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Cannes

Il meglio di Directors’ Fortnight e Critics’ Week: Cannes 2025

Non solo film in concorso! Ogni anno Cannes regala le sorprese più inaspettate nelle sezioni indipendenti che completano l’ecosistema del festival; ecco alcuni titoli da tenere d’occhio tra quelli non in corsa per la Palma d’Oro.

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La 78esima edizione del festival di Cannes è alle porte.  I riflettori sono tutti puntati sul concorso principale, sezione che con ogni probabilità nasconde un numero considerevole di future candidature agli Oscar. Tuttavia, è risaputo che il festival nasconde le sorprese più inaspettate nelle sezioni indipendenti, che propongono un cinema più singolare, audace e di nicchia.

Oggi parliamo quindi di Directors’ Fortnight (Quinzaine des Cinéastes) e Critics’ Week (Semaine de la Critique), che si svolgeranno in concomitanza alla manifestazione principale dal 14 maggio e i cui biglietti saranno acquistabili anche dal pubblico non accreditato.

Directors’ Fortnight e Critics’ Week: Directors’ Fortnight

 

Inizialmente, pensato come un contesto non competitivo, dopo 57 anni dalla sua istituzione, la Directors’ Fortnight ha visto l’introduzione dell’Audience Award. Il vincitore dell’Audience Award viene eletto democraticamente dal pubblico. La prima edizione competitiva è stata vinta da Universal Language di Matthew Rankin, film canadese inviato poi agli Oscar dal suo paese.

Enzo – Il film di apertura

Apre le danze Enzo di Robin Campillo, regista francese che nell’edizione 2017 si è aggiudicato il gran premio della giuria con il suo acclamato 120 Battiti al Minuto. Tuttavia, è doveroso precisare che quest’ultimo film non è unicamente frutto della visione di Campillo, il quale è subentrato alla regia solamente dopo che Laurent Cantet, suo caro amico e collaboratore di lunga data, è venuto a mancare. I due avevano precedentemente unito le forze nel film La Classe, vincitore della Palma d’Oro nel 2008.

La storia si consuma nel sud della Francia e racconta il viaggio di Enzo, un giovane apprendista massone, e della sua profonda amicizia con un carismatico compagno di setta ucraino che gli aprirà nuovi orizzonti.

“Mescolando l’urgenza di 120 Battiti al Minuto alla soleggiata tenerezza di Chiamami col tuo Nome, Enzo è una potente esplorazione di identità, desiderio e classe.” ha detto Fionnuala Jamison di mk2 films, responsabile della vendita dei diritti internazionali per il film.

Enzo è co-prodotto da Lucky Red, che si occuperà della distribuzione in Italia della pellicola, e dagli ex-produttori di Anatomia di una Caduta. Nel cast anche il nostro Pierfrancesco Favino, che ogni anno ci delizia con qualche progetto in trasferta.

Mirrors No.3 di Christian Petzold

Proseguiamo con quella che è stata la grande sorpresa di questa Directors’ Fortnight, ovvero Mirrors No. 3 di Christian Petzold.

Il regista tedesco è stato reso celebre dalla Berlinale, manifestazione che negli anni gli ha fruttato un Orso d’Argento alla miglior regia e un Gran Premio della giuria. I tempi sembravano maturi per una sua transizione a Cannes, ma invece che battersi per la Palma lo vediamo comparire in questa sezione minore.

La collocazione potrebbe essere eloquente relativamente alle ambizioni della sua ultima pellicola, definita misteriosa dagli stessi addetti ai lavori. Petzold potrebbe aver deciso di sperimentare un approccio differente, uniformandosi ai canoni di questo ecosistema di nicchia mirato a raggruppare le visioni più innovative, ma è anche possibile che il film non sia semplicemente piaciuto abbastanza alla commissione principale.

La storia segue Laura, un’aspirante pianista la cui vita viene stravolta dalla morte del compagno, rimasto vittima dello stesso incidente d’auto a cui lei è riuscita a sopravvivere. La donna trova rifugio e conforto presso una famiglia di sconosciuti che ha assistito alla tragedia, ma le loro intenzioni sembrano nascondere secondi fini.

Il ruolo della protagonista è ricoperto da Paula Beer, Orso d’argento per la migliore interpretazione protagonista per Undine – Un Amore per Sempre, film in cui era sempre diretta da Petzold.

Yes! di Nadav Lapid

Assolutamente da non perdere Yes! di Nadav Lapid, regista israeliano che si è aggiudicato l’Orso d’Oro nel 2019 con Synonims.

È interessante notare il parallelismo, tracciato dalla figura del presidente di giuria, tra l’edizione di Berlino che ha consacrato Lapid e quella di Cannes in cui stiamo per addentrarci; in entrambi i casi la carica è ricoperta da Juliette Binoche. Nonostante Lapid non sia estraneo al panorama della Croisette, questa volta non verrà giudicato dall’attrice francese, dovendosi accontentare anche lui come Petzold di un posto nella Quinzaine.

Lapid ha debuttato a Cannes nel 2014 con la Semaine de la Critique, per poi affacciarsi al concorso principale nel 2021 con Il Ginocchio di Ahed, film che gli è valso il premio speciale della giuria. Questa “retrocessione” potrebbe avere motivazioni politiche, dato che Yes! sembra essere fortemente radicato nei tumulti successivi all’attacco del 7 Ottobre, aspetto che potrebbe accendere discussioni tra gli avventori del festival.

Stando alla sinossi, il film racconta di come un gruppo di artisti tenta di risollevare lo spirito di un paese in lutto.

