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‘Compagni di viaggio’. Una lodevole serie queer, pretenziosa ma ben riuscita

Bomer e Bailey protagonisti di un viaggio fra politica, amore e morte. Serie coraggiosa anche se prigioniera del revisionismo morale odierno. Disponibile su Paramount+

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Compagni di viaggio - I due protagonisti in un frame del primo episodio

Compagni di viaggio è tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Mallon, racconto che ha convinto lo stesso protagonista Matt Bomer a produrne una versione cinetelevisiva. La serie è distribuita da Showtime, casa di produzione nota per altre serie queer come Queer as Folk (USA, 2000-2005) e The L Word (2004-2009). Compagni di viaggio è disponibile in Italia dal 28 ottobre 2023 su Paramount+.

Non dico che sarà scioccante per le persone, ma spero che, quando le persone lo guarderanno, diranno, “Oh, wow. Ci hanno davvero provato”. (Robbie Rogers, produttore della serie, a Vanity Fair)

Ideatore e scrittore della serie è  Ron Nyswaner, autore noto per Philadelphia (1993) – primo film mainstream a trattare l’argomento dell’AIDS in maniera diretta – e il più recente My Policeman (2022) con Harry Styles.

Compagni di viaggio, di vita ma non di ideali.

Fellow Travelers in gergo politico viene usato per indicare quelle persone che fanno parte formalmente di uno schieramento politico anche se non sono coinvolti in maniera diretta. I due protagonisti, Hawkins Fuller e Timothy Laughlin – Hawk e Skippy – in realtà non sono compagni di ideologia bensì di vita.  Thomas Mallon e, a seguire, Ron Nyswaner hanno voluto giocare volutamente sull’ambiguità del titolo per creare una storia che non si limitasse a un racconto epico o romantico. I due autori hanno percorso il simbolismo che troviamo presente in storie di fantapolitica, viste in altre serie di successo come Scandal (2012-2018) di Shonda Rhimes.

Nonostante questo forzato percorso, Compagni di viaggio riesce a mantenere la sua identità queer. Se nella prima parte della stagione questa diventa forzata, fagocitata dalla storia politica, nella seconda parte invece raggiunge una linearità che dona equilibrio: la relazione fra i due protagonisti è ben dosata rispetto agli avvenimenti storici del periodo – come, per esempio, l’uccisione di Milk.

Ho intravisto un’opportunità, quella di raccontare una storia d’amore, ma anche la storia della comunità LGBTQ+, parti di essa di cui non in pochi sono conoscenza […] è stato il pretesto per affrontare altri momenti storici, perché il romanzo è ambientato principalmente negli anni Cinquanta, ma noi seguiamo questi personaggi anche oltre, fino agli anni Ottanta, e per me è stata un’occasione per parlare dei 35 anni della comunità. (Ron Nyswaner in una intervista a Wired)

Nyswaner conosce il mestiere e, come già fatto in My Policeman, mantiene viva l’attenzione sulla parte sentimentale senza mettere in secondo piano tutto ciò che la circonda. La sua intenzione è poi ben espressa davanti alla macchina da presa. Non è un lavoro che lascia il segno per lo stile – montaggio netto, movimenti della macchina da presa abbastanza classici, musica nella norma hollywoodiana, fotografia spesso satura di rosso come oramai accade nella maggior parte delle serie drama. Ciò nonostante, questa serie è ben funzionale e accompagna lo spettatore verso quasi quarant’anni, fatti di un amore travagliato e di eventi che cambieranno il mondo.

Hawk e Skippy impossibili senza Matt e Jonathan

In una costruzione attenta ma non esaltante, un ruolo importantissimo lo hanno Matt Bomer e Jonathan Bailey. Il primo, che impersona Hawk, è oramai noto al grande pubblico per i ruoli in Maestro (2023), The Boys in the Band (2020) e, in televisione, White Collar (2009-2014). Il secondo, interprete di Skippy, è stato fra i protagonisti indiscussi di Bridgerton (2020-in corso). Entrambi appartenenti apertamente al mondo queer, donano in questa serie una sensibilità senza la quale i loro personaggi avrebbero rischiato di finire nell’oblio.

Bomer patisce da sempre la sua bellezza, per cui non gli si può perdonare, né tanto meno riconoscere, la bravura. Ma è davvero un piacere vederlo durante i quattro decenni, nell’evoluzione di Hawk, da arrogante politicante a padre smarrito per la morte del figlio fino a sostegno del suo primo, e forse unico, vero amore. Non gli si può disconoscere lo spessore che gli viene sempre pregiudizievolmente engato.

Per me, essere queer significa anche, in qualità di due uomini, negoziare la condivisione del proprio corpo con l’altra persona. È qualcosa che ho sempre desiderato vedere rappresentato accuratamente perché so quanto sia straordinario viverlo. (Jonathan Bailey)

Bailey non è da meno, così come l’evoluzione del suo personaggio. Se riesce ad esprimere senza pudore la sottomissione iniziale di Skippy, mettendo in gioco tutto se stesso, è altrettanto capace di dargli una sterzata quando diventa l’elemento più forte della coppia. E anche al momento della malattia, non cede al facile stereotipo mettendo in luce le difficoltà di Skippy con la giusta dignità.

