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‘Amare da morire’: i trentenni in crisi

La serie spagnola, attraverso il genere della rom-com classica e scorretta, affronta il tema della morte e della vita. Impulsi di cambiamento della generazione mongolfiera

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Amare da morire

È disponibile su Apple TV+ la commedia romantica Amare da morire (il cui titolo originale è A muerte e quello inglese Love You to Death). Ideata e diretta da Dani de la Orden, già regista di Élite, la serie è prodotta da Playtime Movies e DeAPlaneta, distribuita inizialmente dal servizio streaming spagnolo Atresplayer, prima di esse acquistata da Apple. Tra i protagonisti: Joan Amargós e Verónica Echegui.

Il TRAILER – Amare da morire

Sinossi – Amare da morire

All’insicuro Raùl (Joan Amargós) viene diagnosticato un cancro al cuore per il quale dovrà operarsi nell’arco di due settimane. Marta (Verónica Echegui) invece, grafica pubblicitaria dalla personalità irriverente e scorretta, rimane inaspettatamente incinta, indecisa se tenere il bambino o abortire. I due, dopo essersi incontrati casualmente a un funerale, iniziano a frequentarsi riflettendo sul significato dell’amore e della vita.

La paura della morte e quella della vita – Amare da morire

Nell’evento cardine che mette in moto la fine del primo episodio di Amare da morire e fa iniziare l’interazione tra i due protagonisti, la serie espone il suo punto tematico: ragionare sulla morte come occasione per non sprecare la vita. Marta e Raùl sono i classici personaggi delle rom-com seriali degli ultimi anni, trentenni in crisi d’identità, annoiati e bloccati nella sfera caratteriale di adulti che fanno fatica a crescere.

Da Friends e fino a New Girl e Love, la generazione mongolfiera, così come è stata definita dalla psicoterapeuta francese Françoise Sand, attraverso la rappresentazione televisiva, trova la propria analisi dentro la condizione psicologica dei trentenni; un’età di passaggio, di shock generazionale dato dalla difficoltà di prendere in mano la propria vita.

Così fanno, a fatica, i protagonisti di Amare da morire. Due personalità diverse e agli antipodi nel solco della regola per eccellenza dell’amore, gli opposti che si attraggono. Se Raùl è il tipico nerd timido, sedentario e monotono che invece di graffiare la vita preferisce vederla passare (come direbbe Lucio Dalla in Meri Luis), Marta è il prototipo della bad girl, dedita ai vizi, al sesso occasionale e per nulla convinta di “sistemarsi” come vorrebbero del resto sua madre e sua sorella. Ma mentre il meccanismo del romance è ampiamento rispettato (parallelismo delle situazioni, incontro fortuito e conoscenza), Amare da morire  si distingue per l’impulso tematico e di cambiamento che avvolge entrambi i protagonisti. A Ràul il mondo cade addosso con la certezza di avere un cancro al cuore, consapevole di potersi salvare con il 30% delle possibilità.

Trentenni in crisi pronti a reagire

Marta invece, impenitente pubblicitaria sregolata, deve fare i conti con un bambino in arrivo che non vuole tenere; ma non è sicura, perché perderebbe l’unica possibilità di diventare madre. La serie spagnola quindi spinge sulla paura della morte e su quella della vita che si intrecciano, temi esistenziali forti e drammatici ma che riesce a sviluppare bene con una certa dissacrazione.

Nei primi episodi si evince come il doppio filo che stringe Marta e Raùl (il timore di perdere entrambi una vita direttamente o per interposta persona) è legato alla forma di una commedia scorretta, che, invece di concentrarsi sulla retorica della pietà, col proprio humor nero invadente tende a spingere i protagonisti verso un cambiamento. Che può nascere solo dall’imprevisto del flusso vitale.

Tra Shrinking e Love

Amare da morire, nei suoi primi episodi, sembra iscriversi nella tendenza seriale degli ultimi anni di affrontare senza fronzoli un tema complesso, unendo il lato dolce e amaro di una tragedia. Raùl affronta l’eventualità della morte prima male, con tutte le conseguenze del caso, e poi decidendo di lasciarsi andare, e quindi ricominciando a vivere. È un personaggio che non reagisce, troppo razionale per farlo, perfino quando la sua ragazza con cui convive gli chiede, nell’ultimo tentativo di salvare la relazione, un sussulto, una reazione affettiva. Il cambiamento avviene quando Raùl si lascia andare, stimolato dal suo coinquilino gay che lo sprona a vivere per davvero, nel primo incontro con Marta. Questo è un passaggio fondamentale per l’iniziale percorso di entrambi.

Quel semplice drink non si trasforma solo in una serata rave per concludersi in una disperata corsa in ospedale, ma è la situazione con cui la serie incomincia ad aprirsi al dolore, al suo vero nucleo esistenziale. Marta e Ràul non sono solo due ragazzi che si incontrano per fare sesso nel bagno sporco di un locale. Sono in realtà personaggi catalizzatori di se stessi, entrambi in difficoltà e per questo più predisposti a una conoscenza profonda.

Non passa inosservato un filo diretto che collega la comedy spagnola con un altro prodotto di Apple, Shrinking di Harrison Ford e Jason Segel; in entrambi il dramma, mediante momenti crudi ed esilaranti, viene approfondito nella resistenza e nella resilienza al tragico, trasformando la paura e le ansie di una generazione nella lezione di vita dolorosa e istruttiva.

Il lato dolceamaro della vita

Anche se nei primi episodi non è del tutto chiaro se si tratti di un legame d’amore o di amicizia, Amare da morire si comporta come una rom-com che abbiamo già visto negli ultimi anni. Sia per la dinamica tra i due protagonisti che per la loro caratterizzazione, la serie di Apple ha chiari richiami alla Love di Netflix. Raùl e Marta, nella loro scrittura, sono alterego di Mickey e Gus, contraddistinti dal realismo generazionale e dallo stile dissacrante e demenziale della serie di Judd Apatow.

Love e la serie spagnola si incrociano nella comune coralità tra amici e personaggi di supporto come l’irresistibile coinquilino gay di Ràul, e nella protagonista Marta che ricorda di molto la Mickey di Gillian Jacobs, ossessionata da conflitti interiori e da un’autodistruzione tipica della generazione mongolfiera.

Amare da morire a prima vista appare un’irriverente commedia indi che riesce bene ad unire il dolce e l’amaro della vita. La serie di Apple TV+ descrive il tragitto di trentenni al bivio, in crisi ma pronti a sopravvivere insieme al flusso vitale e alla sua tragedia.

 

  • Anno: 2025
  • Durata: 40'
  • Distribuzione: Apple TV+
  • Genere: dramedy
  • Nazionalita: Spagna
  • Regia: Dani de la Orden
  • Data di uscita: 05-February-2025