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Interviews

Gianni Amelio L’ intervista

A Castiglione del Cinema abbiamo incontrato Gianni Amelio che ha presentato Lamerica e ha ricevuto il Premio alla Carriera

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Foto: il poster dell’Italian Film Festival Berlin 2022, Gianni Amelio (Claudio Iannone).

Gianni Amelio: intervista al regista presente all’ultima edizione di Castiglione del Cinema.

Si è tenuto dal 28 Settembre al 1 Ottobre la nuova edizione di Castiglione del Cinema dove il regista ha ricevuto un Premio alla Carriera ed ha presentato la versione restaurata de Lamerica.
Entusiasta di partecipare alla manifestazione perchè :«Mi sento, oltre che regista, spettatore. Sempre.», il regista ha parlato con Taxidrivers del suo cinema e non solo.

«Il giorno che non avrò più la voglia, il desiderio di andare al cinema… credo che sarò un regista meno attento, meno appassionato di quello che sono oggi. Io non divido le due cose. Per me il cinema resta ancora quella magia che provavo da ragazzo vedendo i western sullo schermo» – Gianni Amelio

Gianni Amelio, classe 1945, ha partecipato alla penultima Mostra del cinema di Venezia con lo struggente Il signore delle formiche. Prima di questo ha diretto numerosi film, in cui al centro del racconto è spesso il rapporto tra padre e figlio inserito in un particolare spaccato sociale.
Prima di arrivare al cinema, dopo una gavetta in televisione, è stato assistente alla regia per diversi registi e registe. Tra cui,  Giulio Questi. Un’sperienza che ha appagato la sua passione per il genere western.

Castiglione del cinema

Gianni Amelio, l’intervista

Il western è la sua grande passione, anche ieri lo ha più volte citato 

Sì, nel western c’è un po’ la metafora della vita, di tante esistenze. Il western è sempre il movimento verso l’altro posto, è la lotta tra il bene e il male, e il viaggio senza meta o con una meta che non si sa se si può raggiungere.

 Gianni Amelio,  una lista dei suoi migliori film.

Hammamet

Gianni Amelio: intervista al regista presente all’ultima edizione di Castiglione del Cinema.

Nei suoi film, oltre al rapporto padre-figlio, ricorre spesso il tema del viaggio. Penso a Le chiavi di casa, o Hammamet… il viaggio per lei è metafora di scoperta, movimento, conoscenza?

È tutto questo più tante altre cose che magari, in questo momento, non mi vengono in mente, ma il viaggio è la ricerca. La ricerca che facciamo tutti i giorni in noi stessi e del senso che diamo alle cose e la volontà di non chiudere gli occhi, la volontà di non ignorare gli altri. Quindi il viaggio è vita. E non si conosce attraverso il viaggio solo l’estraneo ma si conosce anche il nostro modo di sentire…lo si conosce meglio…e anche il rapporto con le persone che ci sono più vicine. Il viaggio è come un tappeto volante da dove non si può scappare, da dove non si può scendere, sennò ti fai del male.

Oltre al rapporto padre-figlio, nei suoi film ci sono spesso bambini. Ne Il primo uomo c’è un’attenzione particolare al bambino. A questo proposito, un altro regista,  Luigi Comencini voleva sempre supportare il bambino, accarezzare il bambino emotivamente. Per lei cosa rappresentano i bambini?

Spesso rappresentano il rimorso dell’adulto. Se guardiamo bene i film che ho fatto non c’è mai un film dove un bambino non sia in rapporto con una persona più grande. Con un estraneo, con un padre, con un padre putativo, con un insegnate, con un fratello maggiore. C’è sempre una riflessione che riguarda più l’adulto che il bambino. Il cinema che ho fatto, in questo senso, è un po’ diverso dal cinema di Comencini. Io penso che gli errori degli adulti si vedono come una cartina di tornasole se questo adulto viene messo di fronte a qualcuno che lui ha tradito.

Gianni Amelio intervista

Il ladro di bambini

Quest’ultima affermazione mi fa pensare a Le chiavi di casa.