Una scrittura con i giusti punti focali

Con Compagni di viaggio, Nyswaner mette in luce la sua brillante capacità autorale, non sottovalutando gli altri personaggi e dando il giusto spessore agli eventi storici. Linus Roache, Chris Bauer e Will Brill impersonano il senatore Smith – figura ispirata al senatore Lester C. Hunt – il senatore McCarthy – da cui il maccartismo – e Roy Cohn – sostegno di McCarthy e probabile gay closeted. I tre interpreti aiutano notevolmente in una narrazione, quella della parte politica degli anni Cinquanta, a volte ridondante e prolissa.

Allison Williams è l’intensa interprete della moglie di Hawk, colei che sa e che fa finta di non sapere. La donna che accetta il closet del marito, consapevole anche dei suoi tradimenti, ma che lo fa con una nobiltà che ne esalta il ruolo, ottimamente reso da Williams.

Compagni di viaggio - Noah J Ricketts e Jelani Alladin in un frame

Compagni di viaggio – Noah J Ricketts e Jelani Alladin in un frame

Anche la componente lesbo, che Nyswaner ha opportunamente messo in luce, è ottimamente inserita in questo quadro. Erin Neufer e Gabbi Kosmidis vanno oltre lo stereotipo e non cadono nel facile melodramma quando devono affrontare la loro drammatica separazione.

 L’intersezionalità che non guasta

Jelani Alladin e Noah J. Ricketts interpretano altri due personaggi molto interessanti: un giovane reporter e una drag queen, entrambi di colore, che lottano in maniera diversa per far valere i propri diritti. Marcus, interpretato da Alladin, è in parte il clone di Hawk: entrambi closeted, entrambi senza la voglia di esporsi, entrambi accettano compromessi pur di mantenere il loro status.

Frankie Hines, la drag queen, è il personaggio che ha la consapevolezza maggiore – oltre che la forza – rispetto a tutti gli altri. Un valore politicamente indirizzato, come a palesare che il personaggio più esposto è anche quello più tenace. Sia Marcus che Frankie vivono la fase del doppio riconoscimento, sia come queer people che come persone di colore.

L’intersezionalità, che ogni tanto viene usata in maniera un po’ troppo leggera, in questo caso è efficace sia dal punto di vista narrativo che da quello sociale. Marcus e Frankie non vengono “usati” per raccontare una storia ma “narrano” la loro storia, portandoci per mano verso la doppia discriminazione, razziale e sessuale. Sia Alladin che Ricketts sono adeguati e capaci di esprimere due ruoli non semplici, mantenendone le complessità senza esagerazioni.

 Alla pignola ricerca della imperfezione

Una serie così ben dosata, scritta egregiamente e ottimamente interpretata non è però esente da qualche lieve pecca. Per chi è xoomer o millenial, diventa difficile non confrontare il coraggio di Showtime dei primi anni del Duemila rispetto al quasi conformismo odierno. È impossibile non mettere a confronto Compagni di viaggio con Queer as Folk. Per quanto la seconda sia esente da una trama legata al political drama, è indubbio che ha rappresentato un punto di svolta, sia per gli argomenti trattati sia per la modalità.

Queer as Folk esprimeva un viaggio senza censure sulla vita queer di quegli anni, in una rappresentazione scomoda per quanto realistica. Un coraggio che Compagni di viaggio non ha: non sono i nudi o le scene di sesso che gli forniscono questa intraprendenza. In un periodo dove oramai la nudità è sdoganata dovunque, la scena da slave, per quanto ben interpretata, non consegna allo spettatore nulla di nuovo rispetto a un qualsiasi Cinquanta sfumature di grigio (2015) e similari. Queer as Folk usava la nudità e la narrazione esplicita come mood rappresentativo e identificativo della serie; in Compagni di viaggio diventa qualche cosa di pertinente ma non di sconvolgente. Si potrebbe quasi pensare a un high queer baiting se non fosse per la coerenza della serie.

Altra domanda che ci si pone è se riusciremo mai a vedere in produzioni queer di livello e con contenuti interpretate da attori “normali”. Bomer e Bailey hanno una importante presenza scenica, una bellezza di cui lo spettatore è ben lieto, ma i loro addominali, la loro perfezione rischia di essere controproducente rispetto a una rappresentazione che vuole essere il più possibile vicino alla realtà. Ovviamente, questa più che una pecca è una amenità, ma tant’è.

Compagni di viaggio Vs Nuovo Olimpo

Diventa interessante mettere in parallelo la serie americana con l’ultima opera del regista turco Özpetek. Tenuto in considerazione della diversità di modalità rappresentativa – serialità rispetto a film – i due lavori hanno diverse cose in comune: la tematica fortemente queer, la storia d’amore e il periodo narrativo lungo oltre trent’anni.

In questo confronto, la pellicola di Özpetek mette in mostra tutto il limite delle produzioni italiane. Se la serie televisiva espone tutta la potenzialità di una vita queer, incluso ciò che è meno conforme e più suscettibile a critiche, il film del regista turco rimane sempre legato alla rappresentazione normata dell’omosessuale atta a non disturbare lo spettatore medio.

Nyswaner usa efficacemente l’ellissi temporale mentre nel film italiano il passare degli anni serve solo per mettere in scena dei ricordi fini a se stessi. Infine, non credo necessitino spiegazioni le differenze di produzione e dell’effetto del trucco.

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Compagni di viaggio

  • Anno: 2023
  • Durata: 60’ circa per 8 episodi
  • Distribuzione: Showtime Networks
  • Genere: Drammatico, Sentimentale
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Regia: Uta Briesewitz, Destiny Ekaragha, James Kent, Daniel Minahan
  • Data di uscita: 28-October-2023