josh O’Connor fa riferimento al fatto che ha dovuto imparare a suonare il piano, ma, non avendo avuto molto tempo per altri lavori che lo hanno coinvolto, non è riuscito ad andare oltre i brani che suona nel film.

“Non sapevo suonare il piano prima di questo film. E ancora non lo so, ma lo suono meglio di prima. Ho preso qualche lezione e ho semplicemente imparato alla fine… È un personaggio molto bello, che significa molto per me e per il film, ovviamente, ma non avevo tanto tempo, quindi ho imparato solo quei brani al piano.”

The History of Sound è tratto da un racconto scritto da Ben Shattuck che parla di memoria, del tempo e di come le piccole cose acquistino valore col passare di questo. Secondo l’interprete britannico il film riesce perfettamente a trasmettere tutto ciò. Nonostante le sue riprese siano durate solo un paio di settimane, Josh O’Connor, ha detto di essere rimasto stupito quando ha visto il risultato finale delle riprese.

“Quando l’ho visto, vedere cosa avevano realizzato senza di me… mi ha reso davvero orgoglioso. È stato bellissimo. E poi la musica: quando ascolti un brano che ti riporta a un certo luogo o momento, se chiudi gli occhi, puoi quasi sentire di essere lì.”

Josh O’Connor e ciò che gli aspetta in futuro

L’ultima parte dell’intervista si è concentrata soprattutto su quello che riserverà il futuro al talentoso attore inglese. In primis l’interprete britannico ha dichiarato che per i suoi impegni e per gli impegni dello stesso Luca Guadagnino, non potrà più partecipare a uno dei prossimi film del regista italiano, Camere separate, ma che comunque i due continuano a rimanere in contatto.

Tra le varie cose ha poi fatto un accenno al suo ruolo nel prossimo film della trilogia di Knives Out diretto da Rian JohnsonWake Up Dead Man: A Knives Out Mistery, che dovrebbe arrivare nell’autunno di quest’anno. In seguito Josh O’Connor ha fatto riferimento ad un prossimo film con un regista americano in giro per l’Europa, ma non ha specificato chi.

Parlando di registi britannici, l’attore, ha detto che gli piacerebbe tornare a lavorare con Francis Lee e che in generale gli piacerebbe tornare a girare interamente un film nel Regno Unito, ma che, con i tagli ai fondi dedicati all’arte, la vede una cosa molto difficile per l’immediato futuro.

“Purtroppo nel cinema britannico abbiamo anche subito tagli ai fondi per l’arte. È stato difficile per istituzioni come il BFI che supportano i giovani registi… Io comunque cerco sempre di restare anche vicino a casa.”

L’intervistatore infine gli ha chiesto se in futuro gli piacerebbe dirigere un film e lui ha detto che è qualcosa che farebbe e che Harris Dickinson con il suo Urchin gli ha fatto ritornare l’idea in mente.

“Spero di sì. Forse più avanti. Ho visto che Harris Dickinson ha portato il suo film [Urchin] a Cannes, sono felicissimo per lui. Mi ha davvero ispirato a provarci anch’io. Sai com’è, si è sempre impegnati, ma è un sogno che ho da tempo.”