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‘Dungeon Food’, il primo anime Netflix del 2024

Dungeon Food, da un'idea del mangaka Ryoko Kui, approda su Netflix come apripista della stagione 2024. Prodotto da Ryoko Kui e diretta da Yoshihiro Miyajima, Dungeon Food è disponibile dal 4 Gennaio

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Dungeon Food debutta come il primo anime di Netflix per la stagione 2024, cercando di non deludere le aspettative degli appassionati, considerando la brillante conclusione del 2023. Opera di Ryoko Kui, il primo volume del manga fa il suo ingresso sul mercato nel febbraio del 2014, difendendosi con successo dalle tendenze più popolari del momento, conquistando posizioni di rilievo nelle classifiche di vendita Oricon, sino a raggiungere il terzo posto con il secondo volume. Viste le premesse, è augurabile che la trasposizione animata non sia da meno e che il lavoro di Yoshihiro Miyajima renda giustizia all’originale script del manga, accuratamente supervisionato da Kimiko Ueno.

La serie si strutturerà attraverso 24 episodi, con cadenza settimanale; pertanto è possibile effettuare un’analisi attuale solo sul primo. Tuttavia, quest’ultimo regala già spunti di riflessione appassionanti sulla trama, le sue dinamiche, l’animazione e le peculiarità che emergono con singolare intensità. Difatti, sia nei temi trattati che nello svolgimento delle vicende, si delineano aspetti unici che promettono di arricchire l’esperienza narrativa, offrendo un racconto capace di legarsi anche ad altre espressioni del tipico intrattenimento giapponese.

Dungeon Food : la trama

Laios, Marcille, Chilchuck e Senshi sono i protagonisti di questa curiosa avventura, destinati ad attraversare un dungeon popolato da mostruose e strambe creature. La loro missione: salvare una compagna imprigionata da un temibile drago rosso. Insieme, il quartetto dovrà affrontare le sfide di ogni livello e nutrirsi dei mostri per garantirsi la sopravvivenza. Al centro di questo racconto si colloca un elemento insolito: l’alimentazione. Una passione comune unisce i personaggi, spingendoli verso una cucina alternativa ricca di sapori inediti e curiosi esperimenti culinari.

Un Anime che parla come un Videogame

Dungeon Food, come tutti i lavori ad esso affini, è un anime dalla marcata influenza britannico-medievale. Componendo i protagonisti dei tipici tratti dell’animazione orientale, li si va a trasportare in un contesto permeante della cultura occidentale, così come avvenuto con  The Seven Deadly Sins di Nakaba Suzuki. Tuttavia, già dal primo episodio, l’anime si discosta dalla consueta familiarità per suscitare una riflessione differente che va a confluire nella struttura del racconto.

Il termine ‘dungeon’ evoca immediatamente il mondo del gaming, riportando alla mente titoli come Pokémon Mystery Dungeon, celebre spin-off della saga Nintendo. Tuttavia, guardare non è come giocare, e l’uno non può sostituire l’altro! Ma è su questo punto che si cela un elemento sorprendente, e forse, quella che promette di essere la nota geniale alla base dell’impronta narrativa dell’opera. Difatti, Dungeon Food si presenta come un anime che sembra emergere da un videogioco, in cui i personaggi acquisiscono maggiore consapevolezza e coscienza senza la necessità di essere manovrati dall’esterno.

Dialoghi sulle meccaniche di gioco come: equipaggiamento, energia e vendita di oggetti per potenziarsi, si intrecciano con la struttura propedeutica dell’ambientazione. Quest’ultima si configura come un percorso a livelli, culminando con l’affronto del mostro finale. Questo, è tipico dei più noti giochi su sfondo fantasy (es. Final Fantasy, Geshin Impact, Dauntless), che hanno accompagnato un’intera generazione nelle dinamiche open mind a cui Dungeon Food ha deciso di riferirsi. È opportuno però specificare che quest’analisi riguarda un ambito concettuale di interesse macroscopico, aperta quindi ad altre riflessioni di carattere tematico capaci di raggiungere l’opera in profondità. È però altresì importante specificare che l’incontro ravvicinato con il mondo del gaming mantiene una centralità nell’ingegno complessivo di un lavoro che già si distingue per la sua particolare originalità.

Locandina di Dungeon Food

Dungeon Food incontra Feuerbach

Un unico episodio è davvero troppo poco per poter comporre un quadro generale correlato delle più insite manifestazioni tematiche di Dungeon Food, anche se è abbastanza per formulare un primo pensiero su un anime che non si presenta come totalmente astruso. L’idea di caccia ai mostri per procurarsi nutrimento emerge come un tratto distintivo che potrebbe divenire un elemento fondamentale dell’essenza stessa di quest’opera.

L’uomo è ciò che mangia“, affermava il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, evidenziando l’impossibilità di credere al dualismo anima-corpo, poiché ogni individuo è composto dalla materia che lo circonda. In un’ampia interpretazione di questo pensiero, si osserva nuovamente l’uomo che si confronta con l’apparizione inspiegabile di creature provenienti da mondi sconosciuti, superiori al suo e quasi di natura divina.

Decisione cruciale è il suo atto di alimentarsi dei mostri, riscattando il principio di sopravvivenza come essenziale per la sua stessa esistenza. In questo processo, le creature vengono integrate nell’ecosistema umano, ma, simultaneamente, vengono spogliate della loro anima attraverso l’atto di uccisione, mentre si gusta la vuota e terrena carcassa. Analogamente a come Feuerbach supera il dualismo, Dungeon Food opera una trasformazione: l’uomo diviene ciò di cui si nutre, un mostro che, per sopravvivere, si alimenta di altri mostri, inserendosi in una catena alimentare e nient’altro.

Ecco il dungeon food, mangiare o essere mangiati, non ci sono ne vincitori ne vinti. Il cibo è un privilegio riservato solo agli esseri viventi!

Teaser Dungeon Food

Pur potendo apparire audace il confronto tra un’opera moderna e le teorie di Feuerbach, che visse tra il 1804 e il 1872, risulta intrigante concedersi una visione che si estenda oltre, abbracciando altre concezioni. Da questa prospettiva, è possibile coltivare un approfondito ragionamento che esplori dettagliatamente la natura umana, intrinsecamente capace di sviluppare stimolanti dicotomie tra ciò che considera familiare e ciò che percepisce come astratto e inquietante.

In conclusione

Dungeon Food si presenta come un anime capace di portare una ventata di freschezza al panorama animato, introducendo spunti narrativi intriganti e elementi originali che, se sfruttati con sagacia, potrebbero contribuire positivamente alla fluidità della trama. Per quanto riguarda l’animazione, ci troviamo di fronte a uno stile già noto, simile a quello del già citato Seven Deadly Sins, senza introdurre miglioramenti sostanziali o differenze significative.

Nonostante la trama sia di facile comprensione, si avverte una successione frenetica degli avvenimenti da cui si percepisce assenza di contesto. Tuttavia, è necessario attendere l’uscita dei prossimi episodi per poter valutare appieno Dungeon Food, che finora non sembra deludere e non mostra segni di trascuratezza particolari. L’11 gennaio sarà rilasciato il secondo episodio, dal quale ci si augura che le vicende si sviluppino su nuovi scenari, pur mantenendo l’atmosfera piacevole già sperimentata al debutto.

Trailer di Dungeon Food

 

 

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Dungeon Food

  • Anno: 2024
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Animazione, fantasy, avventura e cucina
  • Nazionalita: Giappone
  • Regia: Yoshihiro Miyajima
  • Data di uscita: 04-January-2024