Don’t be cruel è l’interessante cortometraggio, presentato nella sezione Dramma del Prato Film Festival 2023, diretto da Andrej Chinappi, prodotto da A Little Confidence e distribuito da Tiny Distribution.
Interessante grazie soprattutto al giovanissimo interprete protagonista che, con il suo sguardo e la sua energia, conquista tutto e tutti.
La trama di Don’t be cruel
Ninni e il padre Amelio (Fausto Morciano) sognano di riscattare la loro vita modesta. L’occasione si presenta quando il padre, che si esibisce come sosia di Elvis, viene chiamato per debuttare in una ricca località di mare. In una notte Ninni, però, sarà costretto a fare i conti con la crudeltà del mondo adulto. (Fonte: Tiny Distribution)
La recensione
Ninni prende per mano lo spettatore e lo porta a vagare e fantasticare con sé. Questo potrebbe essere il riassunto perfetto di un cortometraggio tanto breve quanto interessante e simbolico. Dai luoghi ai silenzi, tutto è costruito in maniera attenta e precisa in modo da far coincidere ciò che vediamo con ciò che, solo dopo, comprendiamo. O almeno pensiamo di comprendere.
Don’t be cruel non è solo il titolo, è anche un monito. A Ninni e a chiunque guardi questo film. La crudeltà che incombe nel mondo è destinata a colpire quando meno ce lo aspettiamo e nei modi peggiori. Ninni arriva a testarlo con le proprie mani (e la propria mente). Ed è questo forse il grande insegnamento del film che va oltre un simbolismo che, seppur preciso, passa sicuramente in secondo piano.

Un’intensità spaventosa
Tutto si può dire tranne che si tratti di un film semplice. A dimostrarlo è la costruzione stessa, fatta di attese e suspense continua, in un crescendo che tiene incollati allo schermo. La prova attoriale eccellente del giovanissimo Giorgio Ricci va di pari passo con la voglia di Ninni di conoscere il mondo e scoprire cosa c’è oltre i confini entro i quali è costretto a vivere, seguendo il padre che cerca di arrabattarsi come può.
Se il fiato è sospeso nel momento in cui il padre si immerge, durante il bagno che i due fanno in mare, torna a distendersi subito dopo quando i due si preparano alla grande serata. Ma si interrompe nuovamente mentre Ninni è intento a giocarsi e trovare distrazioni. Continuamente all’erta e preoccupati di cosa possa accadergli da un momento all’altro, come spettatori siamo immobili nel momento in cui il pallone con il quale il ragazzino stava giocando cade in acqua, in concomitanza con l’interruzione improvvisa della musica.
Le simbologie di Don’t be cruel
Da lì tutto sembra susseguirsi in maniera, a tratti, assurda, ma comunque convincente nel senso di suscitare interesse in chi osserva. I ragazzi più grandi, i tuffi vietati in piscina, la festa e la serata del padre nei panni di Elvis. Nel mezzo, però, il gatto-predatore che caccia (e annienta) il topo-vittima. Come in un perfetto gioco di ruoli, i due animali sembrano incarnare alla perfezione le due fazioni: da una parte i ragazzi più grandi che credono di poter fare e dire tutto quello che vogliono, dall’altra Ninni, inerme di fronte ai grandi, impacciato e timido, quasi costretto a lasciarsi trascinare dal susseguirsi degli eventi. Salvo poi ridestarsi nel momento peggiore (o migliore?) per capire davvero cos’è la vita.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli