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In Sala

‘Yannick’, il colpo di genio di Quentin Dupieux

Fuori concorso al Torino Film Festival 2023, una commedia nera tra Pirandello e Stephen King tutta da godere. In sala dal 18 gennaio

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Esempio di cinema da camera chiusa (ambientato quasi interamente tra platea e palcoscenico), Yannick ha un’ampiezza ridotta (65 minuti) e la levatura dei film maiuscoli. La pellicola esce in sala il 18 gennaio distribuito da I Wonder Pictures il suo regista, l’eclettico e anticonvenzionale artista Quentin Dupieux (già musicista e dj con lo pseudonimo di Mr. Oizo), corrode le convenzioni filmiche con una durata inconsueta, anomala, defilata rispetto a certi imperativi del cinema d’autore festivaliero e in generale verso la produzione internazionale che vuole ricompensare lo spettatore in sala del tempo dedicato e del biglietto acquistato con una permanenza il più possibile estesa ed esaustiva.

Niente vale però a scalfire l’idea di cinema emancipato, stralunato e sulfureo perseguita da Dupieux (regista del bizzarro e dell’audace a cui dobbiamo Doppia pelle, Mandibules, Fumer fait tousser e l’imminente e attesissimo Daaaaaali!, fuori concorso a Venezia 2023), che con Yannick ha consegnato al Torino Film Festival una pellicola difficilmente eguagliabile per divertimento goliardico e sofisticato, aristotelica compiutezza drammaturgica, naturalezza di ritmo, originale caratterizzazione del suo protagonista. A commento si potrebbe citare la nota di regia con cui Dupieux accompagna il film a Locarno:

Il 99% dei film sono noiosi. Questo no.

Una trama in cerca d’autore

In un piccolo teatro parigino si mette in scena Il cornuto, una commediola da boulevard di adulterio e risate spicciole. Tra lo scarno pubblico uno spettatore proprio non digerisce quello scempio di intrattenimento balordo e vacuo, in particolare dopo un’ora di viaggio per raggiungere lo stabile: è il giovane Yannick, illetterato ma brutalmente sincero e spavaldo, naïf ma irremovibile, che interrompe la rappresentazione degli attori esigendo da loro un’altra pièce più soddisfacente, in assenza in sala del commediografo. Spettatori impietriti e interpreti increduli e ostili.

Ma Yannick ha un pericoloso asso nella manica per diventare lui stesso regista di quella fiacca serata, per imporre un nuovo spettacolo, per scrivere lui stesso un copione improvvisato e dirigere con coercizione gli attori maldisposti, mentre ipocrisie e false apparenze del pubblico cadono sotto i colpi dell’ironia alienante di questo antieroe del popolo.

Il fascino (in)discreto della follia

Raccogliendo alla proiezione ufficiale consensi in sala, Yannick pare far transitare Misery di Stephen King nella rivoluzione scenica di Luigi Pirandello, come se il sostrato di Sei personaggi in cerca d’autore si tingesse di sfumature thriller ed evolvesse in uno psicodramma di dimensione ‘meta’ sotto l’ascendenza dell’umorismo acre di Woody Allen, dei giochi al massacro a circuito chiuso di cui è maestro Roman Polanski, del capovolgimento irridente di codici linguistici e convenzioni sociali di Luis Buñuel.

I numi tutelari soventi evocati di David Lynch e Charlie Kaufman per la filmografia obliqua e surreale di Quentin Dupieux qui paiono invece dissolversi in una presa più analitica del reale, dove il gusto del paradosso e della provocazione al fiele diventano strumenti di scardinamento di sovrastrutture etiche e psicologiche, dell’inconfessabile e del politicamente corretto: con una dialettica tendenziosa e infantile al contempo, Yannick scova tra gli spettatori desideri sessuali torbidi, estrapola ammissioni di immotivate dipendenze farmacologiche, fa vacillare l’autostima virile. Così le impalcature borghesi e gli artifici conservatori cadono sotto la scure dello sberleffo, che non è offesa unilaterale ma una riappropriazione gridata del vero che vede il pubblico (noi compresi) protagonista e complice.

L’arte, quell’oscuro bene dell’intelletto

Così Dupieux circoscrive tematiche e luoghi di pensiero non certo inediti, ma la messinscena si avvale di una scrittura affilata e stratificata, che genera cortocircuiti e profondità di myse en abyme; la regia in Yannick, di impianto saldo, basico e lindo senza essere banale, si pone al servizio della costruzione di un microcosmo chiuso dove fendono l’atmosfera tesa, caustica e talvolta bonaria interrogativi che schiudono la dimensione ‘meta’ della black comedy.

Quale valore e rispetto bisogna concedere al gusto personale del singolo spettatore? Quale contratto estetico e dilettevole regola il rapporto tra il pubblico e l’autore? Quali diritti e dovere esercita l’autore verso l’opera ormai conclusa? Lo spettatore incolto può arroccarsi il diritto di giudizio sul lavoro intellettuale altrui? E, al di là dell’epistemologia dell’arte: quale maggiore dolore attanaglia l’umanità? La risposta la fornirà Yannick.

Yannick, comico angelo sterminatore

Acerbo ma non sprovveduto, dinoccolato, spettinato, sanguigno, pungente, impertinente, buffonesco, sardonico e sinistramente empatico (grazie alla lodevole performance polifonica di Raphael Quenard), Yannick è l’elefante che prende possesso della stanza, un fool shakespeariano, una creatura dell’assurdo di Eugène Ionesco, un ibrido destrutturante ed esplosivo tra Peter Sellers in Hollywood Party e Katharine Hepburn in Susanna!, è la nostra proiezione di un ego liberato, dirompente e disinibito, desiderato e impossibile.

È il bacillo del salubre squilibrio, l’elogio della follia anticonformista, la presa di potere (tramite la letteratura) della fantasia liberatoria, dove, seppur con un nuovo copione fiacco e sgrammatico, bastano a Yannick poche battute ispirate al suo stesso pubblico e un accento inedito di verità per emancipare tutti i personaggi del film. Come ogni rivoluzione, però, la reazione offensiva è dietro la porta e, grazie al colpo di genio di Quentin Dupieux, per una volta il finale sospeso e aperto (abusato come soluzione affettata e di comodo da tanto cinema d’essai) ci consegna all’intensità dell’immaginazione interpretativa oltre lo schermo nero.

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  • Anno: 2022
  • Durata: 65'
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Quentin Dupieux
  • Data di uscita: 18-January-2024