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In Sala

‘I pionieri’ di Luca Scivoletto Recensione

Ritratti e avventure di preadolescenti, tra verità storiche, psicologiche, e tanto piacevole umorismo

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Con I pionieri, Luca Scivoletto realizza il suo primo lungometraggio: una storia tenera che nella sua profonda semplicità va dritto al cuore, facendoci ridere e sorridere, e alleggerendo, con toni gradevolissimi, i drammi dell’adolescenza. Insomma, quando si dice di un film che è un piccolo gioiello, e nemmeno tanto piccolo.

I pionieri La trama

Estate del 1990. Enrico ha dodici anni e tutti i problemi della sua età. Quello più grande si chiama Partito Comunista Italiano. Il partito di suo padre, dirigente locale e probabile futuro segretario regionale, e di sua madre, delegata all’educazione ortodossa dei figli. Niente religione, niente Reebook, niente Rambo, niente Nintendo. In pratica: niente vita sociale. A parte Renato, l’unico amico di Enrico, anche lui figlio di comunisti (il padre morto per la troppa passione politica e la madre viva ma non meno appassionata) che a dodici anni si veste e parla come un funzionario di sessanta. Lui al comunismo ci crede davvero.

Enrico e Renato decidono di rifondare I pionieri, gli scout comunisti ormai estinti da decenni. E andrebbe tutto liscio se sulla via della fuga non incontrassero Vittorio, compagno di scuola pluribocciato e manesco che si unisce all’impresa, e Margherita, anche lei in fuga dalla madre, militare americana della vicina base Nato…(Sinossi ufficiale del film).

I pionieri

Enrico, Renato e Vittorio Romano – foto ufficiale del film

I luoghi ne I pionieri

Avevamo nostalgia di Modica da quando il commissario Montalbano ci ha lasciati e Luca Scivoletto ce la restituisce in tutta la sua bellezza. Rieccola, ora, nella corsa di Enrico, prima davanti all’imponenza della  chiesa di San Giorgio, e poi su e giù per i gradini dei vicoli che, restringendosi, fanno sentire tutto il suo affanno.

Immagini mimetiche e non narcisistiche, come spesso avviene quando si vuole rendere uno sfondo di sicilianità. “Il cinema si interessa della Sicilia perché la Sicilia è cinema.”, sosteneva  Leonardo Sciascia, e il regista de I pionieri ha fatto sua questa grande lezione. Nessun compiacimento, nulla da aggiungere: basta valorizzare quello che c’è. Il panorama di Modica dal terrazzo della casa di Enrico, la pietra che una certa luce colora di giallo miele, e quella del mattino rende chiarissima, a riflettere l’innocenza dei due ragazzini che, zaino in spalla, vanno all’avventura.

E il sapore dei luoghi

Grazie a Luca Scivoletto per averci fatto sentire anche il sapore delle scacce. Non la pasta incasciata di Adelina, gli arancini soliti, i pranzi e le cene consumati in riva al mare, ma proprio le scacce. Un cibo del luogo che noi, a Milano, continuiamo ostinatamente a voler riprodurre, sempre con scarsi risultati.

Vi sono luoghi naturalmente cinematografici. I quali invitano, quando non obbligano, la macchina da presa a cercarli, inseguirli e possederli. Luoghi che costituiscono già di per sé scenografie e sceneggiature bell’e fatte”: Gesualdo Bufalino. Bisogna saperli cercare, però, senza eccedere. E perché no, anche condividendone sapori, gusto e profumi, generosamente.

Un classico, e divertito, racconto d’avventura

Per seguire il viaggio dei nostri eroi, però, siamo costretti a lasciare questo incanto e spostarci nel bosco, in cui si svolge quasi tutta la narrazione, che ricalca il modello di tante fiabe e racconti d’avventura, con l’abbandono iniziale della realtà conosciuta. Se resta, Enrico (che porta addosso, fin dal nome, le imposizioni ideologiche dei genitori) è costretto a un’estate passata tra le sedi di partito insieme al padre. Renato fugge dall’impossibilità di elaborare il lutto per il suo, di padre, che finora ha imitato in tutta la rigidità politica: Anche tu complice della svolta di Occhetto? Dice sorpreso a Enrico! Margherita scappa dalla separazione dei genitori e Vittorio Romano, figlio del fascista e menefreghista del paese (che tipo!), è all’inconsapevole ricerca di nuove realtà.

