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‘Birth’, il blocco della scrittrice incinta. Intervista alla regista Yoo Ji-young

L'autrice coreana, vincitrice del premio FIPRESCI al Torino Film Festival, racconta il conflitto tra maternità e carriera: "le donne non sono solo portatrici di bambini"

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Fidatevi della stampa cinematografica internazionale. Il premio FIPRESCI assegnato al film Birth alla 41esima edizione del Torino Film Festival è un riconoscimento meritato. A ottenerlo è stata la regista coreana Yoo Ji-young, qui al suo terzo lungometraggio. Qui, s’intuisce, con una storia profondamente sentita, presumibilmente anche per riflessione personale: quella di una giovane coppia che entra in crisi quando lei, scrittrice in rampa di lancio, resta incinta e s’interroga sul destino della propria carriera. Meditando soluzioni drastiche. Essere o non essere madri e lavoratrici in Corea: questo è il problema. Non solo personale, ma nazionale: in Corea del Sud ne parlano col nome di “‘gyeongdan nyeo” – mi spiega la regista. Pure, come emerge dalla conversazione, la questione è universale, e tocca tante donne. Vedere Birth per credere. Nell’attesa (di una distribuzione italiana), leggere l’intervista.

Birth di Yoo Ji-young: la trama 

Giovane promettente scrittrice, Jay sta per pubblicare il suo nuovo libro. Geonwoo, suo coinquilino e amante, lavora come insegnante d’inglese in un istituto privato e aiuta Jay in silenzio. Entrambi si prendono cura l’uno dell’altro e sono felici così come stanno. Tuttavia, la gravidanza non pianificata di Jay porta a enormi cambiamenti, provocando conflitti tra i due.

Qui la recensione su Birth a cura di Antonio Pettierre.

L’intervista: Yoo Ji-young parla di Birth

Yoo-Ji-Young mentre parla a un tavolo muovendo le mani

Yoo Ji-young, regista di Birth

E LA CHIAMANO “BUONA NOTIZIA”

Nelle note di regia, hai dichiarato che “la gravidanza accidentale accaduta a una coppia felice ha cambiato permanentemente il loro rapporto”. Tuttavia, uno spettatore potrebbe avere l’impressione che anche prima della gravidanza tu abbia cercato di suggerire alcuni piccoli problemi per la coppia. Ad esempio, il rimprovero di Geonwoo a Jay riguardo al suo bere, o la sua proposta a lei di scrivere per il cinema, oltre a una breve sequenza in cui sono insieme all’aperto, lui dorme e lei sembra sola. Hai effettivamente cercato di raffigurare alcune difficoltà nella vita della coppia anche prima della gravidanza?

Prima di tutto, grazie per aver notato quelle scene. Quanto hai detto è corretto. Stavo cercando di mostrare allo spettatore che i personaggi principali pensano e agiscono come se non ci fosse nulla di sbagliato in loro, apparendo così molto innocenti. Tuttavia, ci sono molti espedienti cinematografici, tra cui le scene che hai menzionato, come il dialogo sui sogni e il loro stile di vita, che consentono allo spettatore di osservare come queste persone siano molto diverse, anche se non solo a causa della gravidanza. Volevo che lo spettatore provasse compassione per loro, che si dispiacesse per loro, affinché alla fine della storia prendessero strade diverse dopo aver attraversato un periodo così difficile. Ma volevo anche che lo spettatore tifasse per loro e dicesse: “È stato difficile, vero? Ne avete passate molte, e sono contento che finalmente sappiate chi siete”.

IL BURNOUT DELLA SCRITTRICE

Durante una cena con un paio di amici, l’amica di Jay, una poetessa, parla delle difficoltà di essere scrittori in una società così competitiva. Questo, insieme a molti altri riferimenti nel film riguardanti il “possedere un talento” o “essere ordinari” – cito testualmente – mi fa riflettere sulla definizione del filosofo Byung-Chul Han di “società del burnout”. In che misura è presente questo tema nel tuo film, in relazione alle aspettative della società verso gli individui?

Jay è un personaggio non solo talentuoso, ma anche in lotta per scrivere qualcosa che la renda felice come scrittrice all’interno del sistema sociale. Questo è diverso dalla competizione con gli altri di cui parlano i suoi amici poeti. È importante notare che Jay è in competizione con sé stessa. In questo senso, soffre anche di burnout, il che si lega al tema del film. Jay sente molta pressione solo per scrivere bene, e soffre doppiamente dopo essere rimasta incinta. Tutti intorno a lei, compreso il suo editore e persino Geonwoo, vogliono che sia una brava madre e una brava scrittrice.

Birth, la protagonista Jay in un momento di solitudine

La società mette sottilmente pressione su una donna incinta con un lavoro affinché sia professionale, ma senza trascurare il figlio. I media vogliono dipingere le madri lavoratrici che crescono i figli come Wonder Women, ma questo film cerca di mostrare che è una completa fantasia. Jay, che è particolarmente sensibile e per la quale scrivere (e lavorare) è la propria identità, distrugge completamente la fantasia della madre lavoratrice che la società le inculca, ed è questo che volevo fare con questo film.

QUANDO INIZIA IL FILM

Il titolo Birth compare dopo 35 minuti. Qual è il significato simbolico di questa scelta? Vedi questo momento come l’inizio effettivo del tuo film?

Sì, esattamente. Volevo costruire la vita quotidiana di questi due personaggi, che sembrano essere al sicuro e spensierati, prima di entrare nell’azione reale e sviluppare la storia. Ma ho pensato che se il titolo fosse stato all’inizio o alla fine, lo spettatore avrebbe guardato il film dall’inizio alla fine come un blocco di storia e ci sarebbe stata stanchezza, quindi è stata una scelta strutturale del film dar loro un attimo di respiro prima di entrare nel vivo dell’azione.

DONNE SULL’ORLO DI UNA CRISI DI GRAVIDANZA

Jay giustifica il proprio desiderio di abortire con le seguenti parole: “Voglio essere una brava scrittrice. Non posso essere anche una madre”. Si può dire che il focus principale di Birth sia proprio su questo, sull’identità femminile e sul ruolo delle donne nella società?

In Corea, l’amore materno è spesso visto come quasi un istinto femminile, quindi quando una donna ha un figlio, la sua vita ruota intorno al bambino piuttosto che al suo lavoro o al suo corpo o alla sua mente. Le persone pronunciano frasi pensate per le donne in gravidanza, ma quasi tutte sono destinate al bambino invisibile nel grembo. Una volta che il bambino è nato, la situazione è ancora peggiore. In Corea, è quasi un’intesa tacita che ci si aspetti che le donne smettano di lavorare fino a quando il bambino non è più grande, perché si presume che la donna crescerà il bambino. Questo è conosciuto in Corea come il fenomeno delle “gyeongdan nyeo” (“donne che interrompono la carriera a causa della cura dei figli”).

Si prevede che le madri mettano sempre i loro figli al primo posto, e le donne che sono cresciute con questa cultura sociale vengono criticate se attribuiscono più valore al proprio lavoro che ai loro figli, alla famiglia o alla casa. Se la società coreana non considerasse le donne come “portatrici di bambini” e avesse un sistema sociale e una consapevolezza che consentissero loro di realizzarsi come esseri umani indipendenti e crescere un figlio allo stesso tempo, Jay non dovrebbe dire queste parole. Jay teme solo che la sua carriera di scrittrice possa finire ora che è incinta, un pensiero e una paura piuttosto naturali almeno nella società coreana.

DEDICATO ALLE MADRI IN CARRIERA

Due personaggi femminili rappresentano altrettanti esempi e attitudini dell’essere madre e scrittrice contemporaneamente: l’Editrice e la Professoressa. In che modo rappresentano due diverse posizioni?

L’editrice è qualcuno che incontra e interagisce con scrittori e altri artisti. Pertanto, deve essere più sensibile rispetto a chi non lavora in questo campo. Quando Jay confessa di essere incinta come se si sentisse colpevole di qualcosa, l’editrice non ha il minimo timore che la gravidanza possa influire sul suo lavoro creativo, ma le dice di rivolgersi a lei se ha bisogno di aiuto. Forse perché è una donna come lei, l’editrice è più tollerante. Ma quando la scrittura di Jay peggiora, l’editrice pensa che sia effetto della gravidanza. Questo dimostra che anche un editore apparentemente progressista ha norme sociali e convenzioni di cui non è consapevole. Attraverso il personaggio dell’editrice, volevo mostrare che, anche se i media dicono che le rigide norme di genere che la società si aspetta dalle donne stanno cambiando, la realtà è che questo non sta affatto accadendo.

