‘Lo scontro’, su Netflix la serie asioamericana con Steven Yeun

Lo scontro è una serie creata da Lee Sung-jin per Netflix, prodotta da A24 Television, A24 e Universal Remote, interpretata dall’attore Steven Yeun, dei premiatissimi Minari e Nope e di The Walking Dead, Ali Wong, Joseph Lee e Maria Bello. La serie è candidata agli Emmy 2023.

Guarda Lo scontro su Netflix.

Sintesi estrema degli effetti sociali della rabbia, Lo scontro scaturisce da una impetuosa litigata, e costringe i protagonisti verso un buco nero di azioni deplorevoli, trascinandoli sempre più in basso verso una confessione forzata delle proprie colpe. Le quali si originano, infine, da un’acuta tristezza e dalla solitudine di questi protagonisti, accomunati da una appartenenza traslata, quale seconda generazione nell’America del grande sogno.

Lo scontro. Ali Wong è Amy. Cr. Andrew Cooper/Netflix © 2023

Lo scontro, la trama

Danny (Steven Yeun) è il maggiore di due fratelli (Young Mazino); coreano di origine, vive negli Stati Uniti e fatica ad arrivare a fine mese. Specialmente da quando il cugino (l’artista David Choe) l’ha messo nei guai e ha condotto la famiglia al fallimento. Nel tentativo di rimettere in fila le cose, se ne inventa una dopo l’altra. In una giornata storta qualunque, si imbatte in un’altrettanto irritabile Amy Lau (Ali Wong) che, al volante della sua auto, lo minaccia: i due si gettano in un ridicolo inseguimento per le strade dei sobborghi benestanti di Los Angeles. Da questo però, si scatena un cerchio di vendette e ripercussioni che escogiteranno a turno per rendere la vita dell’altro un inferno. Facendo crollare i delicati equilibri e costringendosi al confronto con il passato.

Lo scontro. Steven Yeun è Danny, David Choe è Isaac. Cr. Andrew Cooper/Netflix © 2023

La rivincita delle seconde generazioni

Dopo il successo degli interpreti asioamericani degli ultimi anni, e la grande conferma degli Oscar conquistati dalla crew di Everything Everywhere All at Once, anche Netflix si adopera in una serie strategicamente pensata. Lo scontro raccoglie un’accurata selezione di interpreti asiatici in una storia non strepitosa, ma tagliata sulle loro capacità attoriali, grazie al lavoro del creatore Lee Sung-jin.

Tra questi si distingue e si conferma Steven Yeun, onesto e ben calibrato nel suo personaggio pieno di ombre e assolutamente incapace di mantenersi a galla. Piange dritto in camera, soffre, mente quasi senza recitare, e si muove sarcastico nella vita di David. Gli fa da contraltare il sorriso plastico di Ali Wong che è quasi essenziale a scatenare tutta la dinamica assurda della sua vita di maschere.

Come prodotto apparentemente confezionato ad hoc, Lo scontro perde un po’ di spontaneità, mettendo insieme l’orgoglio asiatico, le seconde generazioni, il revenge movie, la scena di sesso che non deve mancare, e il finale introspettivo per aiutare il pubblico a trovarci un senso.

Inoltre, non tutti gli attori si trovano a proprio agio nel rappresentare e gestire il clichè, lavorando sulla formula del superamento dello stereotipo.

Lo scontro. Steven Yeun è Danny. Cr. Andrew Cooper/Netflix © 2023

Il format ridotto

Malgrado i dieci episodi da trenta minuti siano un format che fa gola al pubblico, Lo scontro non passa così rapidamente, e si incaglia soprattutto nella necessità di dover riprendere una back story, tralasciata in principio.

Se nella prima parte della serie, l’attesa dell’episodio seguente si costruisce sull’infierire dell’uno sull’altro, a seguire questa dinamica arranca.

Una nota di valore la ottiene la scelta musicale: la colonna sonora, supervisionata da Tiffany Anders e Lee Sung-jin stesso, offre una chiusa epica ad ogni episodio e un piacevole tuffo negli anni 90. Condita dalle inaspettate doti canore di Yeun, che si mostrano in testa all’episodio 7. E introdotta dalle opere stupende e altrettanto inquietanti, offerte dal genio creativo di David Choe.

Sotto questo punto di vista, Lo scontro è un prodotto eterogeneo e non lineare. L’evento scatenante parrebbe un incidente così piccolo e insignificante: eppure, l’effetto dell’esplosione a catena che innesca ci permette di osservare gli effetti catastrofici di questo sentimento distruttivo, che a fatica conteniamo e le cui conseguenze, spesso, non abbiamo gli strumenti per arginare.