In particolare seguiamo Y, un musicista jazz che fatica ad arrivare a fine mese, e sua moglie Jasmine, una ballerina. I due si guadagnano da vivere grazie al loro talento, mettendo anima, corpo e arte a servizio del benessere altrui. Le cose cambiano quando a Y viene affidato un compito importante: comporre la musica di quello che sarà il nuovo inno nazionale.

Sorry, Baby – Il film di chiusura direttamente da Sundance

Il film di chiusura sarà Sorry, Baby di Eva Victor, debutto che ha già riscosso grande successo al festival di Sundance lo scorso gennaio. Scritto e interpretato dalla stessa regista, il film verrà distribuito da A24 ed è prodotto da Barry Jenkins, premio Oscar per Moonlight.

“È un debutto stupendo e magistralmente confezionato, che racconta di come una professoressa universitaria ricostruisce la propria vita in seguito a un evento traumatico.” Si è espresso in merito il direttore artistico Julien Rejt, che ha poi aggiunto: “Volevamo chiudere questa edizione con un film potente, in conversazione con alcuni dibattiti contemporanei”.

Directors’ Fortnight e Critics’ week: Critics’ Week

Particolarmente ricca di spunti anche la selezione della settimana della critica, dedicata unicamente a debutti e seconde prove registiche, per cui quest’anno sono stati presi in considerazione più di mille film provenienti da 102 paesi diversi.

La selezione finale conta sette lungometraggi, che si contenderanno il prestigioso Grand Prize assegnato dalla giuria, quest’anno capitanata da Rodrigo Sorogoyen (regista di As Bestas); a questi film si aggiungono due proiezioni speciali e i film di apertura e chiusura.

Left Handed Girl – Il ritorno di Sean Baker

Tra i film più attesi spicca Left Handed Girl, il primo lungometraggio di Shih-Ching Tsou, collaboratrice di lunga data di Sean Baker. Anche in questo caso il regista americano, fresco di premio Oscar, firma sceneggiatura e montaggio.

A proposito di questo film si è espressa positivamente la stessa direttrice artistica Ava Cahen:

“È sicuramente evidente una connessione con la produzione artistica di Sean, non ve lo nascondo, e non penso nemmeno che la stessa Shih-Ching Tsou voglia farlo. Ricorda molto Tangerine e Un Sogno Chiamato Florida per il modo in cui cattura la realtà, con un senso di stupore o un desiderio per il fiabesco.” Ava ha poi aggiunto: “Il montaggio di questo film è sensazionale, la regia è potente, e soprattutto il ritmo è frenetico, veramente folle!”.

Al centro delle vicende, una madre single appena arrivata a Taipei con appresso le due figlie. La famiglia, abituata alla vita di campagna, fatica ad adattarsi al ritmo frenetico del mercato notturno dove si guadagnano a stento da vivere. Gli addetti ai lavori hanno descritto il film come un “melodramma urbano al cardiopalma”.

Insomma, ci sono tutti i presupposti per lasciarsi trasportare dall’entusiasmo, pronti a godere ancora una volta delle sfaccettature tragicomiche che questo rodato sodalizio promette.

Left Handed Girl ha già ottenuto una distribuzione italiana grazie a I Wonder Pictures.

Adam’s Sake di Laura Wandel

L’altro vistoso fiore all’occhiello di questa selezione è L’Intérêt d’Adam, secondo film della regista di Playground – Il Patto del Silenzio, il virtuoso esercizio di prospettiva che nel 2021 è stato premiato nella sezione Un Certain Regard.

Il mondo dei bambini sembra stare a cuore a Laura Wandel, che questa volta ci immerge nel reparto pediatrico di un ospedale. A seguito di una sentenza del tribunale, Adam, un bambino di quattro anni, viene ricoverato per malnutrizione. La tensione sale quando sorgono delle complicazioni tra Lucy, la primaria del reparto, e la madre di Adam.

Il film vanta due delle star più quotate attualmente in Francia: Lea Decker e Anamaria Vartolomei.

A Useful Ghost di Raatchapoom Boonbuchachoke

Il cinema asiatico è rappresentato dal peculiare A Useful Ghost, un ambizioso debutto thailandese che si propone al contempo come satira sociale e commedia romantica.

La direttrice artistica Ava Cahen descrive il film come “una storia stravagante in cui i fantasmi si oppongono al venire dimenticati, reincarnandosi in elettrodomestici per attirare l’attenzione dei viventi“.

La trama è una delle più significative di tutto il festival: March è in lutto per la moglie Nat, recentemente scomparsa a causa degli effetti dell’aria malsana. Un giorno scopre che il suo spirito è tornato dopo aver preso il controllo dell’aspirapolvere, ma la sua famiglia rifiuta la possibilità che il figlio abbia una relazione con un fantasma. Nel tentativo di convincerli del loro amore, Nat si offre di purificare la fabbrica di famiglia, incorsa in una chiusura forzata a causa della troppa polvere. Sulla strada per diventare un “fantasma utile”, dovrà però prima sbarazzarsi di quelli inutili che infestano la fabbrica.

Planètes – Film di chiusura all’insegna dell’animazione

Per finire, segnaliamo Planètes (L’Odissea dei Denti di Leone), film di animazione che raccoglie l’eredità di Flow, proponendo un’esperienza distopica interamente priva di dialoghi.

Due spore di tarassaco, scampate a una serie di esplosioni nucleari che hanno distrutto la terra, fluttuano nello spazio alla ricerca di un suolo fertile che permetta la sopravvivenza della loro specie.

L’ultimo film di animazione presentato in questa sezione è stato Dov’è il mio Corpo nel 2019, candidato successivamente agli Oscar.