Il Commissario Montalbano: Il metodo Catalanotti è l’ultimo appuntamento con il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti. La serie di film de Il Commissario Montalbano è una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction prodotta da Carlo degli Esposti, Nora Barbieri e Nicola Serra con Max Gusberti in onda su Rai 1. L’ultimo film de Il Commissario Montalbano: Il metodo Catalanotti è stato diretto da Alberto Sironi con Luca Zingaretti.
Montalbano Il metodo Catalanotti: La nostra recensione
È un Montalbano davvero inedito quello che ci ha raccontato Andrea Camilleri, scrivendo Il metodo Catalanotti nel 2018, e sceneggiandolo poi insieme ai collaboratori di sempre: Francesco Bruni, Salvatore De Mola e Leonardo Marini.
Il cambiamento eclatante di Montalbano
Possiamo ripeterlo anche qui, perché il cambiamento del nostro personaggio è così eclatante che nessuno è riuscito a tacere: Salvo perde la testa per amore. Le sue sicurezze (Livia, la Sicilia, gli amici,il lavoro) rimangono tutte nello sfondo confuso della mente. Che vede solo Antonia, i suoi occhi verdi, la sua giovinezza, il desiderio di rinnovare l’intimità con lei.
Ma è soprattutto un uomo, rispetto al solito, più spento. Mai l’avevamo visto così silenzioso, camminare con la testa incassata nelle spalle, dichiarare di essere stanco, spiazzando gli amici Mimì e Fazio, che non lo riconoscono. Per rendere ancora meglio il suo spaesamento, nel film vengono ignorate le parti divertentissime del romanzo.
Ad esempio, quella in cui Salvo torna a casa per una doccia dopo essere stato con Antonia. Si guarda allo specchio e: “Ma chi stava succidennu?. Dalla curva delle sopracciglia si partivano ‘na poco di pila longhi longhi e bianchi, la panzetta stava diventanno ‘na panza vera e propia. Isò un vrazzo e le carni gli trimulìò”. Come se l’età gli si fosse parata davanti di colpo, senza preavviso.
Ancora più comica la scena in cui Montalbano, vergognandosene, compra crema e dopobarba, camicie vestiti e scarpe nuove, spendendo una fortuna, per ben figurare agli occhi di lei. Da tanto tempo non curava il suo aspetto e ora esagera, senza guardare i prezzi, in un imbarazzo esilarante.
Un personaggio ora più fragile e bisognoso della nostra solidarietà
Si ride e sorride poco invece nella fiction. Un po’ all’inizio, in cui ritroviamo i soliti personaggi: Mimì, fimminaru come sempre, e le intese spassose nella relazione con l’amico. Ma poi prevale la tristezza di Salvo Montalbano così chiuso in se stesso. L’innamoramento lo travolge e spaventa, smuove tutte le sue certezze e le nostre.
Perché Montalbano non è solo un’istituzione televisiva. Lo è anche psicologicamente, un fratello maggiore che non può e non deve crollare. Così invece lo hanno voluto i suoi creatori, che hanno trascurato la leggerezza del romanzo, per un’immagine fragile, bisognosa ora della nostra vicinanza.
Col tempo i lettori di Camilleri sono cresciuti e forse anche i telespettatori. Nelle ultime storie il Maestro si è potuto permettere una lingua lontana da quella degli esordi, scrivendo Il metodo Catalanotti quasi tutto in dialetto, o meglio in quel gergo tutto suo, che richiede più pazienza e collaborazione.
In tv, registi e sceneggiatori hanno lavorato confidando in una nostra nuova disponibilità. Fino a chiederci di restituire a Salvo Montalbano quello che ci ha regalato, generosamente, per più di vent’anni. La solidità di un personaggio che adesso va capito, soccorso, con la stessa forza che ci ha trasmesso.
Lo sdoppiamento del personaggio e quello del commissario
Apparentemente, è alle prese con la solita ammazzatina nei vari aspetti che non lo persuadono. Questa volta però si trova a dover indagare sulla doppiezza della vittima, usuraio e uomo di una certa cultura che, nel fare teatro, scomoda Stanislavskij, Meisner, Grotowski, mettendo in scena Beckett e Cocteau. Teatro amatoriale ma di un certo spessore.
Un regista che, pretendendo dagli altri di contattare le debolezze più inconfessate, non dice niente di se stesso. Il metodo di Catalanotti mira a denudare l’attore, senza la rete psicologica che dovrebbe contenere il processo catartico. E mentre Salvo scopre lo sdoppiamento inquietante di questa strana personalità (un incantatore di serpenti), non può fare a meno di assistere alla propria dissociazione che lo paralizza.
Livia, da parte sua, appare solo una volta, da casa, in Liguria. Il tono rivela una sorta di rassegnazione. Nel libro “Era più sconsolato ma non cchiù rancuroso come ‘na vota”; nel film, è Montalbano stesso a parlarne: “La lontananza è solo distanza, non alimenta più il desiderio”.
