A distanza di più di un ventennio da Tre metri sopra il cielo (2004), suo film d’esordio, Luca Lucini racconta un’altra storia di formazione e sentimenti con L’amore, in teoria, in sala dal 24 aprile, distribuito da Vision Distribution.
Direttamente dalla serie Un professore, troviamo Nicolas Maupas protagonista indiscusso, affiancato da una coppia di attrici in ascesa, che rispondono ai nomi di Martina Gatti e Caterina De Angelis. Tra i big del cast, due veterani d’eccezione, quali Francesco Colella e Francesco Salvi.
Prodotto da Indiana Production e Vision Distribution in collaborazione con SKY e Netflix, il film è ambientato a Milano – dove è stato anche girato – e porta la firma di due giovani autrici, Amina Grenci e Teresa Fraioli.
L’amore, in teoria | La trama
Leone (Maupas) studia filosofia perché crede che il mondo possa essere cambiato anche attraverso la riflessione e il confronto. Innamorato dai tempi del liceo di Carola (De Angelis), lascia che lei lo usi come fidanzato di copertura per i genitori. In fondo, Leone è il ragazzo perfetto: educato, serio, affidabile. Esattamente l’opposto di Manuel, il ragazzo che Carola sta frequentando di nascosto.

Caterina De Angelis e Nicolas Maupas in una scena del film. Credits: Federico Vagliati
Sei disposto a farti andare bene questo destino?
Con la dolorosa scomparsa della madre e il difficile rapporto con il padre (Colella), Leone finisce nei guai a causa del suo essere troppo disponibile. Costretto ai servizi sociali per un malinteso, il giovane si ritrova a lavorare a stretto contatto con Flor (Gatti), attivista indomita e sicura di sè. Se all’inizio i due sembrano detestarsi, ben presto troveranno un terreno comune utile alla comunicazione. Nel frattempo, a dare consigli – anche non richiesti – a Leone, ci pensa Meda (Salvi), un clochard dalle inesauribili risorse.
Un film intergenerazionale che parla di vita e amore
L’amore, in teoria è il classico film generazionale, dentro cui è però possibile rintracciare messaggi che valgono per tutti e non hanno tempo. In primis il significato dell’amore, quel sentimento che muove mari e monti, così difficile da trovare e, soprattutto, da tenersi. Una carrellata di volti in bianco e nero parlano di cosa rappresenti per loro, delle follie fatte in nome di qualcosa che è quasi impossibile definire a parole, di quanto siano cambiati dopo aver provato le gioie e i dolori legati all’amore. Fa tutto parte di un grande e bel disegno, di cui avremo contezza solo alla fine.
Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta.

Francesco Colella in L’amore, in teoria. Credits: Federico Vagliati
La filosofia caratterizza il protagonista e la narrazione in generale, portando il pubblico a riflettere sull’importanza di temi come la libertà, la scelta, il dialogo, la paura. L’amore, in teoria usa il filtro della commedia e del romance per trattare in maniera semplice, forse un po’ didascalica, ma comunque rispettabile, ciò che riguarda la vita di tutti. Anche se si parla della nota Gen Z, chiunque può trovare spunti in cui riconoscersi. Senza pretenziosità e con un pizzico di freschezza, la pellicola ha il merito anche di mettere in primo piano un attore promettente e versatile quale Maupas, bravo nel saper gestire i vari momenti e nel far propria la lezione di chi lo ha preceduto. Piccola sopresa, Gianluca Di Gennaro.
*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.