Su Netflix l’attesissima conclusione dell’acclamato thriller You 5. La serie in termini produttivi vede l’abbandono della storica creatrice Sera Gamble e l’entrata dei nuovi showrunners Michael Foley e Justin W. Riprende il ruolo del protagonista Penn Badgley con la co-star Charlotte Ritchie. New entry della serie: Medeline Brewer, Anna Camp e Griffin Matthews.
Di cosa parla la nuova stagione
Tre anni dopo il suo ritorno a New York, Joe (Penn Badgley) è ufficialmente diventato famoso grazie alla sua relazione con Kate (Charlotte Ritchie). Ha ritrovato suo figlio Henry e ha messo in vendita il Mooney’s, la libreria dove tutto è iniziato. Quando però emerge un articolo diffamatorio su Kate che potrebbe rovinare la sua carriera e tutta la famiglia, Joe è costretto a riprendere vecchie e consumate abitudini.
Casa dolce casa
Tutto deve finire alla fine. Regola che vale anche per i mondi seriali, dove la morte si ripete e la vita è frammentata nella sua metamorfosi stagionale. Così è arrivato il momento di dire addio anche a You 5, uno dei casi televisivi degli ultimi anni. Perché la serie creata dalla creatrice Sera Gamble è riuscita, col suo linguaggio guilty pleasure, a descrivere l’ossessione maschile e la sua tossicità giocando continuamente con diversi espedienti e generi.
Fondendo il thriller col melodramma e rianimando una televisione semplice da vedere con le tante dissolvenze di chiusura e i molteplici spiegoni. E nei suoi primi episodi You 5 non cede al suo marchio di fabbrica, continuando a ripetere stesse dinamiche almeno ossessive come il suo protagonista. Per il finale la serie sceglie di ritornare dove tutto è iniziato, a New York, nella celebre libreria Mooney’s dove la violenza di Joe ha trovato il proprio libero sfogo.
L’alterego di Badgley ora fa il mantenuto di una ricca donna d’affari, la Kate della quarta stagione per cui ha ucciso e celato scomodi segreti. Joe nel primo episodio gioca al marito amorevole che ha finalmente ritrovato la serenità e posto un freno alla propria personalità animalesca. Ed è un tratto distintivo della serie, almeno nel suo inizio, forzare il lato umano di Joe con la sua sete di sangue e vendetta. Il protagonista non è più il semplice stalker della prima stagione o il prigioniero di un matrimonio.
Questa volta l’ex bibliotecario porta la propria ossessione ad un livello di protezionismo a suo modo positivo. È questo il tratto psicologico più interessante del nuovo Joe. Questi crede che la violenza sia espressione dell’amore, la prova dei propri sentimenti per Kate, e quindi fa di tutto per riconquistarla, travalicando il confine tra giusto e sbagliato, lecito e illecito.
Un thriller melò in cerca di una conclusione degna
Così You 5 ritorna nei suoi schemi classici. Joe si fa usare (forse inconsapevolmente) dal proprio amore per ritornare sui binari sbagliati, permettendo alla serie Netflix di fare quello che fa meglio: mischiare il thriller con parti verticali melodrammatiche, con Joe che ritorna al suo procedurale della violenza. Se i primi episodi sono uno specchio della struttura della serie, Goldberg cede alle sue vecchie abitudini assieme alla fondamentale gabbia dello scantinato. Un sopra e sotto che permette a Joe di essere umano e poi di sprofondare nel proprio lato oscuro, che lo attrae quanto l’ossessione di essere amato.
Bronte e il desiderio
Mentre You 5 sembra proseguire in vecchi meccanismi ormai rodati (la coazione a ripetere di Joe, la gabbia, il bisogno di sangue e affetto), il personaggio che emerge con un certo spessore è la new entry interpretata da Madeline Brewer, già ammirata in Orange is the New Black e The Handmaid’s Tale. Una caratteristica del personaggio di Joe, anche un po’ paradossale per un protagonista che rincorre la felicità romantica, è l’adulterio platonico e fisico. Ciò va ricavato nel disturbo ossessivo-compulsivo che fa di Goldberg una splendida rappresentazione contemporanea della mascolinità tossica. In questa stagione il plot twist del mito romantico, pronto a mettere in dubbio il legame di Joe con Kate, è Bronte.
Il personaggio nuovo introdotto dalla Brewer è una ladra intellettuale che ha occupato il Mooney’s un po’ per i libri e un po’ perché non sa dove dormire, e nei cui confronti Joe instaura un sentimento da buon samaritano misto ad attrazione fatale. Bronte (non casualmente tratto dalla più famosa Emily) è una fantasia reale per Joe che coniuga perfettamente le sue due componenti, l’assuefazione culturale e quella emotiva.
L’alterego della Brewer ha la sensibilità letteraria di Beck della prima stagione, e l’irruenza della chef Love della seconda stagione. Due personalità da cui Joe è attratto da sempre e che la serie unisce in un ibrido dai capelli rossi e che sembra leggere nell’animo profondo di Goldberg. Tra Bronte e Joe si istaura un rapporto da flirt spinto quasi morboso, che l’ex librario mette in scena in simulazioni oniriche sessuali. Una sotto-trama verticale tra i due che in You 5 pone Joe ancora una volta sedotto dalla percezione del proprio desiderio, e dall’ossessiva fantasia nei confronti dell’universo femminile.
Il voice over di Joe
Anche in You 5 non può mancare una caratteristica fondamentale della serie Netflix: il racconto onnipresente compiuto dai pensieri di Joe. L’insistente voice-over ci informa del cambiamento fragile del protagonista, del suo ritorno verso il lato oscuro e delle pulsioni nei confronti di Bronte. Un espediente che nella serie viene usato, a differenza di quello che può sembrare, ai danni dello stesso Joe.
La voce narrante ci mostra il contorto funzionamento della sua mente, una psicologia che agisce secondo i suoi istinti, delineando una figura che rimane: quella dello stalker. Perché se da una parte è vero che nell’agire di Joe tifiamo per lui, questo meccanismo tossico del voice over permette alla serie di far rimanere il protagonista nella dimensione in cui l’abbiamo conosciuto: perso nei suoi turbamenti affettivamente tossici.
I primi episodi diYou 5ci mostranouna serie in salute, identica per struttura e concepimento alle precedenti stagioni. Joe è sempre lo stesso prossimo al cambiamento senza farlo davvero mai. La parola fine verrà messa probabilmente col finale tragico del suo protagonista. Ma la vera domanda che bisogna chiedersi è se Joe sarà finalmente vittima delle sue ossessioni o se riuscirà a dominarle.