A differenza della programmazione sulle sue reti ufficiali, il canale streaming della Rai, Rai Play, è da un po’ che cerca di direzionarsi su una politica distributiva di prodotti più complessi e anticonvenzionali rispetto alle abitudini dello spettatore medio italiano. Lo abbiamo visto recentemente con l’operazione Dieci Capodanni (2024), la miniserie spagnola creata da Rodrigo Sorogoyen.
Ritorna su Rai Play una delle serie più struggenti e apprezzate negli ultimi anni in tema di relazioni. Il Normal People tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice irlandese Sally Rooney che ha lanciato le carriere di Paul Mescal e Daisy Edgar- Jones. La serie prodotta da una co-produzione tra BBC e Hulu, scritta da Alice Birch con la supervisione della stessa Rooney, fin da subito si distingue dal teen-drama classico per la descrizione e il tratto psicologico dei suoi interpreti.
Normal People è un tira e molla, frammentato nel tempo, tra due ragazzi liceali di un liceo irlandese, Marianne e Connell, che apparentemente cercano di capire, con le loro pause e cambi di rotta, se al loro romanzo romantico può essere apposto il lieto fine. La mini-serie in questione, però, è sempre stata qualcosa di molto di più di questo, oltrepassando le regole del romantic drama, giungendo ad un crudo e psicologico affresco della generazione dei millennials.

Marianne e Connell, le insicurezze di una generazione – Normal People
Il romanzo della Rooney si prestava già nel suo impianto letterario e di caratterizzazione dei personaggi ad una analisi formativa sullo stato dei millennials. Il processo seriale che la serie segue è indirizzato allo scavo psicologico di due persone normali, che normali non sono, due teenagers insicuri nel proprio mostrarsi al mondo, disfunzionali e in procinto di cadere. Marianne e Connell, nel corso dei 12 episodi, si muovono respingendosi, attraendosi, amandosi senza saperlo fare e mettendo un punto traballante sulla propria relazione, ritornando sempre dove si erano lasciati. La Rooney nel suo romanzo ha avuto l’idea originale di costruire due amanti come se fossero due trentenni con un importante bagaglio tossico in fase di relazioni, discontinui e in preda al bisogno irrefrenabile d’affetto, che la scrittrice irlandese e la miniserie diretta da Lenny Abrahamson riportano attraverso il tempo.
L’elemento temporale nell’adult-drama di Hulu non è un fattore da sottovalutare. Il tempo infatti agisce come un vero e proprio personaggio e lo fa fin dalla prima sospensione del rapporto romantico, quando cioè la componente insicura del liceale Connell fa perdere al personaggio di Mescal il primo treno della relazione disfunzionale tra l’innamorata Marianne e il bello della scuola. Ed è ancora il tempo a scandire i vuoti, i ritorni, gli abbandoni tra i due; Si ritrovano cambiati al collage in una dinamica ribaltata: ora è Marianne la più amata e Connell in una situazione di disorientamento dal paesino irlandese al Trinity College di Dublino.

Il ritmo temporale dell’adult drama
È questo tempo che gestisce la loro tossicità tra riprese e interruzioni, cambiamento del rapporto da amici e chimica sessuale che si confonde con quelle interiore. Se il tempo distribuisce i cambiamenti relazionali, occupandosi di mettere in modo discontinuo il mito romantico, è nei dialoghi, nella componente verbale che la conflittualità tra Connell e Marianne dipinge il mondo controverso dei millennials. Nell’ibrido tra One Day di David Nicholls e i film di Richard Linklater, Normal People è molto aiutato in questo dalla regia attenta di Lenny Abrahamson; il movimento segue i personaggi nelle loro azioni allargando l’inquadratura per rendere Marianne e Connell uniti nella propria tossicità e vicini nell’alterazione di una generazione.

Il silenzio come forma d’amore e protezione
In Normal People emerge un secondo elemento come meccanismo generazionale: il silenzio. Il mutismo, il parlare appena con monosillabi e con i classici “non detti”, ci narra, attraverso la miniserie di Hulu, una caratteristica propria dei millennials: il fare fatica a comunicare ciò che si prova nel momento stesso in cui si sente quel sentimento così forte da non riuscire a giustificarne la provenienza. Marianne e Connell vivono della struttura insita della serie, confondersi in ciò che provano senza comunicarlo. Tale carenza di linguaggio relazionale lo si nota da come si rapportano. I due parlano tanto dei problemi economici, della famiglia disfunzionale di Marianne, dei rispettivi fidanzati, ma quando devono arrivare a parlare di se stessi, e quindi delle loro emozioni reciproche, si bloccano, proprio come due tipici millennials bravi a scrivere su WhatsApp e carenti appena sono l’uno davanti all’altro.

Il cult tra paure e desiderio
Ecco perché preferiscono fare sesso e perché Marianne diventa sessuomane, vogliosa del corpo, unico mezzo diretto e immediato rispetto ad una dinamica più interiore che la costringerebbe ad aprirsi davvero con Connell. Mentre l’alter ego di Mescal preferisce richiudersi dentro se stesso, nascondendosi dentro facce buffe e silenzi imbarazzanti, affidando al percorso temporale della serie la vita del rapporto con la sua Marianne.
Il loro prendersi e lasciarsi è sintomo di due persone che sono indubbiamente delle anime gemelle, ma che credono di essere troppo simili e di non essere adatte per stare assieme, impreparati a ridurre il loro amore dentro i canoni dello stare insieme tradizionale. Quindi sperimentano, si spingono tra le braccia di altri per provare ad amare se stessi, mettendo alla prova il loro amore, rendendosi conto alla fine di come sia impossibile fare a meno l’uno dell’altro. Una questione di incomunicabilità e paura emotiva che la serie pone in tutta la sua narrazione, rappresentando tutte le criticità di una generazione che fa fatica ad addentrarsi in un rapporto stabile.
Normal People ha fatto scuola in merito al teen-drama contemporaneo. È riuscita a rappresentare, meglio di altri prodotti più blasonati e mainstream, come i millennials reagiscono nei confronti dell’amore, preferendo arrendersi e fuggire invece di comunicare. Nel proprio sentiero romantico, pieno di ostacoli e profondi mutamenti personali, Marianne e Connell sono lo specchio delle relazioni odierne tra teenagers. Dove la prima regola è auto-sabotarsi per allontanare la felicità. Avendo una sola certezza: il loro respiro coincide con i loro nomi.
Editing Giulia Radice.