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Reviews

Perchè ‘No end’ dell’iraniano Nader Saeivar è il più bel film del Bifest?

'No end' è una disamina sulla stupidità dei governi, dei loro servizi di 'intelligence', che dovrebbero invece chiamarsi 'stupidity'. Il cittadino non esiste più nei suoi diritti e non ci sarà mai fine al controllo e alla violenza. Il film racconta come da un errore di interpretazione, fatto da emissari idioti dello stato venga, irrimediabilmente, rovinata la vita di più individui.

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No end

‘No end’, presentato al Bifest, vince il premio Taxidrivers per miglior regia e miglior film.

112′ minuti di suspense c di Jafar Panahi, la r di Nader Saeivar e la sceneggiatura di entrambi,‘No end’ assurge a miglior film del Bifest.

La forza dei contenuti

Potenza del dramma sociale che si espleta nel controllo del cittadino, nella perdita della privacy, nella violenza per ottenere informazioni. I temi del film sono molti tra cui, oltre ai soprusi e abusi di potere di servizi deviati, si esplorano anche e nettamente i confini tra privato e pubblico, che svaniscono e non esistono più, lasciando il cittadino inerme.

Tante le riflessioni che No end scatena e utili a capire che ciò che sta avvenendo in un numero sempre maggior di stati, Italia inclusa e non consapevole, è una realtà. Non è finzione.

‘No end’ colpisce quindi come un pugno allo stomaco.

Regista e montatore sono turchi e iraniani e hanno ben chiaro cosa significhi repressione, controllo, paura delle istituzioni e lo rendono perfettamente, dando aiuto e sostegno emotivo a tutti coloro che sono perseguitati da governi mostruosi, a cui anche il nostro, fintamente democratico, si sta sempre più avvicinando.

Il film girato sempre sulla oscurità, quella che pervade il regno di Gilgamesh, oggi più che mai, ha una fotografia utile a definire la realtà: buia.

Un altro tema che emerge dal film è la assoluta impotenza del cittadino di fronte ai rincari economici e all’impossibilità di acquistare una casa che in Iran, come altrove, ha costi esorbitanti. La sensazione di sicurezza che un’abitazione propria da ad un cittadino è un miraggio, diviene quindi un’utopia. Questo genera frustrazione, specie a lavoratori onesti e sfruttati da governi totalmente corrotti e corruttibili.

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Il cast e la perfezione del protagonista

Ottimi attori in cui uno su tutti Vahid Mobasseri, il protagonista sembra un sorta di Mister Bean iraniano. Se non fosse che non c’è nulla da ridere. La sua faccia davanti al terrore dei soprusi è da icona. Negli interrogatori dell’intelligence trema, gli balla il labbro, muove le mani in modo meraviglioso, nell’incontenibile e insostenibile tentativo di difesa del se. Già solo il protagonista vale tutto il film e lo spettatore è da subito con lui, con le sue fragilità e lecite paure di un governo assassino

Tra gli altri bravi attori: Fahime Jahani, Shahin Kazemnejad, Narjes Delaram

ArtHood Films ha prodotto il film. Le m sono di Mortaza Mirza. Il m di Jafar Panahi e la cupa f è di Vahid Biouteh. I c di Fahime Jahani

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‘No end’: la Sinossi

Ayaz è un uomo onesto, un gran lavoratore che sogna, come tanti, una casa tutta sua. Lui e sua moglie vivono nella dimora del cognato, investendo tutti i loro risparmi per il nuovo acquisto e vivendo con i soldi inviati da costui, ormai in esilio in Germania da 30 anni.

Per posporre il ritorno del cognato che rovinerebbe i loro progetti di vita e per spaventarlo, Ayaz, in un momento di disperazione, decide di inscenare una ricerca in casa, sperando così di posporne l’arrivo indesiderato.

Scoperto dai veri servizi segreti, egli si ritrova nella loro morsa, la stretta di un’istituzione volta a piegarlo e a distruggerne i sogni. Forzato verso un destino dannato l’epilogo sarà devastante.

 

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'No end'

  • Anno: 2022
  • Durata: 112'
  • Nazionalita: Germania, Iran, Turchia
  • Regia: Nader Saeivar