‘Lakelands’: il machismo irlandese all’ombra del calcio gaelico

In anteprima nazionale al Trento Film Festival, nella sezione speciale dedicata quest’anno all’Irlanda, il debutto alla regia di Robert Higgins e Patrick McGivney con Lakelands. Un racconto di consapevolezza, ben piantato nelle salde radici irlandesi.

Lakelands La trama

Cian (Eanna Hardwicke) è un giovane che vive da sempre nella regione irlandese del Midlands. Orfano di madre, aiuta senza troppa convinzione il padre (Lorcan Cranitch) nella fattoria di famiglia, dedicandosi con passione al calcio gaelico. Si allena costantemente, non tralasciando però bevute e sbronze, fumo, tirate in giro fino all’alba.

Cian vive nel suo ambiente dandolo per scontato, non affrontando mai seriamente le malinconie, le angosce, le aspirazioni. La fatica, l’asprezza del vivere rurale gli viene costantemente sbattuta in faccia da suo padre. Spento, cinico, il vecchio fa ciò che deve senza porsi domande.

Il peso che Cian avverte nel gestire il bestiame viene però ripagato dalla bellezza di una natura che, a tratti, il giovane avverte, da un rapporto più empatico con i vitelli. Un ‘animismo’ che la generazione dei padri non ha mai posseduto.

L’ improvviso pestaggio che il nostro protagonista subisce dopo una serata in un locale, lo scuote nel corpo. Le conseguenze arrivano poco dopo ed improvvise. Una commozione cerebrale lo porta a doversi fermare. Dal calcio, innanzitutto, dalla fatica alla fattoria, anche.

Intanto ritorna Grace (Danielle Galligan), sua amica che avrebbe potuto essere altro per Cian, ma che anni fa ha deciso di andare a Londra a studiare. Il padre di Grace è in fin di vita, stroncato da un tumore epatico, destino più o meno inevitabile dei maschi del Midlands, consumati in un’esistenza dedita al bere e alla fatica.

Grace e Cian si ritrovano, condividendo dialoghi scarni ma intimi. Grace è un’infermiera a Londra e Cian le confessa i suoi disturbi. Sarà Grace a consigliargli la visita da un medico. Sarà anche Grace a scuotere Cian su ciò che realmente vuole fare della propria vita.

Il destino maschile

Lakelands è una riuscita opera prima: volutamente acerba nella sceneggiatura, lascia entrare chi guarda nelle crepe-digressioni che l’avanzare della narrazione produce.  Il confronto (mai scontro) è tra due generazioni, e all’interno di quella giovane, tra diversi modi di reagire nell’adattarsi all’ambiente in cui si nasce, si cresce.

Cian si è sempre apparentemente sentito a casa nel posto in cui è nato. Vuole stare lì, alla fattoria, in mezzo ad una natura struggente nella bellezza e nella fatica, nell’angoscia che produce, allenarsi nella sua squadra di calcio, dentro una dimensione che non ha ancora realmente adattato alla sua essenza.

Grace, al contrario, sempre fuori fuoco nell’ambiente di origine: la sua voglia di cambiamento l’ha portata in una città, Londra, al pari non riconosciuta come casa, come luogo in cui la sua identità si può esprimere pienamente.

Robert Higgins e Patrick McGivney hanno girato Lakelands a Granard, nella contea di Longford, loro città natale. La fotografia pervade questo universo ovattato, i cui contorni sfocati ingannano un destino unilaterale, apparentemente senza via d’uscita. Il cast è all’altezza della rappresentazione, capitanato da Lorcan Cranitch, efficace in poche battute a rendere un personaggio. Lakelands realizza un ritratto senza sconti sulla mascolinità del Midlands, affidando ai giovani ragazzi del luogo la speranza di trattenere solo il meglio di una tradizione che necessita di venire liberata.

Il calcio gaelico

Lakelands ha anche il merito di farci scoprire lo sport più vicino agli Irlandesi. Il calcio gaelico è un calcio più semplice, veloce e spettacolare. Si gioca con i piedi e con le mani, non c’è il fuorigioco e i punti vengono calcolati come nell’hurling (altro sport di squadra all’aperto prevalentemente irlandese): tre punti sotto la sbarra e un punto sopra. I migliori giocatori vengono selezionati dalla Contea, per poi passare alla Provincia per le semifinali, fino alla finale nazionale a Croke Park, a Dublino, la terza domenica di settembre. Tutti i giocatori del calcio gaelico sono dilettanti.

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