Il regista Baltasar Kormákur torna nel suo paese natale per raccontare Touch, una storia d’amore adattata dall’omonimo romanzo di Ólafur Jóhann Ólafsson e incentrata su un ricordo che spinge il protagonista a risolvere un mistero del suo passato. Il risultato è accattivante.
Presentato in anteprima alla settantesima edizione del Taormina Film Festival, il film, con uno straordinario Egill Ólafsson, è una fiaba moderna e delicata dove il tocco dell’amore è così leggero da sembrare un battito d’ali di farfalla.
Diretto da Baltasar Kormákur, nel cast: Egill Ólafsson, Kôki, Palmi Kormákur, Masahiro Motoki.
In sala dal 29 Agosto con Universal Pictures.
La trama di Touch
L’attore Egill Ólafsson interpreta Kristofer, un uomo in partenza per Londra. E’ l’inizio di quella che poi sarà conosciuta come pandemia e vediamo Kristofer fare esercizi per la memoria: un’indicazione che la sua demenza è nelle fasi iniziali. Ma l’incognita più urgente che guida Kristofer è il sapere che fine ha fatto la donna di cui si era innamorato durante il college nel Regno Unito quando lavorava come lavapiatti in un ristorante giapponese. Alla fine, mentre il passato raggiunge la sua prevedibile fine e la possibilità del presente prende il sopravvento, il Kristofer più anziano, acutamente minimizzato da Ólafsson, si dirige a Hiroshima, dove viene svelato tutto su una storia d’amore interrotta brutalmente 50 anni prima.
«Alcuni ricordi non svaniscono mai»
La gentilezza dei ricordi persi nel tempo
Il regista Baltasar Kormákur ama descrivere, con sguardi parole e gesti, ciò che accade in uno spazio piccolo. In Touch racconta la storia di un vecchio aggrappato al ricordo dei sentimenti, sperando di dar loro vita, ancora una volta. Il film, a cavallo tra due linee temporali, racconta decenni, continenti e culture differenti. Nel viaggio di Kristofer ripercorriamo la sua vita e affrontiamo con lui i temi più importanti: l’invecchiamento, la malattia, la perdita e soprattutto l’amore. E’ la sua sensibilità nel raccontare attraverso dettagli di mani, sguardi e corpi quel sentimento tenero e autentico. E sebbene non sia lineare, la trama non risulta mai confusa nè banale.
Mentre viaggia e indaga, anche lo spettatore viaggia avanti e indietro nel tempo con lui, perdendosi tra il presente e il passato dove seguiamo da vicino la storia dei giovani Kristófer (Palmi Kormákur) e Miko ( Yôko Narahashi ) nella Londra degli anni ’60.
Il direttore della fotografia Bergsteinn Björgúlfsson cattura i ricordi colorandoli con colori tenui e caldi che vanno a contrastare il grigio dei giorni nostri. I toni tematici sono rappresentati dalla commovente colonna sonora di Högni Egilsson che esalta il lavoro degli attori. Una musica dolce che sembra quasi quel “tocco” che richiama il titolo, pizzica e scalda il cuore.
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