Capita di rado che un film sia in grado di restituire un piccolo universo. E’ questo il caso de Il Posto, secondo lungometraggio di Gianluca Vassallo, artista indipendente e poliedrico noto per mettere in scena operazioni culturali complesse. Dal 25 Aprile nelle sale italiane, il film interpretato da Michele Sarti, Bianca Maria Lay, Renzo Cugis, Tiziano Polese, è un’indagine profonda sulla funzione del designer e dell’architettura nel mondo.
Distribuito da NoClaps.
«Il bene non si perde, ma l’amore si.»
Il lavoro di Gianluca Vassallo è sempre introspettivo: il suo è un palcoscenico nel quale materiali banali si trasformano in oggetti di affezione. Ogni frase è densa e calibrata, e ogni immagine diventa uno scatto meraviglioso. Uno dei rari artisti che usa la poetica come strumento per la propria riflessione spirituale: il senso dell’esistenza, l’uomo e le sue emozioni, l’essere e il manifestarsi. I colori sono potenti. Danno senso alle cose. Le trasformano. Sono immagini scandite dal ticchettio dell’orologio. Il tempo diventa il luogo in cui riuscire ad ascoltarsi. Sembra quasi un signore distinto che, con occhi vivaci e modi gentili, racconta una storia.

La recensione del film
Il Posto racconta le vicende di Pietro (Michele Sarti), un regista sardo appena affermato che, dopo aver girato il film di successo “Il bacio“, va in cerca di un nuovo produttore per il suo prossimo progetto cinematografico. Tuttavia, le critiche a cui va incontro, complice anche i continui litigi con la fidanzata Camilla (Bianca Maria Lay), e l’inquietudine a cui è incline per natura, lo fanno entrare in una profonda crisi professionale ed esistenziale. Pietro passa gran parte delle sue giornate in maniera solitaria, tra radio e strani personaggi stravaganti. Il destino prende una svolta inaspettata quando viene contattato da DEGW (una società di progettazione), per dirigere un documentario commemorativo sui cinquant’anni dello studio. Inizialmente riluttante, Pietro cede al fascino del progetto e si ritrova ben presto coinvolto in un mondo che rappresenta per lui una vera e propria rinascita. Attraverso un viaggio emozionante e ricco di scoperte personali, il protagonista si confronta con la sua identità e il suo passato, scoprendo un legame a doppio filo tra la sua esistenza e uno dei primi cimenti del gruppo di progettazione specializzato in spazi di lavoro.
Lo spazio diventa la metafora della mancanza di un senso definito di appartenenza a un posto.
Il film si distingue per la sua capacità di mescolare abilmente la narrazione personale di Pietro con la storia affascinante dello storico brand nato a Londra nel 1973, che celebra l’umanità nel posto di lavoro. La bellissima fotografia, diventa una vera e propria rappresentazione del potere trasformativo della creatività e della ricerca della propria verità interiore. Ne Il Posto ritroviamo gran parte dei personaggi de La sedia, opera prima di Gianluca Vassallo, film autoprodotto e indipendente, dalle atmosfere rarefatte e alienate, dove protagonista assoluta diventa “la sedia” del designer Enzo Mari che lo stesso progettò nel 1974 con l’idea di realizzare un oggetto che fosse assemblabile da parte di chi lo avesse acquistato.

La riflessione
Una delle tematiche centrali del film è l’idea di eredità, intesa sia nel senso familiare che professionale. Pietro, il protagonista, si trova ad affrontare il retaggio professionale di DEGW, uno studio di design che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’architettura e della progettazione, e a confrontarlo con quella che è, invece, la sua realtà. Questo dualismo tra il personale e il professionale offre uno spunto per esplorare la complessità delle relazioni umane e la ricerca di senso e identità nella propria vita. Attraverso la storia della società e dei suoi fondatori, Il Posto ci mostra, grazie a una buona sceneggiatura e a un linguaggio cinematografico d’autore, come la creatività possa essere un motore di cambiamento e di innovazione, ma anche un legame profondo che unisce le persone nel corso del tempo. La capacità di trasformare le idee in realtà e di lasciare un’impronta indelebile nel mondo è il tema ricorrente che permea l’intero racconto.

L’evoluzione dei personaggi
La narrazione del film è arricchita dalla profondità psicologica dei personaggi che si scoprono lentamente e dalla loro evoluzione emotiva lungo il percorso della storia. Pietro, in particolare, passa da una resistenza iniziale nei confronti del progetto a una profonda comprensione di se stesso e delle sue radici, evidenziando il potere trasformativo dell’esplorazione del passato e della ricerca della verità interiore. Lo spettatore si trova così a riflettere sulle connessioni tra il passato e il presente e sul significato più profondo della propria esistenza.
«L’ufficio ora è un campo, loro sono fiori e finalmente possono incontrarsi.»
E il film fa riflettere anche su un altro concetto caro a Gianluca Vassallo, e cioè che le cose importanti del mondo sono punti fermi dell’esistenza, e ci permettono di ritrovare noi stessi e la nostra identità. Ma sono anche ciò che ci stabilizza. «Siamo significati in movimento. Significati che attraversano lo spazio. E questo vuol dire che non abbiamo tempo per non significare nulla».
Il film Il Posto è stato girato tra Londra e Reading (vecchie sedi di DEGW), Milano (gli uffici di Lombardini22) e Cagliari. Nel cast ritroviamo, nel ruolo di loro stessi, anche collaboratori e soci di DEGW: Alessandro Adamo, partner di Lombardini22 e direttore di Degw. Franco Guidi, amministratore delegato di Lombardini22. Alessandra Di Pietro e Michele Calzavara, architetto e consulenti di Degwn.

Il regista Gianluca Vassallo
Gianluca Vassallo vive e lavora a San Teodoro, in Sardegna, dove ha fondato e dirige White Box Studio. Da qui parte per fotografare il mondo. Il suo lavoro, (legato principalmente al design), è stato presentato da aziende, istituzioni, gallerie e fondazioni in Italia e all’estero. E’ autore di due documentari, “Volevo solo sapere come stai”, codiretto con Francesco Mannironi (2020) e “James vs Wines” (2021), e del mediometraggio “Libertà” (2020). Lo scorso anno ha esordito con il lungometraggio di finzione “La Sedia”, prodotto e distribuito con capitale di rischio, protagonista di un sorprendente tour nei cinema di molte città italiane e a New York. “Il Posto” è il suo secondo lungometraggio.
Ecco il trailer del film