King the land- Un sorriso sincero è serie coreana rom-com creata da Lim Hyun-ook, Chun Sung-il e Choi Rome. Una produzione JTBC, distribuita in Italia su Netflix, e interpretata da Im Yoon-ah (Confidential Assignment), componente delle Girls’ Generation, e il bello di turno Lee Jun-ho, membro dei 2PM e amato protagonista della serie Red Sleeve a cui si ammicca sottilmente.
Guarda King the land – Un sorriso sincero su Netflix.
Piacevole romanzo d’amore, a tratti dovutamente stucchevole e sciocco, in cui però sono concesse al pubblico alcune delle più azzardate e ben girate scene di bacio (coreane) degli ultimi tempi. Si fatica a non simpatizzare per l’impacciato protagonista, e non concedersi di sognare addolciti dalle affilatissime armi narrative della rom-com coreana.
King the land – Un sorriso sincero, la trama
Cheon Sa-rang (Im Yoon-ah) lavora in un hotel di lusso, il King Hotel, e la sua dedizione la porta presto a far carriera e ad accedere all’esclusiva sezione VVIP King The Land. Dopo questa promozione si trova a lavorare gomito a gomito con il figlio del proprietario, Gu Won (Lee Jun-ho), appena rientrato da una lunga permanenza all’estero.
Tra i due sboccia l’amore, mentre Sa-rang battaglia per essere riconosciuta per le sua capacità malgrado i colleghi bulli, e il ricco erede si conquista la fiducia del padre a scapito di una ambiziosa e sola sorella. Oltre al rapporto tra i due, le due migliori amiche di Sa-rang, portano avanti le storie collaterali di rivincita su un sistema professionale davvero inclemente verso le donne.
Io ho sempre aspettato per tutto.
Il dramma e le polemiche
C’è chi lo definirebbe un vero disastro, e non gli si può dare torto. In soli due episodi King the land – Un sorriso sincero è passato dall’essere una tra le serie più viste dell’estate, in patria e su Netflix, ad una tra le serie più chiacchierate e boicottate della rete. Arrivati gli episodi 7 e 8 la sua sorte nefasta si è mostrata.
I fan si sono ufficialmente schierati contro la rappresentazione distorta che la serie ha restituito di un principe arabo, interpretato tra l’altro da un attore indiano. Volto noto dell’intrattenimento coreano dopo la sua interpretazione in Squid Game, Anupam Tripathi veste i panni del principe Samir, che purtroppo nel dramma non fa la parte del bravo ragazzo, per niente. E qui si è scatenato il fuoco incrociato, additando un cliché distorto e una evidente mancanza di approfondimento del personaggio.
Nell’ottica produttiva coreana, Anupam Tripathi faceva esattamente al caso loro dal momento che il suo perfetto coreano, le doti recitative e la fama, erano ciò che servivano a quel personaggio, oltre l’aspetto “straniero”. Ma questa scelta è stata giudicata poco curata, o piuttosto negligente, condannando la serie al fondo della classifica e la JTBC a pubblicare scuse ufficiali sui propri account social.
Eppure, non è da buttare
Che ci sia stata una certa noncuranza e superficialità, è evidente. Sorvolando sullo scivolone, da un punto di vista della tradizione rom-com la serie funziona bene.
Per i primi 5 episodi, ci si prodiga nel costruire i due precisissimi ruoli dei protagonisti. Da una parte, il ricco ereditiero chaebol, che dalla vita non ha imparato un granché e da cui ha ricevuto amore col contagocce. Ha poco tatto, è presuntuoso, e ci mette un po’ a capire che l’amore non gli è dovuto né si conquista con i soldi. Poi c’è lei, adorabile principessina, battagliera, per cui lui mette in discussione se stesso pur di conquistarla.
Ovviamente, come tutte le serie di genere, si attende impazienti ogni minimo segno di avvicinamento, che qui viene egregiamente soddisfatto a partire dall’episodio 8 in cui, devo dire finalmente, ci si spende in un credibilissimo primo bacio, raccontato con cura visiva e narrativa.
Le situazioni ridicole della linea narrativa più affine alla commedia, si moltiplicano senza troppo risparmiare sul ridicolo. I due personaggi oscillano tra la tenerezza e la stupidità, con battute sciocche, ma che procedono nel costruire questo amore quasi adolescenziale. A cui ci si appassiona proprio per la freschezza del gioco.
I sotto-plot raccontano da una parte delle relazioni delle due amiche, una sposata e l’altra che nasconde un segreto. Una strategia per esplorare la sempre peculiare condizione delle donne lavoratrici.
Interessante anche la freddissima relazione famigliare di Gu Won, tra un padre anaffettivo e una sorella serpente. Chiaramente a riguardo, sarà l’amore a vincere su tutto.
King the land – Un sorriso sincero è una serie decisamente poco impegnativa, ma la sensazione di sollievo e serenità che stimola è insostituibile.