Sì, sì. Una storia dove un padre vive il rimorso, il dolore, la vergogna di aver abbandonato suo figlio, praticamente dalla nascita. Questo rimorso, questo senso di riparare cose sbagliate si ritrova un po’ in tutte le storie che ho raccontato.
Ne Il ladro di bambini per esempio la figura paterna la assume il carabiniere che deve solo scortare questi due ragazzi in orfanotrofio. Però diventa più importante di un padre perché a un certo punto ha pietà di questi due esseri, pietà nel senso latino di pietas, li considera molto più vicini a sé stesso di quanto il suo ruolo gli consenta. Tant’è vero che viene addirittura punito perché ha in qualche modo dato una giornata di respiro, di vita a questi due esseri scartati dalla società. Probabilmente è qualcosa di autobiografico che ogni volta trasfiguro nella storia perché poi tutto quello che ci è successo da bambini ci resta dentro nella vita anche da vecchi.

Ne Il Signore delle Formiche ho visto una coralità di personaggi “raccolti” nel proprio dolore. Ad esempio, il personaggio interpretato da Elio Germano, un giornalista che esorcizza la sua paura di non essere accettato occupandosi del caso di Aldo Braibanti.

Io penso che il film sia arrivato nel modo giusto che vedo io. Lei dice acutamente che è un film con tanti punti di vista diversi. Forse per la prima volta ho voluto dare a una storia che apparentemente riguarda solo degli uomini il punto di vista delle donne. Ci sono quattro donne, ognuna delle quali vive questa storia in una maniera diversa. Le due madri, Graziella e la ragazzina che forse vive il suo primo amore con Ettore ed Ettore non è preparato a questo, tant’è vero che forse durerà lo spazio di un’estate, però sarà una cosa che non dimenticherà mai. Il personaggio di quella “quasi bambina” che poi è incinta di un altro, è sposata però si occupa di Ettore dopo che è uscito dal manicomio è un personaggio che mi tocca molto.
Io quando ho finito il film, grazie anche all’incontro con lei, con l’attrice che non era un’attrice professionista anche se è bravissima, ho avuto voglia di raccontare in un altro film una storia così e lo farò. Una storia d’amore particolare, non nei canoni, non nelle regole però tra un uomo e una donna! Guarda un po’! [Ride]

gianni amelio

Posso permettermi di dire che ne Il Signore delle Formiche c’è una quinta donna? Emma Bonino. Lei stacca la narrazione con questo primo piano.

Sì, Emma Bonino è il segno di tutto quello che si è fatto a livello di lotta per riconoscere i diritti.

É stata un’idea geniale in quanto stacca completamente la narrazione!

Sì, però arriva! [Ride] Ho voluto mettere lei perchè è un’icona… assolutamente… insomma, nulla si confonde con nessun altro.

Quindi il femminile è importantissimo.

È fondamentale. Quando la donna non è presente, è presente nel dolore dell’uomo che metto in scena. È una mancanza che si avverte sullo schermo.

gianni amelio intervista

Gianni Amelio: intervista e curiosità

Curiosità: com’è stato dirigere Germano, Lo Cascio?

Vediamo cosa dicono loro. Trintignant ha detto “Amelio non dirige gli attori, li abita”, una bellissima espressione. Elio ha detto “ma no, non serve tanto discutere o farsi spiegare le cose come vanno fatte. Basta che Gianni ti prende per mano, ti porta dove vuole”. Lo Cascio dice “noi facciamo un mestiere faticoso. Quando si lavora con Gianni non si ha impressione né di fare un mestiere né di faticare”. Io ho un solo credo nel rapporto con gli attori.
Vanno scelti nella maniera giusta, vanno scelti per quella parte perché un attore può essere anche meravigliosamente dotato però se la parte non è quella giusta per lui non va bene. Io parto sempre dall’attore e adatto il personaggio all’attore che ho scelto. In questo senso tengo presente tutte le sue caratteristiche anche il physique, il suo modo di parlare di muoversi di pensare. Io mi trovo in sintonia straordinaria sempre con gli attori che lavorano con me.

Penso sia fondamentale.

Con Lo Cascio siamo, non so se dire, fratello maggiore e fratello minore, oppure, padre e figlio. Però c’è stata e ci sarà sempre un’armonia di sentimenti che è quella che ti permette di fare le cose.

Un’ultima curiosità. Lei ha detto che è sempre spettatore, qual è l’ultimo film che ha visto e che le è piaciuto?

Risale alla notte dei tempi perché sono due anni che io lavoro a questo film che comincio [Da lunedì 2 Ottobre il regista ha iniziato la lavorazione]. Non vado al cinema, né vedo film alla televisione, sono troppo occupato a pensare a cavarmela avendo un film difficilissimo. Ho paura, batticuore, tutto… è sempre il primo film!

A Castiglione del Lago la nuova edizione del Castiglione del Cinema, luogo di incontri e scambi