É diviso in tre capitoli Quanno chiove, film d’esordio di Mino Capuano proiettato al Festival del cinema di Porretta Terme nella serata del 6 Dicembre.
In Ambriana, Cris (Lorenzo Fantastichini) vive con il padre (Gianni Parisi) in una villa sul mare. Prima di partire l’indomani per Milano, dove vive la madre, che gli ha trovato un lavoro, Pasquale (Gianfranco Gallo) e gli altri amici del padre gli organizzano una festicciola per salutarlo. Cris è però triste e smarrito e, mentre passeggia, é incuriosito da Marilena (Attilia Ranieri), una vicina di casa un po’ stramba, definita dal padre “la pazza”, che lo rincuora.
In Appocundria, tre fratelli decidono di vendere l’abitazione del padre. Si ritrovano intorno a un tavolo a mangiare polpette, a ricordare episodi del passato e a tirare, poi, quattro calci a un pallone. É l’occasione per provare a cementare dei rapporti ormai sfilacciati da tempo.
In Alleria, Mimmo, detto Sombrero (Ciro Scalera), incontra Margherita (Elisabetta De Vivo), ex fiamma di un tempo, ritornata in paese dopo trent’anni per rendere omaggio alla tomba del padre. L’amore sembra sbocciare di nuovo tra i due ma, nel finale malinconico, vagano da soli in mezzo alla folla che assiepa la Sagra delle rane .
In ‘Quanno chiove’, Capuano s’ispira ai brani di Pino Daniele
La ricerca del tempo perduto, il rimpianto e la nostalgia lastricano il film di Mino Capuano all’esordio, autore anche del soggetto e della sceneggiatura, in collaborazione con Annalisa Erba e Alain Parroni.
Il primo episodio, il più debole, soffre degli insistiti elementi di raccordo che provano a supplire uno script esile come carta velina; il secondo, dal tono intimistico, sul finale, cambia passo e prende fuoco quando esplodono i rancori dei tre fratelli. Nel terzo, il regista napoletano sposa i toni della commedia, e racconta un amore finito anni prima senza un vero perché.
In ogni episodio, Capuano fa ricorso, con immagini sgranate, ad alcuni flashback che mostrano i personaggi un tempo felici e contenti. A dispetto del titolo del film e dei capitoli ispirati alle canzoni di Pino Daniele, il regista non inserisce nessun brano del bluesman partenopeo. Immancabile, in ogni episodio, la pioggia battente che prova a spazzare via tristezza e malinconia. Il film è in concorso al Napoli Film Festival.
‘Sciaraballa’, il corto intimista di Mino Capuano