“Le menti dei fratelli Wachowski tornano ad unirsi al braccio registico di James McTigue. A quattro anni di distanza dal superficiale adattamento per il grande schermo della graphic novel di Alan Moore V for Vendetta…”
Le menti dei fratelli Wachowski tornano ad unirsi al braccio registico di James McTigue. A quattro anni di distanza dal superficiale adattamento per il grande schermo della graphic novel di Alan Moore V for Vendetta, l’ex aiuto in Matrix e Speed Racer riprende posto in cabina di regia per dirigere Ninja Assassin.
Ambizioso e poco riuscito tentativo di nobilitare a posteriori cult televisivi del calibro di The Samurai e The Phantom Agents. La pellicola affoga fin da subito in un bicchiere d’acqua colmo di eccessivi passaggi action, risultando ben presto per quello che è: un effimero e adrenalinico susseguirsi di eventi dall’impianto spudoratamente video ludico; durante il quale, al trascorrere dei minuti, corrisponde il crescente livello di difficoltà relativo al futuro avversario da mandare al tappeto. Responsabilità di una sceneggiatura che vira senza vergogna verso il lato maggiormente fracassone e spacca ossa del cinema fumettistico. Script quest’ultimo, curato non a caso da J. Michael Straczynski: si candidato ai Bafta Awards per Changeling, ma soprattutto firma di punta di Marvel e DC Comics.
Gli excursus infantili hanno il sapore dell’ingenuo pretesto utilizzato al fine di giustificare una storia di vendetta, mentre le sequenze da ricordare si contano sulle dita di una mano (a voler essere precisi appena due: la ribellione di Raizo sotto la pioggia e la resa dei conti finale). La missione finalizzata a donare nuova luce e credibilità cinematografica alla figura dei Ninja si trasforma in un buco nell’acqua talmente clamoroso da far rimpiangere, sui titoli di coda, episodi come Danny the Dog.