The Idol è una mini-serie TV statunitense creata da Abel Tesfaye (The Weeknd), Reza Fahim e Sam Levinson (autore di Euphoria) che l’ha diretta per HBO. Joseph Epstein (Space Opera) è lo showrunner.
Stella dello show è Lily-Rose Depp nei panni di Jocelyn, una giovane pop star pronta a tornare sulla scena dopo un violento esaurimento nervoso. L’incontro con Tedros (Abel Tesfaye), losco e inquieto impresario di un night club, segnerà il destino della sua carriera.
In esclusiva su Sky e NOW dal 5 giugno al 9 luglio 2023 con un episodio a settimana.
The Idol, la trama del primo episodio
La casa di una pop star e un set fotografico. La serie inizia con insistenti primi piano sul volto di Jocelyn (Lily-Rose Depp). Lei è a suo agio nelle diverse pose che le vengono richieste, i suoi seni nudi contrariamente alle regole previste dal settore.
Intorno a lei si agitano e sovrabbondano di parole assistenti, manager, artisti e addetti alla sicurezza. La protagonista si svela dal racconto che ne fanno gli altri. Sembra fragilissima, sempre sul punto di crollare. È confusa, diva, insicura, emancipata. Si intuisce che ha sofferto per la morte della madre. Episodi di crash mentale e esaurimento nervoso sono il corollario di quella perdita.
Le persone che le stanno intorno paiono estremamente tutelative, eppure si scoprono avvoltoi in cerca del prossimo pasto. La verità è materiale di scarto, o tema sconosciuto ai frequentatori del business della pop-music.
L’atmosfera sa di sigarette e infingimenti. La pressione sale quando uno foto disdicevole che ritrae Jocelyn in un momento intimo viene diffusa in rete.”Tutti abbiamo un padrone”, dice la protagonista in un’intervista. Eppure è quando cerca di fuggire dall’ennesimo dominatore che tenta di governarla che incontra Tedros (Abel Tesfaye), disturbante gestore di un night club. Di primo acchito Jocelyn ha un rapporto dialettico con l’uomo, il primo a definirla iconica e leggendaria, ma Tedros è la storia che si ripete, solo un despota mascherato meglio.
La manipolazione è l’atto successivo.
The idol, la trama del secondo e del terzo episodio
La presenza insistente di Tedros (Abel Tesfaye) scava tra le pieghe del dolore di Jocelyn (Lily-Rose Depp) e i ricordi del tempo speso con sua madre iniziano ad emergere. Jocelyn non è convinta del suo pezzo e lo rivisita insieme a Tedros. La versione più intimistica della canzone non piace all’entourage manageriale della protagonista che lo boccia, facendola ripiombare nella sofferenza, sola nel buio della sua stanza. Nessuno intorno a lei sembra capirlo davvero, sono tutti imbrigliati nella necessità di proseguire lo show a causa delle scadenze del business.
Tutti tranne Leila (Rachel Sennott), amica e assistente di Jocelyn, che si accorge del potere manipolativo di Tedros. L’uomo si è infatti trasferito a casa della popstar con il suo gruppo di creativi, ha il pieno controllo della vita artistica e privata di Jocelyn. Leila lo segnala al Manager (Hank Azaria, Chaim) di Jocelyn, ma senza successo. Il gestore del night club prende l’intera scena, quando decide di cavalcare la vulnerabilità della protagonista, spingendola a tirar fuori tutta la verità sul rapporto con sua madre, davanti ad un gruppo di persone atterrite e succubi dell’agire di Tedros.
The idol, la trama del quarto episodio
Tedros ha finalmente costruito il suo regno a casa di Jocelyn. L’intero capitolo si svolge dentro la villa dove, in un mix di lavoro e perversione, emergono le regole e le dinamiche di una reale setta guidata dal gestore del club. La manipolazione è senza freni e non risparmia nessuno, lo show business svela le proprie linee distruttive. Come attori passivi, tutti assistono inermi alle metodologie punitive di Tedros. Taluni consapevoli, altri meno, non c’è intervento né cambio di rotta. Jocelyn produce musica nuova e sembra in linea con Tedros non solo dal punto di vista artistico, ma anche nel modo di gestire la casa.
Uno dei Manager di Joss, Destiny (Da’Vine Joy Randolph), decide infatti di trascorrere una settimana a casa della cantante per capire meglio cosa sta accadendo. Anche lei, però, rimane spettatrice di vicende atipiche fatte di abusi e punizioni. Una soffiata sul passato recente di Tedros spinge Jocelyn verso una scelta di cui le conseguenze saranno visibili solo successivamente.
Perché si tratta di uno show controverso
The Weeknd afferma che The Idol è andata “selvaggiamente, disgustosamente fuori dai binari”. Sta beffeggiando Rolling Stone, che ha definito la serie “un porno di tortura contorto”. “Ti abbiamo fatto arrabbiare?”, continua The Weeknd sui suoi social, rivolgendosi alla rivista. Rolling Stone replica: “Niente affatto”. Rolling Stone intende il prodotto come il riflesso di un bilancio fuori controllo, riscritture estenuanti e un ambiente lavorativo scadente.
L’epopea di The Idol inizia molto prima del suo lancio. Il pubblico impazzisce quando scopre che lo show è la nuova creatura di Sam Levinson. Il regista ha effettivamente lasciato il segno fuori e dentro HBO con Euphoria, ottenendo quattro Emmy Awards e, secondo l’Hollywood Reporter, una media di 16,3 milioni di spettatori durante la seconda stagione. Soprattutto la gen Z, i giovanissimi, l’ha elogiato per il modo con cui racconta le derive e le inquietudini di quella fetta di ragazzi, e per una certa estetica dirompente.
