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Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

‘Viva la Notte’ di Francesco Zanatta : poetizzare il caos

Uno short movie sperimentale tra magia e viaggio disco

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Viva la Notte

In concorso alla Mostra del nuovo Cinema di Pesaro, di cui Taxidrivers.it è media partner, il corto sperimentale di Zanatta riconduce l’inebriante divertimento delle discoteche con una poetica del silenzio, nel rumore. Lo fa attraverso la musica che diventa un tutt’uno con la magia della scioltezza dei corpi. L’immagine si dissolve e la fisicità delle figure si muovono senza alcun freno oscillando con sinuosa eleganza nel rito magico della discoteca.

La foto del regista

Viva la Notte

La fine dei 90’ e la Disco dei 2000

Come Zanatta ci dice alla fine, nei titoli di coda, il montaggio della sua opera ha unito parti di riprese tra l’amatoriale e il documentaristico. Un’opera creata grazie a pezzetti rimontati di terze parti, in un percorso che porta lo spettatore, passando dalla disco di Jesolo nel 95’ fino a Riccione nel 2007, a un immaginario che è frenetico solo nella rappresentazione dell’idea di ciò che percepiamo, in quanto Viva la Notte è quasi fiabesco nel suo disegno audiovisivo.

Zanatta ci mostra una notte eterna dei millennials, di cui possiamo solo intuire l’assunzione di droghe, nei pochi primi piani dei discotecari scatenati. Nei due decenni tra i ’90 e i 2000 , in quella che è a tutto respiro l’età d’oro della storia della discoteca italiana, il regista nel suo collage di esperienze  notturne documenta il vortice dell’eterna notte. I video raccolti sono voluminosi ma soprattutto astratti. Un tutt’uno fisico che si unisce e si disperde nell’ambiente della disco.

Indefinire la Gioia

Quello che sembra un compitino di montaggio di un acerbo studente di cinema, diventa una gloriosa esegesi della frivolezza. Un inno delicato e opaco al rumore della discoteca. Che noi sentiamo a distanza rispetto a ciò che avviene realmente. E ciò perché Zanatta, in questo processo magico e soporifero della vita nelle discoteca, immagina una eterna linea del divertimento dove le discoteche assurgono alla surmodernità del non luogo.

I corpi danzanti rientrano nella membrana che annienta ciò che è interno ed esterno. Le luci intermittenti, i video a bassa definizione si confondono nella musica tecno di cui noi sentiamo solo gli echi in un posto appunto lontano della pista da ballo. Figure che si scatenano, che danzano felici, allegre e leggiadre.

Zanatta assembla le discoteche in un percorso temporale con i decenni ’90 e 2000 che sembrano sempre gli stessi, dinamici e statici nello stesso tempo. In un ibrido ambiente paradisiaco senza meta e senza timori, con i partecipanti condotti da una pace dei sensi avvolta nel frastuono della disco.

Il video si fa notte

Zanatta riproduce, nella sua sperimentazione estetica, un quadro astratto nella grande tela della discoteca. I corpi si confondo al fragoroso movimento unitario della massa. I 13 minuti vanno avanti nella pulsione del corpo che non si ferma a ritmo tecno mentre le luci accecanti alternano toni cromatici dei colori primari. Fino ad avere un contenuto acido e quasi psichedelico. Passaggio evidente questo dalla discoteca del decennio dai Novanta a quello Duemila.

L’intento evidente di Zanatta sembra quello, in qualche modo, di porre l’attenzione, attraverso l’immagine, alla mutazione della discoteca nel corso del tempo e all’impianto minimalista successivo, quello dei rave.

Le dissolvenze e l’illuminazione instabile nel suo girovagare cromatico rende la notte viva, dove tutto si confonde e tutto finisce per non finire mai.

 

  • Anno: 2023
  • Durata: 13
  • Genere: documentario
  • Nazionalita: ITA
  • Regia: Francesco Zanatta