Il 18 ottobre, la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica ha accolto un folto pubblico per la masterclass con Dennis Lehane.
Classe 1965, Lehane è uno degli scrittori statunitensi più amati, autore di alcune tra le opere più intense del panorama letterario contemporaneo, tra cui La morte non dimentica (Mystic River) e L’isola della paura (Shutter Island), entrambi adattati in celebri film.
Durante la masterclass, il pubblico ha potuto seguire un affascinante viaggio nella carriera di Lehane, sia come scrittore che come sceneggiatore, arricchito da estratti dei migliori film tratti dai suoi bestseller e dai divertenti racconti dell’autore di Boston, rivelatosi capace di intrattenere un pubblico non solo con la penna.
La scrittura di Lehane, tra violenza e ambiguità
Le opere di Lehane sono spesso caratterizzate da una profonda ambiguità di fondo, personaggi complessi e tormentati, ambientazioni torbide e violente.
Dopo la visione di alcuni spezzoni tratti da Il braccio violento della legge, uno dei film più cari a Lehane, lo scrittore ha sottolineato l’importanza e la forza del conflitto, non importa se derivato da una lotta di classe, o da una decisione drammatica come nel caso di Gone baby gone, o ancora, se portato agli estremi come in Mystic River.
La lotta fa parte della vita, e tutte le sue storie si reggono su conflitti impietosi che portano a galla il personaggio archetipico di Lehane: l’uomo americano, intriso di violenza e giustizia fai-da-te.
Esempio emblematico è incarnato da Jimmy, l’ambiguo protagonista di Mystic River (interpretato da Sean Penn nella trasposizione di Clint Eastwood), che si spinge al limite nella sua ricerca di giustizia, passando da vittima a carnefice in una parabola struggente e feroce.
Il mondo non è bianco o nero, io non ci credo. Tutto sta nel mezzo, sempre, è grigio. Lo sono anche i miei personaggi.
La storia dietro Shutter Island, quando le idee geniali arrivano in un lampo
Oltre a numerosi altri aneddoti sulla sua carriera di scrittore, Lehane racconta con particolare trasporto la storia dietro Shutter Island, la sua opera più famosa anche grazie al capolavoro omonimo di Martin Scorsese.
L’agghiacciante storia di Teddy Daniels e la discesa nei meandri più oscuri della sua mente è stata buttata giù in una notte. Quattro pagine, per la precisione, afferma Lehane, contenevano già tutti i nodi principali della trama.
Sapevo già il finale, non mi capita mai, e stavo male per questo. Mentre scrivevo, stavo male per Teddy e gli dicevo “oh, finirà male per te amico”, perché già sapevo ogni cosa.
In particolare, quel finale, tanto amato dai fan di Shutter Island, è l’unica cosa che Dennis Lehane lamenta del film. Perché la famosa, sibillina (neanche poi tanto) frase pronunciata da Leonardo DiCaprio offre un indizio di troppo, cosa che nel romanzo non accade.
Dopo anni, si parla ancora di Shutter Island; è bello lasciare gli spettatori con delle domande, è divertente. È questo il mio scopo: intrattenere. E se riesco a farlo facendo al contempo riflettere le persone, allora siamo a posto.
Dai libri al cinema
Dopo aver visionato altre sue opere quali La legge della notte e Chi è senza colpa, la masterclass si è conclusa con la prima opera di Lehane come showrunner, ovvero Black Bird, una miniserie thriller in sei episodi basata sull’autobiografia di James Keene.
Un concentrato irresistibile di humour e dramma, tipico tra l’altro di molte sue opere, lo spezzone di Black Bird conduce infine l’host a porgli un’ultima, tipica domanda: e adesso?
Sappiamo che Lehane ha appena pubblicato un nuovo romanzo, Piccoli atti di misericordia.
Ma Lehane ora sta bene così. Per ora non scriverà altri romanzi, si diverte troppo sul set.
So che ci sono lavori più difficili, ma credetemi se vi dico che è davvero difficile scrivere un romanzo. È un lavoro solitario e richiede tantissima concentrazione. Da quando scrivo per la televisione, sono un padre, un marito e un amico migliore. Sono felice così adesso.
E lo siamo anche noi, finché Dennis Lehane continuerà a creare opere anche solo un po’ simili a quelle fatte fino ad ora.
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