Eppure The Idol viene dapprima commissionata ad Amy Seimetz (She dies tomorrow, Atlanta, The Girlfriend Experience) nel 2021. Fonti vicine a Rolling Stone e Variety dichiarano che la filmmaker ha quasi completato la serie con un investimento dai 54 a 75 milioni di dollari, prima di abbandonare per altri obblighi contrattuali. La produzione si rivela stanca fin da subito: le riscritture, i ritardi e l’impossibilità di assecondare le richieste di HBO hanno sfiancato regista e troupe.
In una dichiarazione a Variety, HBO afferma:
L’approccio iniziale allo show e la produzione dei primi episodi, sfortunatamente, non soddisfacevano gli standard HBO, quindi abbiamo scelto di apportare un cambiamento. Durante tutto il processo, il team creativo si è impegnato a creare un ambiente di lavoro sicuro, collaborativo e reciprocamente rispettoso e l’anno scorso il team ha apportato cambiamenti creativi che ritenevano fossero nel migliore interesse sia della produzione che del cast e della troupe.
I cambiamenti stilistici apportati dal duo Levinson/Tesfaye
Lo script iniziale aveva un’impronta femminista, che nel delineamento di Jocelyn mirava a fare una critica su come l’industria dell’entertainment si serve delle donne a proprio piacimento. La prospettiva si capovolge con il duo Levinson/Tesfaye, passando secondo Rolling Stone “dalla satira alla cosa che stava satirando”.
Sam Levinson è un regista controverso, chiacchierato per il travalicamento dei confini a cui sottopone i suoi attori. Lily-Rose Depp lo ha descritto come un regista supportivo e tutelativo dello spazio creativo dei performer. Cionostante, il prodotto siffatto e alcune dichiarazioni della troupe in merito alle sequenze di scarto, ad esempio una presunta aggressione fisica ai danni di Jocelyn a cui la ragazza avrebbe chiesto di continuare, come minimo inducono a sottoporre il giudizio dell’attrice al beneficio del dubbio.
Da sinistra a destra: The Weeknd, Lily-Rose Depp e Sam Levinson
Il filmmaker non è uno sprovveduto e la trasgressività costituisce per lui il contenitore che spinge al massimo il contenuto. Il pubblico sa e sceglie se guardare, ancor di più quando si tratta di prodotti così dibattutti ancor prima di essere diffusi. Non scandalizza l’idea di insistere sui corpi nudi come cifra stilistica per raccontare la degradazione, lo squallore e il servilismo di alcuni ambienti a mó di satira. Non sorprende nemmeno la reiterazione della provocazione come unica miccia per attirare l’audience e scatenare il dibattito. Anche questo è marketing.
Crea invece qualche perplessità il pericolo dietro l’angolo in tali operazioni di smascheramento. Aver agguantato la verità, dall’autore allo spettatore. Su questo occorre misurarsi con una certa distanza, perché se Levinson si diverte, il pubblico potrebbe divertirsi meno.
The Idol: sostanza oltre la forma?
Jocelyn è priva di protezioni fisiche e relazionali. Quasi sempre spoglia degli abiti, vergogna o pudore sessuale non traspaiono dal suo vocabolario comportamentale. Può apparire come donna e artista senza paura, disposta a sgomitare per preservare autonomia e libertà espressiva. Eppure il suo entourage le dice costantemente cosa fare.
Ci si chiede se sia lei l’idolo richiamato nel titolo. Il sostantivo significa “persona o cosa (anche astratta) amata o venerata come un idolo, o comunque posta su un piano superiore all’umano”. Jocelyn ha superato una pesante crisi depressiva e sta cercando di affermarsi in un contesto fatto per schiacciarla, ma è anche modello alieno e irraggiungibile per i suoi fan, nonché creatura esistente nelle fantasie di Tedros e del modello maschile e societario che rappresenta. Tutti i significati possibili richiamano la vacuità di una parola che ha perso progressivamente di senso.
Tedros le dice: “la musica pop è come l’ultimo cavallo di Troia”. Lo è per chi? Per l’artista destinato a soccombere, per lo spettatore che crede di aver compreso come funziona il mondo dello spettacolo o per il regista, che rischia di rimanere impigliato nelle stesse trame che desidera sovvertire?
Il rischio che la serie The Idol rimpicciolisca dinanzi alle polemiche, alle patinature, agli eccessi di autoreferenzialità e al gusto sovversivo senza avere realmente qualcosa da dire è alto e evidente. Lo stravolgimento dell’intenzione iniziale dello show potrebbe creare una certa diffidenza soprattutto nel pubblico femminile, che assiste all’epopea di un personaggio martoriato e fragile, senza nemmeno il guizzo di potersi salvare. È per questo che le presunte contraddizioni tracciate nel personaggio di Jocelyn si rivelano già nei primi episodi di debole fattura, facendo propendere lo spettatore per una visione univoca della protagonista. L’idolo è un feticcio nelle mani del dominatore di turno.
La vera domanda è sulla caratura dello sguardo da cui lo show prende le mosse. È anch’esso corrotto? L’abbrivio della serie lascia intendere che si tratti di un prodotto confezionato da uomini per gli uomini, con una narrazione che non riesce a sganciarsi dalla massiccia deflagrazione dell’universo femminile.
In un contesto siffatto, l’unica che può tentare il salto in lungo è Jocelyn. Eppure, arrivati a questo punto, sembra difficile sperare in un’evoluzione del prodotto distante dai pronostici.
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