Eungyo di Jung Ji-woo (Somebody, Tune in for love) è un film drammatico prodotto da Let’s Film e distribuito da Lotte Entertainment, interpretato da Park Hae-il (Decision to leave, Hansan: Rising Dragon), Kim Go-eun (Piccole donne) e Kim Mu-yeol (The Gangster, The Cop, The Devil, Illiang: the wolf brigade). Il film è presentato al Florence Korea Film Fest nella sezione Omaggio a Park Hae-il.
Eungyo è decisamente una tra le interpretazioni più iconiche e meglio riuscite dell’attore, scavalcata potremmo dire solo recentemente dal Jang Hae-joon di Decision to leave.
Il personaggio che Park Hae-il ci regala è un poeta assoluto, un contemplatore della bellezza, affascinato dalla perfezione e vittima del tempo.
Eungyo, la trama
Il maestro Jeok-yo (Park Hae-il), poeta scrittore professore e guida, ha preso sotto la sua protezione il giovane Ji-woo (Kim Mu-yeol). Da questo connubio, Ji-woo ottiene il successo tanto bramato, ma nutre sentimenti molto conflittuali per l’anziano mentore.
L’equilibrio insolito tra i due viene minato quando dal niente compare la giovane Eun-gyo (Kim Go-eun), una diciassettenne ingenua e solare che porta nuova vita nel grigiore del maestro Jeok-yo. Lei lo chiama “nonno” e tra i due si sviluppa una gentile complicità; Eun-gyo diventa la musa e l’ispirazione che il maestro pareva aver perduto per se stesso.
L’invidia di Ji-woo però si frappone a questa relazione equivoca e demolisce il buono che aveva portato nelle vite di tutti.
Le relazioni
Eungyo è una storia scritta per riflettere sulle relazioni e sul tempo.
Qualunque sia la dinamica tra le persone, tendiamo a dare a questa un nome, una definizione, un perimetro di azione circoscritto e approvato. Eppure, talvolta, ci sono delle zone grigie, frequentemente non accettate.
Che cosa leghi il personaggio di Park Hae-il ai suoi protetti? Una relazione tra un discepolo e un maestro o tra un padre e una figlia. Oppure no, è qualcosa di altro, di improbabile, ma pur sempre rispettoso. L’arrivo di Eung-yo scombina quegli equilibri, porta diffidenza da una parte e ingenuità dall’altra: e così la ragazza diventa una musa intoccabile, quasi sacra.
Qualunque sia la natura della relazione, è capace di risvegliare completamente il poeta, che si trova a vivere emozioni che pensava seppellite sotto lo strato di polvere e di ruggine del corpo sfiorito.
Eungyo è una entità delicata di cui Ji-woo è geloso: per la sua capacità di connettersi al maestro, di ispirarlo, di restituirgli vita e compagnia. Invidioso di lui, di lei, Ji-woo si perde.
People wouldn’t understand. The relationship between a 70 years old man and high school girl is not love . Never! It’s a scandal sir. A dirty scandal.
In realtà il ragazzo, per quanto si adoperi nel mostrare rispetto e devozione, sa di non essere adeguato. Il suo debito con il maestro è troppo gravoso per colmare il vuoto e la distanza che lo separa dal suo idolo.
Il tempo
Non è possibile spiegare con le sole parole la pesantezza che vive il maestro, dentro un corpo invecchiato ma la mente vigile e creativa. La sua è una prigione, della quale è pienamente cosciente. Park Hae-il, ricoperto di cerone per interpretare un ruolo di quarant’anni più anziano, lavora con movimenti fini, complici i dialoghi ermetici e la solitudine della location. Il suo dolente scrittore avrebbe potuto continuare nella quiete della quotidianità isolata, se Ji-woo non si fosse preso anche l’ultimo tesoro inviolato della sua vita.
Non è perdere l’identità artistica, ma profanare la perfezione, che nega a Ji-woo l’olimpo poetico a cui tanto aveva anelato.
Eungyo belongs to you.
Si congeda così la giovane. E non c’è miglior saluto e promessa da consegnare al cuore di quest’uomo, la cui immortalità resta nelle parole.