Le location di sempre, ma nuove, per rispondere a sentimenti nuovi
Lo spazio nel quale si presentano gli eventi, è più magico del solito. Se pure i luoghi siano gli stessi, appaiono quasi trasfigurati da un color miele caldissimo. Manca la pietra chiara che faceva da sfondo alle chiacchiere insieme a Fazio, l’apertura della campagna e del mare. Si insiste invece sui vicoli stretti, con qualche vista sul paesaggio sottostante, dall’alto dalla consueta scalinata di Modica. Quasi uno spazio mimetico che amplifica gli stati d’animo del protagonista: mentre l’amore spalanca la possibilità di nuovi panorami, la perdita di tutto il resto gli chiude altri possibili sbocchi, nella malia di cui si sente prigioniero.
Tra le location, particolarmente riuscita è la citazione alla sequenza di Divorzio all’italiana sulla spiaggia, che sembra proprio la stessa di allora. Una donna immersa nella sabbia con tutto il corpo a ricordare la visione di Marcello Mastroianni, quella della moglie soffocata dalle sabbie mobili.
Il teatro tragico e le interpretazioni femminili
E il teatro, tanto amato da Camilleri, qui si fa a sua volta scenario di grandi tragedie, di passioni ingovernabili. Bravissima Antonia Truppo nel suo monologo sul palcoscenico davanti a Montalbano!
Antonia Truppo e Marina Rocco: figure di donne a cui è stato riservato un bel ruolo per valorizzarle, loro e i personaggi che rappresentano. A Greta Scarano, invece, viene affidato un discorso femminile e femminista, non male per questa ultima puntata che va in onda proprio l’8 marzo. Ultima? Speriamo di no, non foss’altro per non lasciare in nostro Salvo Montalbano in balia dell’intontimento sentimentale, in bilico tra la perdita della sua identità e l’inizio di una vita nuova.
Montalbano Il metodo Catalanotti: La trama
Carmelo Catalanotti è stato assassinato con una pugnalata nel petto, ma quest’ammazzatina, fosse anche solo per la strana compostezza della salma e l’assenza di sangue, presenta subito qualcosa di strano. Presto Montalbano scopre
che la vittima era uno strozzino, benché a suo modo “equo” o almeno non particolarmente esoso. Ma Catalanotti non era solo un usuraio, era anzitutto un fervente e originale artista di teatro, anima e fondatore della Trinacriarte, attivissima compagnia di teatro amatoriale di Vigàta.
La Trinacriarte non è una semplice filodrammatica, buona parte dei suoi soci sono letteralmente posseduti, quando non addirittura invasati dalla passione per il teatro. Carmelo Catalanotti era il guru di questo gruppo, un guru che sapeva essere geniale, ma anche crudele e sadico. Tanto che Montalbano si rende conto che proprio nella sua concezione dell’arte tragica e, del suo personalissimo e inquietante Metodo è la soluzione del mistero della sua morte.
A complicare questo già non facile caso ci si metterà l’incorreggibile Mimì Augello, che, nel tentativo di sfuggire al marito cornuto della sua ennesima amante, si imbatterà in un cadavere, che sorprendentemente non riuscirà più a ritrovare.
Montalbano Il metodo Catalanotti: Il cast
LUCA ZINGARETTI Salvo Montalbano
CESARE BOCCI Mimì Augello
PEPPINO MAZZOTTA Fazio
ANTONIA TRUPPO Maria Del Castello
ANGELO RUSSO Catarella
CARLO CARTIER Carmelo Catalanotti
MARINA ROCCO Eleonora Ortolani
MONICA DUGO Anita Pastore
AGLAIA MORA Dott.ssa Barresi
MAURIZIO BOLOGNA Antonio Scimè
GIAMPIERO CICCIÒ Rosario Lo Savio
GAETANO ARONICA Ernesto Lopez
con
GRETA SCARANO nel ruolo di Antonia
e con la partecipazione di
SONIA BERGAMASCO nel ruolo di Livia
altri interpreti
ALDO MESSINEO
RANIELA RAGONESE
ORAZIO ALBA
SANTI CONSOLI
CATERINA GURRIERI
CATERINA SAITTA
MARIA SCIUTO
Il Commissario Montalbano
Dal 1999, anno di messa in onda del primo episodio, Il ladro di merendine, il personaggio creato dalla magica penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti, è diventato amico imprescindibile del pubblico di Rai1, conquistando ad ogni film nuovi spettatori e consensi unanimi. Con questo nuovo episodio la più fortunata, premiata e acclamata tv movie collection arriva a 37 film complessivi. Le storie del commissario di Vigàta – oltre agli ascolti record delle prime visioni – hanno raggiunto nelle ultime stagioni punte superiori ai 12,9 milioni di spettatori con oltre il 45% di share. La collection, inoltre, ha consolidato il suo successo negli anni anche grazie alle repliche, che hanno allietato le serate degli italiani con oltre 200 prime serate, continuando a ottenere ascolti record anche dopo i ripetuti passaggi televisivi.
Un successo che non si ferma all’Italia: Il commissario Montalbano, infatti, è stata la prima serie italiana venduta all’estero e negli anni è stata trasmessa in oltre 65 Paesi tra Europa e resto del mondo, ottenendo un ottimo successo di pubblico anche in territori molto diversi per audience, come ad esempio Gran Bretagna e Stati Uniti.
Montalbano è andato in onda in tutti i continenti, dall’Asia al Sudamerica passando anche per l’Iran, facendo conoscere a tutto il mondo una vera e propria eccellenza audiovisiva italiana.
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