I pionieri

I pionieri nel bosco – foto ufficiale del film

Non poteva mancare la figura dell’aiutante: il fantasma di Berlinguer che compare a Enrico, nella spassosissima interpretazione di Claudio Bigagli. Gli dà buoni consigli, ma si ritrae di fronte alla richiesta di un suggerimento sentimentale. A noi ci ha rovinato Simone de Beauvoir! Il pubblico, soprattutto quello in età, che sui libri dell’ideologa francese si è formato, ride di gusto. E fuori dal cinema si confronta sui propri errori genitoriali in nome di una purezza, se non di partito, sicuramente dell’indiscutibile fermezza nei valori.

Fuga, avventure e disavventure, aiutante e, ovviamente, premio finale. Tutti gli ingredienti di un sano, e in questo caso, divertente e divertito, percorso di crescita.

Uno sfondo politico nel microcosmo siciliano

Fin dall’inizio il mio obiettivo è stato quello di raccontare una storia universale: l’amicizia simbiotica tra due ragazzini e il modo con cui entra in crisi una volta che uno di loro rompe la bolla di certezze che li ha protetti fin dall’infanzia. Per Enrico e Renato questa bolla si chiama Partito Comunista Italiano, ma ogni spettatore potrà chiamarla in modo diverso, secondo il proprio vissuto”: Luca Scivoletto.

Il regista vuole dirci che l’attraversamento del bosco e i dissapori tra Enrico e Renato appartengono a questa storia e a tantissime altre che affrontano il passaggio dalla preadolescenza  all’adolescenza. Il bosco si fa metafora del necessario superamento di un confine, nel bosco i ragazzini devono fare i conti con la loro fragilità e la loro gracile spavalderia. Il bosco, si sa, è luogo d’iniziazione comune a tutte le culture. Qui non ci sono animali feroci, o nemici da combattere, ma l’imprevisto di un temporale o la presenza di una ragazza possono incrinare la complicità.

Sono teneri Enrico e Renato con quella bandiera rossa issata sulla tenda da campeggio e il pugno alzato. E l’ostinazione, ereditata dai grandi, nel non arrendersi di fronte alla realtà del partito che non c’è più. Nei loro pochi anni ricalcano tutte le delusioni della sinistra di quel periodo storico. Di più Enrico, perché oscilla tra le incertezze e il desiderio di essere come tutti, per riprendere  il titolo del bel libro di Francesco Piccolo.

I pionieri

I nostri quattro eroi – foto ufficiale del film

E sono buffi i genitori nella loro totale inconsapevolezza educativa. Bravi Lorenza Indovina e Peppino Mazzotta, credibilissimi.

Sogni e verità

Non chiede molto il nostro Enrico. Solo di passare una vacanza al mare come gli altri o di andare insieme a loro al compleanno del compagno di scuola, a lui vietato perché il festeggiato è figlio di un democristiano.

L’amarezza del ragazzino è stemperata dall’umorismo di tutto il racconto, ma poi traspare spesso dallo sguardo intenso sul quale il regista si sofferma. Ascoltando e accogliendo davvero il disagio di un dodicenne incompreso. Insieme ai sogni e ai bisogni, suoi e dei suoi amici.

È questo il cinema che amo, capace di registrare la verità di sguardi e palpiti, ma lasciando al tempo stesso la porta aperta ai sogni, siano essi assurdi, irrealizzabili o infranti”: Luca Scivoletto

I pionieri è una produzione Fandango con Rai Cinema. Prodotto da Domenico Procacci e Laura Paolucci. Distribuzione Fandango Distribuzioni.

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I pionieri

  • Anno: 2023
  • Durata: 86 minuti
  • Distribuzione: Fandango Distribuzioni
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Luca Scivoletto
  • Data di uscita: 13-April-2023