Presentato in concorso al RIFF, Tales of Babylon è il secondo lungometraggio di Pelayo De Lario. Il regista inglese-spagnolo ha esordito con Jack(2021), girato durante la seconda quarantena del Covid-19 e ottenendo un ottimo riscontro internazionale.
Tales of Babylon : sinossi
In fuga dal nonno mafioso violento, due fratelli uniranno le forze con una coppia di sicari con un talento per il teatro nella loro ricerca di una nuova vita in questa storia di crimine, violenza e redenzione. Crimine, denaro e violenza a Londra sono al centro di questa storia della moderna Babilonia.
da sinistra: Ray Calleja nei panni di “X” e Aaron Cobham in quelli di “Y”
La recensione di Taxi Drivers
Fin dai primi minuti di visione di Tales of Babylon si viene assaliti da una sensazione familiare. Un mood già conosciuto, già visto.
Ben presto ci si rende conto infatti dell’incredibile derivazione Tarantiniana del film, che si ispira fortemente a Pulp Fiction, senza però nasconderlo.
Il regista infatti non solo ha ricreato situazioni del tutto simili al cult di Tarantino, ma i personaggi ne citano anche il titolo in una delle scene iniziali.
Da sinistra: Brandon Burke e Albert Tallski in una scena del film
Verrebbe quindi da pensare che Tales of Babylon sia una copia, o una sorta di remake in chiave british. Tuttavia resta assolutamente godibile e divertente da guardare.
La narrazione è semplice, scritta e diretta in modo tale da non annoiare mai lo spettatore, sia nei momenti più frenetici che in quelli più distesi e dialogati.
Le interpretazioni di ogni personaggio sono assolutamente di livello e perfette per il mondo creato dal regista.
La pellicola di De Lario sembra voler essere più un omaggio: i personaggi sono sopra le righe, il ritmo incalzante, i dialoghi taglienti e spesso decontestualizzati dalla storia principale.
Le intenzioni però non bastano. Rer tutta la visione resta infatti un sensazione troppo derivativa, una mancanza di originalità unica del regista e di questa storia.
Pur essendo molto scorrevole, divertente e coinvolgente, Tales of Babylon risulta poco profondo e stratificato. Non prende la sua strada ma segue orme già impresse nella storia del cinema, aggiungendo poco per considerarlo qualcosa di nuovo.
Maria Crittell in una scena del film.
Conclusioni
Tales of Babylon ha la fortuna-sfortuna di doversi confrontare con uno dei film più amati dei tempi moderni.
É una pellicola ricca di pregi a metà, con una regia fresca ma non innovativa, una fotografia ben curata ma non sensazionale, dei dialoghi intelligenti ma non memorabili.
Aspettando il suo risultato al RIFF, potete trovare Tales of Babylon in streaming in lingua originale su Mubi.
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