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Giornate del Cinema Muto | Pordenone Silent Film Festival

‘La Sultane de l’amour’ – La riscoperta di un gigante alle Giornate del Cinema Muto

Una delle più grandi produzioni del cinema muto francese si presenta in tutto il suo splendore grazie al CNC e a Le giornate del Cinema Muto di Pordenone

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Ancora Le giornate del Cinema Muto e ancora grandi eventi. Oggi si parla di La Sultane de l’amour, film francese del 1919 prodotto da Louis Nalpas. Il film si ispira ad un racconto inedito dell’orientalista Franz Toussaint che aveva tradotto uno stralcio del poema Golestan dell’autore persiano Sa’di. Il film racconta della principessa Daoulah, la sultana dell’amore, che rifiuta ogni proposta di matrimonio poiché innamorata dell’uomo che le salvò la vita. Così il sanguinario sultano Malik rapisce la fanciulla che, ostinata, continua a rifiutare il matrimonio. A salvarla ci penserà ancora una volta il misterioso uomo che altri non è che il principe Mourad.

Una produzione sfavillante

Esplicitamente pensato per cercare di contrastare l’invasione dei film hollywoodiani in Francia, per l’epoca La Sultane de l’amour fu una produzione incredibile. Secondo una recensione dell’epoca apparsa su La Cinématographie française: “gli sforzi profusi nella realizzazione di questo film superano di gran lunga qualsiasi cosa sia stata tentata finora in Francia”. La Sultane de l’amour è stato il simbolo della rinascita e del rinnovamento del cinema francese dopo la Grande Guerra. Il grande successo in patria portò ad una scelta preziosa: il film venne ridistribuito nel 1923 in una versione più breve ma interamente a colori.

Colore sì, colore no

Per la colorazione della pellicola si optò per la tecnica del pochoir, che consisteva nel colorare la pellicola attraverso quelli che oggi si chiamano comunemente stencil. Alla colorazione della pellicola lavorarono per quattro anni all’incirca 50 artisti, per un totale di 100.00 immagini colorate. In questo modo La Sultane de l’amour divenne il primo film a colori del cinema francese, ma non tutte le reazioni furono positive. Se da una parte i colori donavano un grande impatto visivo, dall’altro non erano precisamente fotorealistici. Come per ogni scelta artistica non mancarono comunque anche gli elogi, come nel caso di Jean de Mirabel che su Cinémagazine elogiò la scelta della colorazione definendola “[…] di un gusto splendido”.

Restauro e conservazione

La Sultane de l’amour è stato restaurato varie volte: nel 1992 dal CNC utilizzando un positivo nitrato a colori a 35mm della Cinémathèque de Toulose e nel 2021 è stato digitalizzato. La digitalizzazione, la ricostruzione ed il restauro in 4K sono stati effettuati dal CNC a partire da tre copie nitrato imbibite e colorate au pochoir della Cinémathèque française.