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500 Giorni insieme

“Il film, dell’esordiente Marc Webb, ripercorre le tappe più significative della stagione di Tom, cenerentolo moderno e aspirante architetto alla ricerca della A maiuscola capace di riempirgli la vita”.

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500 Days of Summer

La stagione dell’amore, recita Battiato in uno dei suoi pezzi più illuminati. 500 Giorni Insieme, dell’esordiente Marc Webb, ripercorre le tappe più significative della stagione di Tom (J. Gordon-Levitt), cenerentolo moderno e aspirante architetto, ripiegato dentro se stesso e i bigliettini di auguri che crea, alla ricerca della a maiuscola capace di riempirgli la vita.

L’incarnazione del suo desiderio assume le vesti di Sole (Zooey Deschanel), nuova assistente piombata nella routine lavorativa ed esistenziale di Tom. Ma la giovane donna è il suo opposto: disincantata, pratica, indipendente, accoglie le attenzioni di Tom e le ricambia dentro il freno del “non voglio impegni”, dando vita ad un rapporto, esaminato attraverso l’occhio dell’innamorato, inevitabilmente equivoco, che non potrà non sfociare in una sonora batosta emozionale per il nostro sognatore. Sulle tracce di genere da commedia moderna e di cinematografia indie e sulla scia di Little Miss Sunshine (2006) e Juno (2007), 500 Giorni Insieme appare nel complesso un lavoro molto approssimativo, nonostante il piccolo caso cinematografico che è diventato grazie alla calorosa accoglienza ottenuta al Sundance Festival 2009 e all’anteprima italiana al Festival di Locarno. Colonna sonora a tratti felice, artifici da videoclip e animazione (terreno di formazione del giovane regista), destrutturazione temporale, riecheggi stilistici alla Michel Gondry non distraggono da personaggi e situazioni estremamente piatte e convenzionali, da dialoghi per nulla brillanti, e da un raccontare l’amore rimanendo sempre in superficie.

Non mancano sorelle minori in stile vecchio saggio e amici-spalla affetti da un plastico buonismo. Il prototipo indie, nato come prodotto low budget e con piena libertà di espressione, rischia una preoccupante interferenza delle grandi major di Hollywood, che attraverso proprie piccole filiali stanno penetrando sempre più in questa fetta di mercato cresciuta nell’attenzione del pubblico.

Maria Cera

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