La Professoressa MIN Yoojeong è una donna che cresce un bambino da sola e mantiene una carriera stabile come scrittrice. Addirittura dice a Jay: “Guardami, sto facendo bene entrambe le cose” e le chiede di non dimenticare che è una scrittrice prima ancora di essere madre. Poi la Professoressa MIN muore improvvisamente nella parte finale del film; la ragione della sua morte è il troppo lavoro, anche se non viene dichiarato direttamente. Questo dà l’impressione che debba aver lottato per bilanciare i suoi due ruoli, crescere un figlio ed essere una professionista come scrittrice e professoressa. Tuttavia, questo equilibrio è qualcosa di molto difficile o addirittura impossibile nella vita reale, e ho cercato di utilizzare la morte di MIN per rappresentare le artiste femminili che sono scomparse e che la nostra società ha perso, come la Professoressa MIN.

SCRIVERE UN BUON FILM

In una discussione col suo ragazzo, Jay dice: ‘È già abbastanza difficile scrivere una buona storia’. Applicando questa frase al tuo lavoro di regista e sceneggiatrice per questo film, qual è stata la sfida più impegnativa nella scrittura della storia di Birth?

Poiché la storia ha avuto inizio con le mie esperienze autobiografiche e le mie consapevolezze, sono stata attenta a non proiettare troppo di me stessa durante l’intero processo di realizzazione del film: dalla stesura della sceneggiatura, alla ripresa del film, al montaggio, e così via. Questo è un film di finzione, non un documentario. Ho quindi creato personaggi ed eventi che incorporassero ciò che stavo sentendo, ma contemporaneamente mi sono distanziata dal film, come se fossi in una costante lotta con esso, per evitare di cadere nell’autocommiserazione. Penso che questa sia l’unica via per ottenere una universalità per il pubblico.

TERAPIA DI COPPIA

Nella sceneggiatura del film, qual è stata la maggiore difficoltà che hai fatto emergere nella coppia dopo la scoperta della gravidanza? Mancanza di comunicazione, aspettative diverse o l’eccessiva protezione di Geonwoo, un tema che diventa più esplicito nella parte finale?

Per chi ha parlato a lungo della decisione di non avere figli, una gravidanza inaspettata può sembrare come essere gettati in un mare in tempesta senza sapere cosa fare. Entrambi hanno un’idea chiara di ciò che credono di dover fare (non ciò che “devono” fare) durante questo periodo e cercano in qualche modo di raggiungere questo obiettivo entro i 10 mesi di gestazione. Ma le cose non vanno come previsto e la loro razionalità viene paralizzata dall’impazienza e dalla paura di non poter raggiungere ciò che si erano prefissati. Avendo vissuto questa situazione per la prima volta, diventano diffidenti e cauti, come un gatto che si accoccola per proteggere il ventre per sopravvivenza.

Birth, Jay e Geonwoo a tavola sorridenti mentre discutono

Birth, Jay e Geonwoo a tavola nella prima parte del film

Non possono permettersi di guardarsi l’un l’altro; chiudono le bocche, chiudono le menti e cercano disperatamente di raggiungere i loro obiettivi “personali”. Ironicamente, credono erroneamente che ciò serva a proteggere il “noi”. Si sono spinti al limite, convinti che una volta superato questo periodo doloroso, tutto sarebbe andato bene. In un dialogo si dicono:

“Mi vedi nel tuo futuro?”

“Certo che sì”

ma sfortunatamente, nel corso della loro vicenda, si perdono l’un l’altro. Ci sono innumerevoli “e se…?” che avrebbero potuto far superare loro questo periodo in modo diverso, ma nel film, Jay e Geonwoo erano esattamente chi erano come esseri umani in quel momento.

AMARSI (UN PO’), TRA LUCI, OMBRE E SILENZI

Come si filma un film su due amanti che si allontanano? Mostrando molte scene di conflitto, in cui i due sono insieme e litigano, oppure esponendo le rispettive solitudini, con scene in cui sono da soli?

