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Trento Film Festival

‘Ballywalter’: una strana connessione al Trento Film Festival

Il film segna il debutto della regista Prasanna Puwanarajah

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Ballywalter , in concorso al Trento Film Festival, segna il debutto della regista Prasanna Puwanarajah. Scritto da Stacey Gregg, il film è interpretato dalla candidata al premio IFTA Seána Kerslake (A Date For Mad Mary, The Hole in the Ground) e dal candidato al premio BAFTA Patrick Kielty (My Dad, The Peace Deal and Me), noto soprattutto per la sua commedia e il suo lavoro televisivo.

Eileen (Seána Kerslake) è una sardonica studentessa che ha abbandonato l’università e i cui sogni di una vita di successo a Londra sono morti. Tornata a casa a Belfast con la mamma e la sorella incinta,  cerca di sbarcare il lunario lavorando come autista senza patente nel minicab del suo ex fidanzato.

Shane (Patrick Kielty) si è esiliato a Ballywalter dopo la rottura del suo matrimonio, ma ora sta cercando di rimettere in carreggiata la sua vita iscrivendosi a un corso serale di commedia.

Eileen accetta la tariffa settimanale di andata e ritorno da Shane. Mentre i due trascorrono del tempo insieme sulla strada tra Belfast e Ballywalter, facendo la spola avanti e indietro per diversi mesi, si crea una connessione sorprendente e si sviluppa un’improbabile amicizia, salvando entrambi da una spirale discendente.

Il film è finanziato dal BFI.

 

Ballywalter La Recensione

Girato tra un lockdown e l’altro, Ballywalter fa parte di quelle pellicole che ruotano attorno al tema ‘storie di anime danneggiate’. Sopravviveranno? Il film d’esordio di Prasanna Puwanarajah mantiene una sua profondità ma lo fa in modo spensierato perchè molto più interessato a ciò che unisce piuttosto che dividere.

Non significa che il regista scelga di raccontare una favola nell’Irlanda del Nord. Tutt’altro. “Lo stronzo del nulla!” è il modo in cui Eileen (Seána Kerslake) descrive la sua città natale di Ballywalter. Lei, ragazza difficile che ha abbandonato il college, la incontriamo nel bel mezzo di una crisi e intrappolata in un ciclo di incontri casuali e lavori senza sbocchi. Un’anima perduta che incontra un’altra anima allo sbaraglio, Shane (Patrick Kielty). Ferito dalla rottura del suo matrimonio, l’uomo sta tentando di ricostruirsi attraverso la stand-up comedy. Quella che inizia come una serie di freddi incontri si trasforma presto in un’improbabile amicizia quando i due si rendono conto che stanno combattendo demoni simili.

All’interno di un dramma costruito sulle relazioni quello che fa davvero la differenza nel film di Puwanarajah è la sceneggiatura.

 Stacey Gregg sa bene come sparigliare le carte e per raccontare una storia costruita sul dolore e con un profondo realismo intimo, imbastisce una sceneggiatura perfida e divertente, con un umorismo acuto e autentico, che salva il film dall’essere un semplice melenso  melodramma.

Attori convincenti

Certo, aiuta avere qualcuno carismatico come Kerslake nel ruolo principale.  L’attrice costruisce una performance piena di angoscia e vulnerabilità.

Ballywalter mostra tutte le sfumature più profonde del talento di Kerslake che regala un ritratto sfumato del dolore.

Kerslake guida l’azione, letteralmente e figurativamente. La sua interpretazione di Eileen è spinosa, priva di sentimentalismo e vera.

Allo stesso modo, Kielty  dona una performance misurata ed empatica nei panni di Shane. In un giorno particolarmente oscuro è sua la battuta più incisiva del film:

Essere depressi è un duro lavoro”.

Insieme creano qualcosa di particolare sulla scena, una connessione improbabile e per questo convincente.

I buffi personaggi secondari di Ballywalter – gli amici di Shane e i passeggeri del taxi di Eileen – non sembrano sempre contestuali ma aiutano a catturare un po’ dello spirito di Belfast e anche se Ballywalter è incline soprattutto a mostrare i momenti di oscurità, di tanto in tanto lascia che la luce del sole faccia capolino tra le nuvole del cupo cielo di Belfast. Interessante.

Ballywalter | Trento Film Festival (trentofestival.it)