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Paramount Serie tv

‘La chimica della Morte’ – Recensione primi episodi

La nuova serie Paramount+ strizza l’occhio al noir di True Detective in un passatempo estivo alla Rosamunde Pilcher

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La chimica della morte è la nuova serie, inglese, di Paramount+ tratta dal best seller di Simon Beckett. Ha come protagonista Harry Treadaway, visto già in The Crown, Samuel Anderson e Jefferson Hall (Game of Thrones). Scritta da Sukey Venables Fisher, è diretta da Richard Clark, regista di Doctor Who.

Il trailer di La chimica della morte

La chimica della morte: l’antropologo forense in cerca di guai

Due bambini, in una piccola cittadina inglese ricolma di boschi e foreste, scoprono il cadavere di una ragazza, ormai in decomposizione, con delle ali sporcate dal terreno di sangue. L’antropologo del paese David Hunter, quasi tirato dall’ispettore Mackanzie inizia a indagare assieme a lui. Il tutto, come detto, in una cittadina inglese con, apparentemente, diversi segreti e mariti di mogli scomparse con conclamate mascolinità tossiche.

La chimica della morte, al netto degli intriganti totali a piombo sulle strade inglesi, è un giallo travestito da noir, e un thriller che è in realtà un mistery guilty pleasure. La resistenza dell’antropologo a indagare sulla sua stessa città è giustificata da ciò che non sappiamo, ma che probabilmente scopriremo nel corso della serie. Un passato doloroso (la morte della figlioletta che possiamo presumere) per il protagonista che verrà fuori con flashback strappalacrime tramite i suoi momenti di afasia e di blocco.

La chimica della morte

Quello che apprendiamo dai primi due episodi è l’intenzione abbastanza esplicita della serie Paramount. La chimica della morte cerca in toto di riprendere i noir alla True Detective, scomodando paragoni atmosferici con Twin Peaks. Il cadavere antropomorfo, il killer adolescente disturbato che più intuibile non si può, il piccolo villaggio inglese dove tutti sanno di tutti e i misteri si ammassano alle sparizioni dei suoi abitanti.

Il colpo di scena finale della seconda puntata ci dice come la serie avrà due vite e non si limiterà a confinare Hunter a cacciatore di psicopatici serial killers abbastanza telefonati. La serie giochicchia sul presente da medico del paesotto e sul passato da grande antropologo che probabilmente dividerà la storia di Hunter tra la verticalità degli omicidi cittadini e un’orizzontalità ancora poco chiara, ma direttamente collegata a un passato riacceso.

Il giallo estivo

Hunter è un Ispettore Barnaby meno sicuro di sé e più incerto sul proprio destino, in uno script che, più che essere scritto dal premio BAFTA per Doctor Who, sembra ricalcare la formazione dei filmetti tv del ciclo di Rosamunde Pilcher. Storie passatempo, mistery e dinamiche sentimentali che si incrociano. La chimica della morte pone un personaggio indeciso in balia del suo passato, pienamente dentro la fragilità della scelta della chiamata a intraprendere il viaggio. Conscio dei rischi più psicologici dietro alla sua entrata nel mondo da cui Hunter vuole stare lontano. Così il protagonista, nel fare la cosa giusta, si trova in uno schema fin troppo rodato.

Una cittadina omertosa, e silenziosa nei suoi dubbi su tutti gli abitanti, dove l’antropologo cerca di agire. Con quell’aria da amico di tutti e buon samaritano, l’antropologo forense affronta la propria chimica della morte sui corpi dei cadaveri, scoprendo ciò che un normale occhio non scopre. Dettagli che nascondono il vero modus operandi dell’omicidio, insistendo sul rispetto del protagonista verso la morte di una non più vita divenuta un fattore chimico.

La chimica della morte

Il debole mistery inglese

La tradizione del prodotto crime britannico la si nota tutta. La cittadina che ribolle, la campagna inglese, la scia di omicidi su cui indaga un eroe improvvisato, buono ma dall’animo tormentato. Struttura che abbiamo visto miriadi di volte. Si potrebbe citare Broadchurch o Hinterland. Ma manca una base solida per giustificare elementi interessanti che partono da una macabra ambientazione fino a venature noir. Un eccesso di dark crime, a tratti violento e crudo, non ben corroborato anche da colpi di scena piuttosto scontati. Si pensi all’interesse romantico di Hunter che pur sapendo di non dover entrare nella bottega buia del killer, ci entra lo stesso col colpevole alle sue spalle. Il voice over di Hunter inoltre ha dei lampi per informarci sulla scienza forense. E il protagonista è costretto a risolvere fino a qui insignificanti casi più dettati da inerzia che da acume investigativo. Una narrazione che procede nei luminosi esterni del villaggio. In gite romantiche del protagonista e dubbi di future vittime su evidenti mariti spinti da stereotipi patriarcali abbastanza conclamati.

La chimica della morte

La chimica della morte, nei suoi primi episodi, mette in moto il classico schema del crime ai margini della periferia inglese, costruendo un dramma che non si prende mai sul serio andando a infoltire il passatempo seriale di inizio agosto.

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  • Anno: 2023
  • Durata: 45
  • Distribuzione: Paramount+
  • Genere: thriller crime
  • Nazionalita: GB
  • Regia: Richard Clark
  • Data di uscita: 03-August-2023