Per vedere le ombre, dobbiamo mostrare la luce. Utilizzo entrambi i metodi che hai menzionato nella domanda. Li metto insieme nella stessa inquadratura fin dall’inizio, quando stanno vivendo vite normali, fiduciose e stabili, fino ai loro primi momenti di tumulto insieme, quando scoprono di aspettare un bambino. Man mano che la loro situazione diventa più difficile e crescono le rispettive paure e responsabilità, li metto su schermate separate. Nella parte finale, la scena in prigione mette persino delle sbarre tra di loro. C’è solo una ripresa nella parte finale in cui sono nella stessa inquadratura. È quando Jay e Geonwoo tornano dall’hotel e stanno urlando e litigando in soggiorno. I due personaggi in questa scena sono nello stesso spazio dell’inizio, ma l’atmosfera è diametralmente opposta: è evidente che ho voluto creare appositamente un contrasto.

Dal punto di vista stilistico, ho apprezzato molto il modo in cui hai lavorato con alcune scene brevi e silenziose e, a volte, con i luoghi vuoti. Potresti commentare queste tue scelte di regia?

Sono anch’io una grande fan di questo tipo di riprese. Si tratta di sequenze che non fanno avanzare la narrazione, ma mi piaceva dare al pubblico il tempo di guardare davvero alle emozioni dei personaggi. Quando guardo altri film, sono proprio scene del genere quelle che mi restano più impresse. Dal punto di vista stilistico, è anche necessario rallentare il ritmo del film, specialmente in un film con una struttura narrativa densa come questo, inquadrature statiche e vuote danno al pubblico spazio per respirare. Credo che questo “spazio bianco” ci permetta di seguire la densità del dramma fino alla fine e di non perdere di vista le emozioni dei personaggi.

BIRTH OF A WRITER

Commentando la prima bozza del libro Birth che Jay sta scrivendo, l’editrice dice alla scrittrice che il personaggio della madre che non vuole avere il figlio e che quasi odia portarlo nel suo corpo è stato considerato egoista da parte di alcuni membri del team. A tua volta, come regista del film, hai avuto un’opinione del genere su Jay? L’hai considerata egoista per le sue scelte?

Se fosse stata egoista, si sarebbe seduta di fronte al suo editore con un pancione così prominente? Jay voleva seguire i suoi desideri e vivere la sua vita concentrata sul suo lavoro da scrittrice, ma alla fine ha deciso di avere un figlio da sola. Amava Geonwoo ed è stata colpita dalle sue parole quando le ha chiesto di credere in lui. Niente di tutto questo sarebbe accaduto se Jay fosse stata più fedele a ciò che voleva davvero e se avesse conosciuto le circostanze che avrebbero fatto sì che non fosse più se stessa se non avesse seguito i suoi desideri. Jay si è persa tra i suoi desideri e il valore del “noi” insieme.

Solo in seguito ha capito che la sua decisione di avere un figlio era la scelta sbagliata, anche se era troppo tardi per dirlo ad alta voce. È una verità dolorosa. Quindi, la sua replica “non le è permesso essere egoista?, è in realtà una domanda su sé stessa: le è concesso essere sostenuta nelle proprie scelte mentre affronta i propri sogni e i propri desideri?

Jay non era egoista, ma alla fine del film ha finalmente scritto qualcosa di “soddisfacente” per sé stessa e l’ha pubblicato, suggerendo che dopo che la sua relazione con Geonwoo è finita, dopo che la sua relazione con il bambino è finita, è riuscita a concentrarsi sui propri desideri personali. Se è egoista ascoltare di più i nostri desideri interiori e fare la scelta di seguirli senza distogliere lo sguardo, senza ingannarci, allora penso che possiamo permetterci di essere un po’ più egoisti.

FORZA YOO JI-YOUNG!

La mia ultima domanda per te è una citazione testuale dal tuo film: “Dove va il tuo cuore in questi giorni?” (è la domanda che degli studenti fanno a Jay alla fine di un seminario, n.d.R.)

Mi chiedo cosa posso fare per continuare a fare film in futuro. Sono preoccupata su come farò il mio prossimo film in Corea, dove è quasi impossibile ottenere finanziamenti a meno che non sia un film per il pubblico che naviga nell’oceano del “capitalismo video” chiamato OTT, o un film basato su un romanzo. E sono preoccupata anche su come guadagnare da vivere come persona. Spero di non appesantire la nostra conversazione mentre stiamo gradevolmente parlando di cinema. Ma questa è la realtà per molti registi indipendenti in Corea. In ogni caso, devo solo superare un altro giorno, sperando che si presentino buone opportunità. Proprio come Jay.

Birth

  • Anno: 2023
  • Durata: 155'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Yoo Ji-young